Il piano

Digital Day: il Governo chiede due anni per la PA, ma lo Spid è già in ritardo

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Il Governo ribadisce all’Italian Digital Day di Venaria gli obiettivi fissati dalla Strategia per l’Italia digitale 2014-2020 diffusi a marzo. Spid in ritardo

Due anni di tempo per digitalizzare il Paese, se tutte le scadenze saranno rispettate. E’ questo l’orizzonte temporale fissato dal Governo per portare la Pubblica Amministrazione nell’era del web, un impegno preso da Matteo Renzi all’Italian Digital Day che si è tenuto sabato a Venaria, dove il presidente del Consiglio ha detto che “un paese più semplice è un paese più giusto e la banda larga è la madre di tutte le battaglie” dando appuntamento fra 24 mesi per vedere come sarà andata.

Che la sfida sia titanica lo dimostra il testimonial portato come esempio ideale da seguire, la tennista Roberta Vinci capace di fare l’impresa a New York battendo, contro ogni pronostico, la numero uno Serena Williams.

Spid, tempistica sforata

 

C’è da dire che in base alla tempistica della Strategia per la Crescita Digitale 2014-2020 della Presidenza del Consiglio, la partenza dello Spid è già sforata, visto che non più tardi di otto mesi fa si prevedeva una Prima fase con una prima release dell’applicazione entro settembre 2015 e una seconda fase di profilazione e login tramite Spid e anagrafe unica e accesso ai primi servizi entro dicembre 2015”. Oggi, invece, si sta ancora attendendo l’accreditamento degli identity provider (entro dicembre), i gestori privati delegati a fornire le prime identità digitali in vista dell’avvio della fase pilota dell’Anagrafe Unica in 26 comuni.

La montagna da scalare

La montagna da scalare sarà la resistenza al cambiamento della PA, “una palla al piede” non da poco per il Paese, come l’ha definita il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino. La chiave di accesso dovrebbe essere il mobile, considerato che secondo Audiweb a fine 2014 sono 27,8 milioni gli italiani che accedono a Internet da smartphone e 10,2 milioni dal tablet.

Roberto Viola, Direttore Generale DG Connect, ha detto che “l’Italia nel digitale è in zona retrocessione”, che forse dipende dal fatto che negli ultimi 20 anni non si è fatto abbastanza per creare reti in fibra e liberare frequenze, ma ha ribadito la fiducia di Bruxelles nel Paese che ce la “deve fare” anche perché è l’Europa che lo vuole.

Ma Renzi ha le idee chiare: “Dobbiamo vincere la sfida” perché il digitale non è solo “un divertimento, un giocattolo per addetti ai lavori, una cosa da nerd”, ma la “più grande occasione che ha l’Italia per essere se stessa”. Intanto, è andato online il restyling del sito del Governo (governo.it).

Ma qual è il piano operativo del Governo?

In concreto, il piano sulla carta è già stato fissato nella Strategia per l’Italia Digitale 2014-2020 di marzo 2015, il documento governativo che enumera i pilastri del percorso digitale per i quali è prevista dal Governo una dotazione finanziaria di 4,6 miliardi di euro nei prossimi 5 anni, ripetuti a Venaria dal ministro per la Semplificazione Marianna Madia. “Attraverso la digitalizzazione – ha detto il ministro – il governo è impegnato a costruire ‘i 4 pilastri’ della semplificazione: l’identità digitale (Spid ndr), l’anagrafe dei residenti (Anpr ndr), la carta di identità elettronica (Cie ndr), i pagamenti semplificati” (vedi a piè di pagina lo stato di avanzamento dei progetti).

“E la trasparenza – ha osservato il ministro per la Semplificazione – è l’arma più potente in mano a chi governa, perché è in grado di sradicare gli sprechi e prevenire, a costo zero, illegalità e corruzione”.

Madia ha infine aggiunto che entro dicembre sarà emanato un decreto per il Pin unico (Spid ndr).

