world IP Day 2023

Donne, innovazione e legalità: oggi è il World Intellectual Property Day 2023

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Nel calendario delle iniziative in programma per la celebrazione della giornata mondiale della proprietà intellettuale, l’Italia verrà rappresentata dall’evento organizzato dalla FAPAV, in collaborazione con l’Associazione Civita di Roma, il prossimo 9 maggio. A breve il programma completo dell’appuntamento italiano.

WIPD 2023, le donne al centro

Oggi, 26 aprile, si celebra l’edizione 2023 del World Intellectual Property Day (WIPD), la giornata mondiale della proprietà intellettuale.

Il tema centrale della manifestazione scelto per quest’anno è “Women and IP: accelerating innovation and creativity”, con cui accelerare l’innovazione e la creatività proprio a partire dalla proprietà intellettuale riconducibile alle donne.

Donne che sono oggi sempre in maggior numero imprenditrici, ricercatrici, innovatrici e creative, in prima fila anche in ambiti fino a qualche anno fa tipicamente maschili, come l’ingegneria e l’informatica, a cui è riconosciuto finalmente un lavoro di accrescimento delle conoscenze e delle competenze, che necessita della tutela della proprietà intellettuale per essere portato avanti.

L’evento italiano il 9 maggio 2023 a Roma

La ricorrenza annuale (qui l’elenco degli eventi in calendario dedicati al WIPD 2023), organizzata dalla Wipo, l’organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale, ha lo scopo di sensibilizzare il pubblico e la comunità delle PMI su scala globale sul ruolo fondamentale della proprietà intellettuale (PI) nel guidare l’innovazione, la creatività, la crescita del business e lo sviluppo sostenibile.

Nel calendario delle iniziative in programma per la celebrazione della giornata mondiale della proprietà intellettuale, l’Italia verrà rappresentata dall’evento organizzato dalla FAPAV, in collaborazione con l’Associazione Civita di Roma, il prossimo 9 maggio.
A breve il programma completo dell’appuntamento italiano.

Obiettivo del WIPD 2023 è anche affrontare il problema del divario di genere e delle disparità salariale ad esso collegato.

La proprietà intellettuale e le donne

Secondo uno studio pubblicato dall’EUipo, l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, infatti, solo il 24% dei designer europei è donna e al ritmo attuale ci vorranno più di 50 anni per colmare questo divario. Per quelle che ce l’hanno fatta ad entrare in questo settore lavorativo, comunque le disuguaglianze non finiscono qui, perché in media ricevono un salario del 13% circa più basso dei colleghi uomini.

Possedere un brevetto, un marchio, o un design, consente di ottenere grandi vantaggi per un’imprenditrice o una ricercatrice, tra cui: migliore accesso ai finanziamenti, attirare gli investitori, aprire nuove opportunità di mercato, vantaggi competitivi.

Che cos’è la proprietà intellettuale

La proprietà intellettuale si riferisce alle creazioni della mente, come invenzioni, opere letterarie e artistiche, disegni e simboli, nomi e immagini usati nel commercio.

La proprietà intellettuale è protetta per legge da brevetti, copyright e marchi commerciali, che permettono alle persone di guadagnare riconoscimento o beneficio finanziario da ciò che inventano o creano. Trovando il giusto equilibrio tra gli interessi degli innovatori e l’interesse pubblico più ampio, il sistema così ideato mira a promuovere un ambiente in cui la creatività e l’innovazione possano fiorire.

La proprietà intellettuale, infine, consente alle imprese di aumentare il fatturato e migliorare in generale le performance di mercato. Non solo tra le grandi, ma anche nelle piccole imprese, dove quelle che detengono diritti di proprietà intellettuale corrispondono ai propri dipendenti stipendi del 29% più alti rispetto alle organizzazioni che ne sono prive.

Secondo uno studio EUIPO, infine, le imprese green ad alta intensità di proprietà intellettuale, impegnate maggiormente nella transizione ecologica e che sviluppano tecnologie da impiegare nella mitigazione dei cambiamenti climatici, valgono oggi il 14% del Pil Ue e garantiscono il 9,3% dei posti di lavoro.