la recensione

Democrazia Futura. Quindici eroine in cerca d’autore

di Raffaella Inglese, architetto, responsabile della Biblioteca di Architettura e Ingegneria Civile Giovanni Michelucci, Università di Bologna |

Un piccolo capolavoro di passione letteraria per la scrittura e la lettura. La recensione di Raffaella Inglese al libro di Licia Conte dal titolo "Lucia, Lolita e le altre: lettere immaginarie".

Un piccolo capolavoro di passione letteraria per la scrittura e la lettura”. Così Raffaella Inglese, Architetto, responsabile della Biblioteca di Architettura e Ingegneria Civile Giovanni Michelucci dell’Università di Bologna, definisce l’ultima fatica letteraria di Licia Conte Lucia, Lolita e le altre: lettere immaginarie (Roma, Elliot, 2020, 123 p.) nella recensione “Quindici eroine in cerca d’autore” che inaugura le rubriche del sesto fascicolo di Democrazia futura.

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Un piccolo capolavoro di Licia Conte, giornalista e autrice radiofonica di origine pugliese, nata a Cerignola, romana di adozione. Davvero intrigante l’idea del volumetto Lucia, Lolita e le altre: lettere immaginarie per i tipi di Elliot[1]. Bella la copertina e bello il titolo: le eroine dei grandi romanzi scrivono alle loro autrici e autori lettere immaginarie. Quasi un’eco delle interviste impossibili che furono episodi memorabili di un’antica stagione del servizio pubblico radiofonico.

Un libro che piacerà particolarmente alle ragazze dell’epoca analogica, quelle ragazze che in gioventù hanno potuto passare molto tempo a leggere i grandi classici. Ma che può incuriosire e interessare le loro figlie e nipoti, che ascoltano audiolibri o leggono cose più brevi su telefoni e tablet, che si muovono in bicicletta e in auto e meno su mezzi pubblici e treni e che, reduci da giornate passate online per gestire famiglia e lavoro e accompagnare figli a innumerevoli attività, la sera guardano serie o film in streaming senza mai posare il telefono.

Raffaella Inglese

Si tratta di un viaggio immaginario “descritto” da quindici protagoniste di romanzi famosi o famosissimi (molte delle quali fotografate nelle trasposizioni cinematografiche – come Piccole donne[2], Lolita[3], Gli Indifferenti[4] e televisive, come I promessi Sposi[5], Cuore[6], I miserabili[7], Amica geniale[8]), che si rivolgono alle autrici e agli autori dei loro caratteri, chiedendo conto delle loro scelte.

Lucia interroga Alessandro Manzoni sul mistero che circonda la propria identità, mentre Mary di Orgoglio e pregiudizio convive da una vita con l’idea di essere «la meno amata delle sorelle Bennet», che intanto lei osserva e racconta[9]; Lenù dell’Amica geniale si chiede chi altri sia capace di inventare una Napoli senza mare; mentre alla maestrina dalla penna rossa di Cuore viene il dubbio: quanto costava a De Amicis darle almeno un nome? E se Amy di Piccole donne rimprovera la Alcott che le ha affibbiato «le peggiori qualità», nessuna serba il rancore di Lolita, che a Nabokov quasi preferisce il proprio aguzzino: «Humbert Humbert mi ha rubato l’infanzia, ma voi avete fatto peggio».

Un libro, scritto con la voglia di condividere la sua grande passione per la scrittura e la lettura, che sarà sicuramente apprezzato da chi ricorda, almeno di profilo, i personaggi femminili dei grandi romanzi che scrivono, per il tramite di Licia Conte, lettere immaginarie piene di ragione e sentimento indirizzate alle loro autrici e autori. Se non conosci il personaggio e il romanzo, in prima lettura magari salti la lettera, ma alla seconda lettura ti incuriosisci e vai a cercare il classico in biblioteca, come la Principessa di Clèves, nella traduzione di una grande donna come Sibilla Aleramo[10].

