Question Time

Data center. Urso: “Leva fondamentale per la competitività, bisogna investire in altre parti del Paese”

di |

Il ministro delle Imprese e del made in Italy intervenendo al Question Time del Senato ha ribadito la centralità dei data center per la crescita produttiva e la transizione digitale nazionale.

L’Italia accelera sui data center e attrae investimenti  

L’Italia è un Paese per data center? È la domanda che ci stiamo ponendo da tempo. Gli investimenti sono cresciuti nel tempo e con essi anche le infrastrutture necessarie per abilitare la transizione digitale della nostra industria e quindi favorire crescita e sviluppo economico.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, rispondendo allinterrogazione a risposta immediata sulla realizzazione di nuovi impianti di data center nel territorio nazionale, ha spiegato che i data center sono e saranno “una leva fondamentale per la transizione digitale delle imprese e per mantenere un elevato livello di competitività del sistema produttivo nazionale”.

Per questo, ha continuato Urso, il ministero ha lavorato allo sviluppo di una politica tesa ad attrarre gli investimenti in questo settore strategico: “Nel 2024 l’Italia ha registrato un record storico in Europa per gli investimenti esteri greenfield, con oltre 35 miliardi di euro: più dei 24-25 miliardi di Germania e Francia, confermandosi così come il Paese più attrattivo in questo momento”.

Abbiamo avviato una consultazione pubblica che ha raccolto manifestazioni di interesse da soggetti italiani ed esteri per 30 miliardi di euro con ricadute occupazionali stimate in 15 mila addetti nei data center”, ha detto Urso.

Necessario investire in data center anche in altre parti del Paese

Due investimenti hanno già ottenuto il riconoscimento di interesse strategico nazionale previsti con il nostro decreto sugli asset strategici, il primo di Amazon Web Service e il secondo i Vantage, entrambi nell’area della provincia di Milano.
Altre importanti sono in esame da parte della nostra struttura di missione
– ha aggiunto il ministro – e in un confronto con gli addetti, abbiamo loro fatto capire che è necessario che investano anche in altre parti del paese”.

L’Italia si offre come hub digitale e dei cavi sottomarini

Disponiamo, peraltro, di un ecosistema particolarmente vantaggioso – ha precisato il ministro delle Imprese – che finalmente trova piena rispondenza nella macchina amministrativa che abbiamo realizzato. Abbiamo una diffusione della fibra ottica e una posizione geografica dell’Italia, quale hub dei cavi sottomarini. Offriamo condizioni ottimali per insediamenti che garantiscono, appunto, ridondanza e sicurezza digitale”.

Urso ha poi continuato ad elencare i risultati raggiunti in questo settore così importante per il futuro economico e competitivo del Paese: “Disponiamo, inoltre, dei tre più veloci super calcolatori al mondo, Leonardo a Bologna, Da Vinci a Genova e il super calcolatore a Pavia dell’Eni.
Abbiamo candidato un consorzio italiano al bando europeo per l’assegnazione di uno degli hub per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Abbiamo fatto sistema, a fronte di 77 candidature in Europa, ne abbiamo presentata una comune e siamo fiduciosi di ottenerla
”.

Le piattaforme digitali dell’ONU verso l’Italia?

In termini di riconoscimenti internazionali, ha affermato Urso, “abbiamo realizzato a Roma in pochi mesi, nel quadro del piano Mattei per l’Africa, l’hub per lo sviluppo sostenibile, presso la sede dell’UNDP delle Nazioni Unite. E sappiamo che le Nazioni Unite intendono trasferire in Europa, verosimilmente a Roma, tutte le piattaforme digitali”.

L’Italia, per quanto riguarda l’Intelligenza artificiale, il quantum, i data center e l’innovazione – ha concluso ottimista il ministro – può svolgere il proprio ruolo da protagonista in Europa“.

Transizione 5.0, superata la soglia dei 3 miliardi di euro

Riguardo al pericolo di deindustrializzazione nel nostro Paese, Urso ha ricordato che grazie al programma Transizione 5.0, che si concluderà a fine anno, si supereranno “tira 370 milioni in un mese e in 15 mesi si supererà la soglia dei 3 miliardi, a fronte di circa 2,2 che saranno conseguiti nello stesso periodo da Industria 4.0” e che “tutte le risorse saranno indirizzate al sistema delle imprese“.

Stiamo studiando con Confindustria come meglio utilizzare uno strumento che sia orizzontale, che riguardi tutti e che continui sulla strada di incentivare l’innovazione tecnologica, anche ai fini energetici, delle nostre imprese“, ha precisato il ministro.

Il Piano Transizione 5.0 si pone l’obiettivo di favorire la trasformazione dei processi produttivi delle imprese, rispondendo alle sfide poste dalle transizioni gemelle, digitale ed energetica.

Secondo Unindustria, però, a meno di tre mesi dalla conclusione del programma di finanziamento, su 6,3 miliardi di euro disponibili alle imprese, ne sono stati chiesti solo un terzo.
Ancora più dura la presidente di Confindustria Vicenza, Barbara Betrame Giacomello, all’assemblea congiunta con Confindustria Verona: “Un flop, Le nostre aziende non sono state proprio in grado di arrivarci perché c’è stata troppa burocrazia, troppi paletti“.

A fine hanno, a detto il ministro Urso, Transizione 5.0 “andrà rifinanziata con risorse nazionali“, per svincolare questa misura dall’Europa.

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz