Analisi

Crowd4Fund. Quattro miti sul crowdfunding sfatati da Darren Westlake, CEO di Crowdcube

di Fabio Allegreni |

I pregiudizi sull’equity crowdfunding sono duri a morire persino in UK. Ecco cosa pensa il CEO di Crowdcube Darren Westlake

Crowd4Fund è una rubrica in collaborazione con Crowdfunding Buzz e a cura di Fabio Allegreni. Novità e approfondimenti sul Crowdfunding nelle sue diverse forme. Il focus principale è sull’Italia, senza dimenticare i trend internazionali più significativi. Clicca qui per leggere tutti i contributi.

In UK, nonostante il grande successo che l’equity crowdfunding ha sperimentato negli ultimi anni, i miti e i pregiudizi su questa innovativa forma di finanziamento faticano a morire.

Molti di questi sono simili a quelli che sentiamo spesso riferire anche all’equity crowdfunding italiano.

Ci sembra quindi particolarmente interessante, anche per imprese, investitori e piattaforme italiane, riportare le considerazioni di Darren Westlake, co-fondatore e CEO di Crowdcube, la maggiore piattaforma inglese.

  1. Scarsa sofisticazione del crowd

Una cosa che un imprenditore sente spesso dire è che “la folla” non è sofisticata. Questo assunto è frutto di disinformazione e mina purtroppo la credibilità degli investitori. Gli investitori nel Crowdfunding tendono in realtà ad essere sofisticati e competenti, molto istruiti e benestanti. Molti di loro lavorano per grandi marchi internazionali, come JP Morgan, IBM e Google. Circa il 60% dei più di 100 milioni di sterline investiti attraverso Crowdcube nel 2015 è venuto da ‘investitori sofisticati’ o ‘individui high-net-worth’.

E’ anche importante ricordare che “la folla” porta una saggezza collettiva oltre a mettere a disposizione il capitale. Le svariate esperienze e competenze di chi investe contribuiscono senza alcun dubbio a valutare più a fondo un business e a determinare così la probabilità che raggiunga il suo obiettivo di finanziamento.

 

  1. Scarsa possibilità di vedere ritorni sull’investimento

 

Un altro mito interessante è quello secondo cui gli investitori non potranno mai vedere il ritorno sul proprio investimento. In realtà, sta già accadendo, con due exit proprio nel 2015. E-Car Club è stata la prima exit al mondo di una società finanziata in crowdfunding, essendo stata venduta a Europcar, e le 63 persone che hanno investito complessivamente 100.000 sterline nel 2013 hanno ottenuto un ritorno multiplo.

Poi, Camden Town Brewery è stata venduta alla maggiore società di bevande del mondo, AB InBev, proprio alla fine dello scorso anno. In termini di crowdfunding questo è stato un traguardo importante e ha finalmente visto l’industria del crowdfunding raggiungere la maggiore età.

  1. Sopravvalutazione delle società

 

I commentatori hanno anche messo in dubbio che il valore delle imprese che raccolgono soldi sui siti di crowdfunding sia corretto, sostenendo che sia spesso sopravvalutato. E’ importante ricordare che la valutazione di un’azienda è sempre un fatto soggettivo. Se non altro, le valutazioni sui siti di crowdfunding sono più trasparenti, aperte e corrette, perché alla fine sono i membri del crowd che decidono se la valutazione sia accurata e se vale la pena di investire in quel business.

Molte piattaforme, tra cui sicuramente Crowdcube, hanno un team di analisti esperti che valutano le imprese prima di presentarle sul sito. Gli investitori poi discutono apertamente sul nostro forum e, spesso, accade che una società rivaluti la propria posizione in base al feedback del crowd. In UK il mercato in generale sta vedendo valutazioni più alte, il che riflette il profilo di cambiamento delle imprese che si candidano al crowdfunding, molte delle quali sono aziende consolidate con comprovate performance di successo, che cercano capitali per finanziare la propria crescita.

  1. Incompatibilità con i Venture Capital

 

Spesso ci viene anche chiesto se la raccolta su un sito di crowdfunding faccia naufragare i piani per altre forme di investimento, come i fondi di venture capital. La verità è che è ormai normale per le società di venture capital collaborare con le principali piattaforme di crowdfunding.

Crowdcube sta lavorando con un crescente numero di importanti venture capitalist in Europa, come ad esempio JustPark, sostenuto da BMW iVentures e Index Ventures, Adzuna, sostenuta da Index Ventures, Passion Capital e The Acceleration Group. Inoltre, Balderton Capital, DN Capital e il governo del Regno Unito attraverso il London Co-Investment Fund (LCIF) sono altri investitori di primo piano su Crowdcube a fianco del crowd.