Linee guida

Diritti Tv Serie A, pari dignità al web. Il 25 maggio la Lega Calcio fissa l’asta

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Antitrust e Agcom indicano la strada: i diritti di trasmissione della Serie A sul web non siano più considerati ‘accessori’ rispetto alle altre piattaforme. Amazon e Tim Vision in lizza?

Pari dignità per il web sui diritti Tv della Serie A nel prossimo triennio. Questo l’obiettivo perseguito dall’Antitrust e dall’Agcom, che ieri hanno dato il via libera per le rispettive competenze alle linee guida per l’asta dei diritti audiovisivi sportivi della Lega Calcio Serie A per le stagioni sportive 2018-2021, indicando la via da seguire al commissario Carlo Tavecchio per l’asta che si terrà a metà giugno.

Pari dignità del web

Insomma, in fase di asta per l’assegnazione dei diritti la Lega Calcio “dovrà tener conto in ciascuna delle diverse e distinte fasi delle procedure competitive, al fine di garantire il rispetto dei principi generali del decreto legislativo 9/2008 e assicurare la massima diffusione degli eventi sportivi sul più ampio numero di piattaforme”, si legge nella nota dell’Agcom, che sottolinea come la procedura “dovrà tenere conto di meccanismi idonei ad evitare le cosiddette esclusive negative e cioè l’acquisizione di diritti al puro fine di sottrarli alla concorrenza”.

Sul fronte della concorrenza, l’Antitrust “ha auspicato l’adozione di una modalità di vendita tale da alimentare un confronto effettivo tra più piattaforme distributive (digitale terrestre, satellite e internet), stimolando lo sviluppo competitivo nei mercati a valle, in particolar modo della pay-tv. Si tratta di modalità che consente una effettiva concorrenza in particolare nei riguardi del consumatore, il quale può scegliere tra più offerte in concorrenza tra loro senza dover sostenere maggiori costi derivanti dalla necessità di sottoscrivere una pluralità di abbonamenti. In tale direzione, l’Autorità valuta con favore la scelta delle Linee Guida di valorizzare i diritti di trasmissione sulla piattaforma Internet, che non sono più considerati “accessori” rispetto alle piattaforme tradizionali”.

Come riportato ieri da Repubblica, a questo giro la Lega Calcio e Infront non potranno ignorare la questione Internet, che nel 2014 fu relegata come pacchetto accessorio.

I Garanti chiedono pari dignità tra operatori web e della tv. In sostanza, perché trasmettere sul pc Chievo-Spal o un Crotone-Pescara mentre le pay-tv o digitale terrestre possono mandare Milan-Juve?

Giovanni Pitruzzella e Angelo Cardani vogliono che anche che un bar, un pub o un ristorante possano scegliere tra almeno due offerte in concorrenza fra loro, per negoziare il prezzo migliore, evitando così situazioni di single buyer o la necessità di acquistare diversi abbonamenti per trasmettere le partite di alcune squadre, magari le più titolate, che si affidano soltanto ad una piattaforma.

Più scelta per i consumer

In altre parole, bar e pizzerie potranno scegliere fra più pacchetti, senza l’obbligo di affidarsi soltanto a Sky, Mediaset Premium o presumibilmente per quanto riguarda il web Netflix. Chissà poi che all’asta non partecipi anche Facebook, che negli Usa ha appena acquistato i diritti di trasmissione del baseball e nel nostro paese ha già trasmesso partite di serie B.

Non è da escludere a priori nemmeno la partecipazione di Vodafone, che da qualche tempo ha lanciato la sua Tv.

Di certo fra i pretendenti ci sarà Discovery, tramite Canale 9 sul digitale terrestre e Eurosport sul satellite, che quest’anno ha trasmesso fra le altre cose la coppa del mondo di sci.

Assemblea in Lega Calcio il 25 maggio

La Lega di Serie A ha convocato l’assemblea al 25 maggio, in modo da definire il bando.  All’ordine del giorno, annuncia il Corriere della Sera ci saranno “l’invito a presentare offerte”; “i pacchetti esclusivi delle dirette a pagamento per il territorio italiano”.

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Amazon e Tim Vision in lizza?

Intanto, secondo La Repubblica potrebbe scattare un duello tra Amazon e TIM Vision, che starebbe lavorando sotto traccia ad un accordo con Mediaset, sotto la regia del socio comune Vivendi, per l’acquisto dei diritti web della Serie A che, oltre ad essere trasmessa in tv, sarebbe trasmessa anche in streaming. L’obiettivo per il prossimo triennio è quello di incassare 1,4 miliardi l’anno (attualmente sono 1,2).

Una suggestione quella di Repubblica che dovrà però fare i conti con il contenzioso legale fra Mediaset e Vivendi per la mancata acquisizione di Premium da parte del gruppo transalpino.

Incognita Mediaset Premium

Tutta da verificare la nuova politica di Mediaset Premium. Finora, tra Serie A e Champions League, la pay tv del Biscione pagava 600 milioni di euro all’anno in diritti tv del calcio.

Piersilvio Berlusconi ha già detto che la partecipazione di Mediaset Premium alle gare per i diritti sarà “opportunistica”, in altre parole che il gruppo non intende svenarsi, ed è anche per questo che da tempo si ipotizza di una partecipazione congiunta con Tim Vision.

Vedremo.

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L’asta del 2014: internet snobbato

A giugno 2014 si era tenuta l’asta per l’assegnazione dei diritti per la serie A per il triennio 2015 – 2018, con un incasso di 945 milioni per la Lega. A Sky tutte le partite per il satellite mentre a Mediaset le partite di 8 squadre big per il digitale terrestre. Mezzo flop per Internet, che tra l’altro risultava troppo caro visto che chi comprava i Pacchetti A, B  e D aveva anche i diritti per la trasmissione via web. All’epoca gli OTT non furono della partita.