#DRF16. Luigi Gambardella: ‘ICT settore chiave per la ripresa europea’

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Pubblichiamo di seguito l’intervento di Luigi Gambardella, fondatore di Broadband4Europe.com, al recente Digital Regulation Forum (Londra 20-21 aprile 2016).

Cara Pilar, Caro Sig. Eschweiler, Caro Sig. Bassanini, Cari Colleghi e Partecipanti,

È con piacere che do il benvenuto a voi tutti alla decima edizione del Digital Revolution Forum. Un saluto particolare a Pilar Del Castillo, membro della Commissione ITRE del Parlamento Europeo e a Kevin Martin, ex presidente dell’FCC, ora Vice Presidente della “global access policy” di Facebook.

È un onore ospitare relatori così autorevoli provenienti dalle Istituzioni Europee, dalle autorità nazionali per la concorrenza, dalle autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni, e tanti altri da tutta la catena del valore dell’industria digitale.

Mi aspetto pertanto che questo forum di due giorni sia molto proficuo e che costituisca un valore aggiunto al dibattito sul Mercato Unico Digitale Europeo. Uno dei vantaggi dell’essere a Londra a discutere sulle future politiche europee è che ci troviamo nella capitale degli investimenti d’Europa, e noi sappiamo bene che gli investitori seguono da vicino il dibattito sulle telecomunicazioni, analizzando il potenziale di crescita delle aziende in base all’andamento legislativo e dei mercati. Lasciatemi a questo proposito ringraziare Barclays, il nostro sponsor principale, per aver reso possibile questo evento.

A volte, Bruxelles e le istituzioni europee sono percepite come “lontane”, in senso metaforico, dal mondo delle aziende e dalle vite dei cittadini europei. Spesso sentiamo parlare della “bolla di Bruxelles”, espressione che vuole evidenziare come da un lato i policy maker siano in qualche modo distaccati dalla realtà, e come dall’altro gli imprenditori siano incapaci di penetrare il complesso ambiente di Bruxelles. Essere a Londra oggi è – credo – un modo di unire questi due mondi e liberarsi dei soliti tecnicismi che troppo spesso ascoltiamo nei dibattiti normativi.

I mondi della finanza, degli affari e della politica sono sì interdipendenti, ma è necessario fare di più per abbattere le barriere che ancora permangono, ed è questo oggi il mio principale obiettivo.

Lasciatemi contestualizzare questo Forum e gli interventi che stiamo per ascoltare. Sarò breve, poiché abbiamo un agenda ricca di molti relatori interessanti, ma prima vorrei brevemente accennare qualche punto saliente per stimolare il dibattito che seguirà durante le tavole rotonde di oggi.

Un paio di anni fa, il settore industriale invitò la Commissione Juncker a intraprendere una profonda e sostanziale revisione del sistema attuale, per supportarne l’innovazione e la competitività: questa riforma radicale sembrava necessaria già durante il processo di adozione delle norme sul Mercato Unico Digitale e necessita ora di essere tempestivamente realizzata.

Contemporaneamente, lo scorso anno veniva pubblicata la strategia per il Mercato Unico Digitale, che è oggi in corso di realizzazione. Mi sembra, comunque, che l’industria delle telecomunicazioni non abbia cambiato la propria posizione! Non abbiamo perso del tutto gli ultimi due anni, perché credo che abbiamo avuto alcune valide discussioni su tutti i fronti, ma ora è tempo di accelerare. La realizzazione del mercato unico digitale è diventato un tema più che mai urgente. Abbiamo oggi lo stesso problema che avevamo due anni fa, anzi, esso è perfino peggiorato: l’Europa sta perdendo terreno in competitività e il decollo della banda larga ultra veloce non sembra essere poi così rapido come dovrebbe.

Uno studio pubblicato da Boston Consulting lo scorso anno ha giustamente evidenziato come siano necessari continui investimenti per costruire e mantenere una rete mondiale in grado di gestire una domanda in rapido aumento. Sono necessari circa 216 miliardi di euro di investimento per raggiungere gli obiettivi comunitari per il digitale. Tale denaro va sì reperito sul mercato dei capitali, certo, ma deve anche essere generato da politiche che non danneggino gli investimenti a lungo termine.

La prima condizione per il raggiungimento del mercato unico digitale è la presenza di operatori del mercato forti, in grado di investire nelle infrastrutture europee del futuro.

Nonostante finora la regolamentazione dei servizi e delle reti di telecomunicazione abbia raggiunto buoni risultati in termini di concorrenza, essa ha però avuto un effetto negativo sui bilanci delle aziende. In gioco c’è la capacità del settore di investire e innovare e dell’Europa di rimanere una forza industriale in grado di rialzarsi con successo dalla crisi economica.

La rassegna del quadro normativo, il ruolo dei legislatori nella ricerca di nuove offerte “quadruple-play”, gli obiettivi in termini di velocità di navigazione e il ruolo delle piattaforme on-line sono i temi di questo primo giorno di Forum. Gli argomenti sono stati selezionati per le loro importanti implicazioni nelle politiche pubbliche nell’industria digitale. I nostri distinti relatori sono stati selezionati perché sappiamo che possono apportare contributi notevoli al dibattito.

In ultimo, ma non per importanza, esamineremo in che modo la progressiva affermazione delle piattaforme online abbia un impatto sul Mercato Unico Digitale, compresi temi caldi quali il ruolo economico-sociale delle piattaforme, l’impatto del nuovo regime di protezione dei dati, la relazione tra le piattaforme e i loro fornitori, il ruolo degli intermediari online e le strade praticabili per contrastare la pirateria su internet.

Per quanto diversi come stakeholder, abbiamo tutti un comune obiettivo: incoraggiare la crescita del settore digitale. Mandiamo pertanto agli investitori e ai mercati il chiaro messaggio che industrie dei diversi settori stanno collaborando e che c’è del potenziale di crescita. I dibattiti sull’industrializzazione di internet, l’internet delle cose, il 5G indicano chiaramente come tutto sia collegato e debba essere connesso. Alla fine, a beneficiarne realmente saranno i cittadini.

I tempi incerti sono anche tempi di opportunità. Questo potrà sembrare provocatorio a Londra, una città che sta per affrontare l’incertezza, con il referendum europeo alle porte.. Ad ogni modo, non possiamo che guardare al futuro con ottimismo. A patto che noi tutti facciamo del nostro meglio – in qualità di policy maker, operatori di mercato, legislatori – il settore ICT giocherà un ruolo chiave nell’aiutare l’Europa a riprendersi e ad assicurare una vita migliore ai suoi cittadini.