Per esempio, sono sicura che il libro sarebbe piaciuto tanto a mia madre, maestra per una vita come il personaggio dalla penna rossa di Edmondo De Amicis: lei conosceva davvero queste eroine e le avrebbe poi commentate al telefono o nelle sue letterine a me oppure sui suoi diari.

Il libro sollecita anche la curiosità di andare a rileggere opere lette magari trent’anni fa, perché ti sembra di non avere fatto caso a tante sfumature che Licia Conte evidenzia, o perché col tempo le hai dimenticate. O a rivedere sulle piattaforme l’interpretazione delle protagoniste nei capolavori del cinema e della televisione che ci hanno consegnato Stanley Kubrick e Sue Lyon, Francesco Maselli e Claudia Cardinale, Sandro Bolchi e Paola Pitagora, Luigi Comencini e Giuliana De Sio.

E ti spinge alla lettura di altri classici citati, per esempio La maestrina degli operai[11], la Varetti, sempre di De Amicis, romanzo meno noto di Cuore ma certamente interessante.

Le lettere immaginarie che ho preferito? Lucia dei Promessi Sposi, Cosetta dei Miserabili[12], Amy, una delle Piccole donne[13], anche se, potendo, avrei scelto Jo, Carla degli Indifferenti e Lenù della Ferrante. La prossima volta vi dirò dell’intrigante Principessa di Clèves di Madame de la Fayette[14] e di Isabel del Ritratto di Signora di Henry James[15], che sto leggendo.

Il libro di Licia Conte[16] è davvero da consigliare: interessante e stimolante a cascata, direi, leggero e profondo, divertente e scorrevole: la lettura ideale per far volare via un paio d’ore, come un viaggio no-stop tra Bologna e Roma, in compagnia delle nostre amate eroine…..         


[1] Licia Conte, Lucia, Lolita e le altre: lettere immaginarie, Roma, Elliot, 2020, 123 p.

[2] Louisa May Alcott, Little Women or, Meg, Jo, Beth, and Amy, Boston, Roberts Brothers, 1868, 1869. Traduzione dall’inglese di Ciro e Michelina Trabalza: Piccole donne : libro per la gioventù 1: Da un Natale all’altro, Lanciano : R. Carabba, 1908, XV-340 p.  2 Tre anni dopo , Lanciano : R. Carabba, 1911 VIII-378 p.  Poi uscite separatamente con il titolo Piccole donne e Piccole donne crescono. Oggi disponibile nella traduzione di Luca Lamberti con il titolo I quattro libri delle piccole donne, introduzione di Daniela Daniele, Torino, Einaudi, 2017, XXII-1115 p.

[3] Vladimir Nabokov, Lolita, Paris, The Olympia Press, 1955, traduzione italiana di Bruno Oddera, Milano, Mondadori, 1959, 481 p. Infine nella traduzione di Giulia Arborio Mella, Milano, Adelphi, 1993, 395 p.

[4] Alberto Moravia, Gli indifferenti. Romanzo, Milano, Alpes, 1929, 354 p. Ultima ed. Milano, Bompiani, 2018, 324 p.

[5] Alessandro Manzoni I promessi sposi. Storia milanese del secolo XVII, scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni, 3 voll., Milano, Vincenzo Ferrario, 1825-1826; edizione definitiva: Milano, Guglielmini e Redaelli, 1840 [in realtà fra il 1840 e il 1842]. Oggi nell’edizione con introduzione di Guido Bezzola: Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 2020, 796 p.

[6] Edmondo De Amicis, Cuore. Libro per ragazzi, Milano, Fratelli Treves, 1886, 338 p.

[7] Victor Hugo, Les Misérables, Bruxelles, Albert Lacroix, Verboeckhoven, 1862, 4 volumi. Prima edizione italiana in dieci volumi I miserabili, Milano, G. Daelli & C. Editori, 1862-1863. L’intera opera è oggi disponibile nella traduzione di Marisa Zini, introduzione di Marc Le Cannu con uno scritto di Charles Baudelaire Milano, Oscar Mondadori, 2019, XXIV-1084 p.

