Finanza

Crowd4Fund. ‘Il ruolo delle ricompense nel reward crowdfunding’. Intervista a Roberto Esposito (DeRev)

di Fabio Allegreni |

Le ricompense proporzionali all’entità delle donazioni giocano un ruolo fondamentale nelle campagne di reward crowdfunding.

Chi decide di partecipare a una campagna di reward crowdfunding è principalmente mosso, almeno in prima battuta, dal piacere di contribuire ad un progetto o a un’iniziativa stimolante. Ma quando arriva il momento di metter mano alla carta di credito, bisogna decidere quanto donare. Le ricompense proporzionali all’entità delle donazioni che, quasi sempre, affiancano una campagna giocano allora un ruolo fondamentale.

Ma come si fa a determinare correttamente le ricompense?

Lo abbiamo chiesto a Roberto Esposito, blogger napoletano noto in tutto il mondo (è nel Guinness dei primati), ma, soprattutto, fondatore di DeRev, una delle piattaforme di reward crowdfunding italiane di maggior successo. Tra le altre, DeRev ospita la campagna di raccolta fondi online più grande mai realizzata in Italia, che, ad ora, ha raccolto quasi 1.500.000 euro per la ricostruzione di Città della Scienza di Napoli.

Crowd4Fund è una rubrica in collaborazione con Crowdfunding Buzz e a cura di Fabio Allegreni. Novità e approfondimenti sul Crowdfunding nelle sue diverse forme. Il focus principale è sull’Italia, senza dimenticare i trend internazionali più significativi. Clicca qui per leggere tutti i contributi.

Fabio Allegreni. Qual è il ruolo delle ricompense nel crowdfunding?

Roberto Esposito. Una delle questioni essenziali nella costruzione di una campagna di crowdfunding efficace è la scelta delle ricompense con cui motivare gli utenti che decidono di sostenere il progetto. Un modo per dire “grazie” a chi decide di finanziare un’idea che non è naturalmente obbligatorio, e che anzi caratterizza il modello di raccolta definito “reward-crowdfunding”, ma che è indicativo per sottolineare quanto l’elemento dello scambio sia essenziale in alcune campagne di raccolta fondi.

Fabio Allegreni. La ricompensa è sempre irrinunciabile o si può anche farne a meno?

Roberto Esposito. La prima domanda da porsi in merito è quando la ricompensa sia davvero importante per il successo di un crowdfunding; la risposta, per quanto varia e indicativa, non lascia dubbi su alcuni casi specifici: in particolare, se il progetto che si chiede di finanziare è profit – orientato al business, o comunque proposto da un soggetto giuridico che intende svolgere un’attività economica a fini commerciali – l’eventuale mancanza di ricompense viene considerata dall’utente sempre come un’incoerenza, e come tale viene punita con la peggiore delle sanzioni: il disinteresse.

Nel novero delle ipotesi in cui le ricompense sono ritenute più che opportune, ci sono sicuramente i progetti artistici e creativi (album musicali, libri, prodotti di design, spettacoli teatrali ecc.), ma anche quelli inerenti l’innovazione di prodotto o imprenditoriale, come le startup innovative.

Fabio Allegreni. E dove la raccolta non riguarda un “prodotto”, ma un bene comune, come nel caso della vostra raccolta a favore della Città della Scienza?

Roberto Esposito. Anche nelle raccolte fondi votate al perseguimento del bene comune (basti pensare al civic crowdfunding, che riguarda in genere la costruzione, riqualificazione o rigenerazione di beni della comunità, come parchi e strutture pubbliche), in cui il ritorno per i donatori è immediatamente percepibile nel miglioramento della qualità dell’ambiente e della vita dei residenti (primi chiamati al sostegno), non di rado vengono previste anche delle ricompense – magari di carattere simbolico e meno “materiale” – che possano incentivare ulteriormente la donazione, regalando magari un riconoscimento in termini di visibilità a chi ha contribuito.

Fabio Allegreni. Esiste la “ricompensa perfetta”?

Roberto Esposito. Dovendo comunque tracciare i contorni della “ricompensa perfetta” nel reward crowdfunding, si possono con certezza individuare tre caratteristiche fondamentali, delle quali almeno una deve contraddistinguere il corrispettivo della donazione: in primo luogo, la ricompensa deve concedere qualcosa a un controvalore inferiore al normale prezzo di mercato.  In secondo luogo, deve essere in anteprima rispetto al rilascio sul mercato. Infine, deve essere elargita con modalità che ne rendano evidente la specialità e la relativa esclusività (edizione limitata, personalizzata o rarità).

Sono questi i valori essenziali che l’utente riconosce come vantaggiosi nel “contratto non scritto” di un reward crowdfunding.