Italia Login, prima serve lo Spid e il Comune digitale

Il contenitore di questi progetti sarà Italia Login (sul dominio Italia.it), il portale unico di accesso a tutti i servizi della PA che dovranno essere accessibili entro il 2017, come previsto peraltro dagli obblighi Ue. Sarà quindi Italia Login, nei piani del Governo, il punto di raccolta della PA digitale, il super Hub nel quale le amministrazioni pubbliche dovranno riversare tutte le app al cittadino entro i prossimi 24 mesi.

C’è da dire che per la realizzazione a regime di Italia Login dovranno essere in esercizio sia il Sistema Pubblico di Identità Digitale (Spid), sia l’Anagrafe Nazionale Unica (Anpr).

Italia Login, per il quale il Governo ha quantificato un fabbisogno di 750 milioni di euro al 2020 è, nel disegno del Governo, la nuova “interfaccia che insieme alla banda ultralarga”, ha detto il consigliere per l’Innovazione di Palazzo Chigi Paolo Barberis, “sarà il motore di questa trasformazione” che ha lo scopo di creare la nuova cittadinanza digitale uniformando i 50 mila siti web della PA “con 100 mila modalità di accesso diverse ai servizi online già esistenti nella PA, che però sono troppo poco usati”.

“Sullo smartphone arriveranno le notifiche push della PA (ad esempio sull’avvenuto pagamento di una multa o della mensa scolastica) e sarà disponibile lo Spid, il sistema pubblico di identità digitale, con tre livelli di sicurezza, il terzo del quale sarà la Cie (Carta d’identità elettronica), ha aggiunto Barberis, ricordando che sarà necessario occuparsi anche del consolidamento dei data center pubblici.

C’è da dire che ad oggi per fare una Cie a Roma ci vogliono in media 4 mesi.

Il consigliere di Palazzo Chigi ha quantificato in 12 miliardi di euro i fondi necessari per realizzare soltanto la parte infrastrutturale della banda ultralarga (7 del Governo e 5 dei privati), per connettere in prima istanza ospedali, tribunali e il 90% delle scuole entro il 2018.

Ad oggi per il piano nazionale Banda ultralarga sono disponibili 2,2 miliardi di euro sbloccati dal Cipe in agosto per i Cluster C e D e 2 miliardi dalle Regioni.

Il ruolo di Agid

 

Com’è ovvio che sia, è l’Agid (Agenzia per l’Italia Digitale) che ha il compito di mettere a terra tutti i progetti. Il direttore Antonio Samaritani sintetizza così i pezzi del puzzle: “Italia Login è il progetto qualificante – dice – l’obiettivo è consentire ai cittadini di accedere a tutti servizi della PA sul telefonino”. Entro due anni e per arrivarci “bisogna che siano disponibili e in sicurezza i servizi della PA”, aggiunge. Le priorità sono lo Spid, l’Anagrafe Unica, le Linee guida dei siti della PA, le notifiche. Per quanto riguarda lo Spid, “Stiamo lavorando con Banca d’Italia per accreditare lo Spid al sistema bancario”, aggiunge Samaritani.

 

Quali sono i pilastri dell’Agid

Spid: tre richieste di accreditamento da parte dei gestori privati, che saranno responsabili di erogare l’identità digitale (Poste, Telecom Italia, Infocert). Le domande saranno valutate entro dicembre dall’Agid, poi si potrà partire con l’erogazione delle prime identità digitali.

 

Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr): Sei regioni pronte con alcuni servizi (Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Marche e Toscana), Inps, Agenzia delle Entrate e Inail.

La prima fase sperimentale in 26 comuni, fra cui anche Torino, partirà a dicembre dopo il via libera alla distribuzione dello Spid.

L’obiettivo, confermato dall’Agid al Digital Day, è consolidare in un’Anagrafe unica le oltre 8 mila anagrafiche dei comuni italiani entro il 2017.

PagoPA: il nodo dei pagamenti virtuali verso la PA. Ad oggi sono collegate 600 amministrazioni. Terminata la fase sperimentale con le scuole. Entro fine anno l’Agid prevede l’ingresso in rete di 11 mila scuole. L’adesione di tutti gli enti pubblici a PagoPA è fissato entro la fine del 2016.

Linee guida per i siti della PA: sono state annunciate a Venaria dall’Agid, per fornire alle amministrazioni pubbliche una identità visiva coerente dei siti pubblici.