[8] Elena Ferrante, L’Amica geniale, Volume primo: Infanzia e adolescenza, Roma, E/O, 2011, 327 p.

[9] Jane Austen, Pride and Prejudice. A Novel, London, Thomas Egerton, 1813, Orgoglio e pregiudizio, traduzione di Cecilia Montonati, Colognola ai colli, Demetra, 1999, 424 p.

[10] Marie Madeleine Pioche de la Vergne, comtesse de la Fayette, , La princesse de Clèves, Paris, Claude Barbin, 1678 quattro volumi di 211, 214, 216 e 213 p.. Tr. It. La Principessa di Clèves, traduzione di Sibilla Aleramo, Milano, Mondadori, 1961, 218 p. Poi nell’edizione critica curata da Fausta Garavini mel 1981

[11] Edmondo De Amicis, La maestrina degli operai. Racconto, Milano, Fratelli Treves, 1895, 249 p.

[12] Riferimento al secondo tomo dell’opera più celebre di Victor Hugo, Les Misérables. Vol. 3. Cosette, Bruxelles, Albert Lacroix, Verboeckhoven, 1862, 402 p.  Vol. 4  Bruxelles, Albert  Lacroix, Verboeckhoven, 1862, 365 p. Prima edizione italiana in dieci volumi I miserabili, 1862-63: Victor Hugo 2.1 Cosetta, Milano, G. Daelli & C. Editori, 1862, 209 p.; Victor Hugo, 2.2 Cosetta, Milano, G. Daelli & C. Editori, 1862.190 p.

[13] Louisa May Alcott, Little Women or, Meg, Jo, Beth, and Amy, Boston, Roberts Brothers, 1868, 1869. Traduzione dall’inglese di Ciro e Michelina Trabalza 

Piccole donne : libro per la gioventù 1: Da un Natale all’altro, Lanciano : R. Carabba, 1908, XV-340 p.  2 Tre anni dopo
Lanciano : R. Carabba, 1911 VIII-378 p.  Poi uscite separatamente con il titolo Piccole donne e Piccole donne crescono.

[14]  Vedi nota 10.

[15] Henry James The Portrait of a Lady (edizione originale 1881) Poi nella celebre edizione with an introduction by Graham Greene Oxford ; New York, Oxford University press, 1981, XLI, 645 p. Prima Traduzione italiana di Carlo e Silvia Linati: Ritratto di signora; Torino, Einaudi, 1943, IX-574 p.

[16] I personaggi delle altre cinque lettere immaginarie traggono aspirazione da Alba de Céspedes, Nessuno torna indietro, Milano, Mondadori, 1938; Charles Dickens, David Copperfield, London, Bradbury & Evans, 1850, 624 p. Traduzione italiana di Enrico Piceni, Milano, Mondadori, 2004; Henrik Ibsen, Una casa di bambola, Et dukkehjem)  traduzione italiana di Luigi Capuana, Milano, Max Kantorowicz, 1894, 117 p. poi nella  traduzione di Anita Rho, Torino, Einaudi, Collezione di teatro n. 29, 1963, 96 p., Infine con io sottotitolo Dramma in tre atti nella traduzione di Roberto Alonge, Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 2007, 117 p; Ippolito Nievo, Le confessioni di un ottuagenario, Firenze, Le Monnier, 1867, 2 volumi, XVIII-498 p. e 596 p. Oggi  con il titolo definitivo Le confessioni d’un italiano nell’edizione a cura di Marcella Gorra per i Meridiani. Milano,  Mondadori, 1981, LX-1160 p. Infine con un’introduzione e note di Claudio Milanini, Milano, Rizzoli, 2007 054 p.; Thomas Mann, Lotte in Weimar. Roman, Stockholm, Bermann Fischer Verlag, 1939 450 p. Traduzione italiana di Lavinia Mazzucchetti: Carlotta a Weimar, Milano, Mondadori, 1948, 544 p.