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Crisi dei Chip, Giorgetti: “Massima attenzione del Governo, vicini a chi investe”

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Il ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, sottolinea la ''consapevolezza della strategicità di questo settore ha condotto il governo a incentivare e assistere le imprese che operano nel settore''.

”Il Governo sta assicurando la massima attenzione alla grave crisi dei chip, proprio per l’interesse nazionale che è connesso al comparto dell’elettronica e dell’innovazione tecnologica e l’intenzione di assicurare a tutti coloro che sono intenzionati a investire e produrre nel settore il massimo l’accompagnamento governativo”.

Così il ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, nel corso del question time (min 45:51) che si è svolto ieri alla Camera, parla della grave crisi dei chip che sta colpendo le aziende tecnologiche di tutto il mondo, in modo particolare le aziende Hi-Tech e il settore dell’Automotive.

Il Mise in pressing sull’Ue per gli aiuti di Stato

Confermando ”la strategicità” del comparto dell’elettronica e della microelettronica, Giorgetti sottolinea in particolare le difficoltà che si stanno riscontrando nella produzione dei microchip. Proprio la ”consapevolezza della strategicità di questo settore ha condotto il governo, sia attraverso lo strumento dei contratti di sviluppo sia con l’allocazione di importanti risorse del PNRR, a incentivare e assistere le imprese che operano nel settore”, ha detto il ministro. In particolare ricorda una realtà particolare‘che costituisce un’eccellenza a livello europeo e globale”, quella della società italio-francese St Microelettronics che ha un importante centro di produzione e di ricerca in Sicilia, nel catanese.

Su questa realtà ”la società ha annunciato un ulteriore investimento di 400 milioni di euro, che è assistito parzialmente e da contribuzione statale”. Questo tipo di investimento ”contribuirà a rafforzare la dimensione sia diretta che dell’indotto dell’industria, e quindi conseguentemente dell’occupazione”. Inoltre ”contribuirà a quell’autonomia strategica che dovrebbe avere l’industria nazionale ed europea in merito alla fornitura di semiconduttori”. Purtroppo la situazione ha subito una battuta arresto, perché la normativa europea in materia di aiuti di Stato pone la necessità dell’autorizzazione a livello comunitario di queste forme d’investimento, in particolare dell’assistenza da parte dello Stato”, ricorda Giorgetti. ”A questa situazione gli uffici del ministero stanno cercando di ovviare, con continue pressioni e pressing a livello comunitario”.

Per il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco in conferenza stampa al termine del meeting dei Ministri delle finanze e dei Governatori delle banche centrali nell’ambito del G20, i problemi nelle forniture di semiconduttori “sono una questione cruciale che colpisce in particolare paesi come la Germania, ma anche l’Italia: si troverà una soluzione ma ci vorrà qualche mese per adeguare l’offerta a una domanda che è cresciuta molto più di quanto previsto”.

L’Europa corre ai ripari con il chip acts

Nel frattempo la Commissione europea ha annunciato il piano per un nuovo ‘ecosistema’ per la produzione di chip con l’obiettivo di rendere la Ue competitiva e autosufficiente dopo che la carenza mondiale di semiconduttori ha mostrato i rischi della dipendenza dai fornitori statunitensi e asiatici.

“Presenteremo un nuovo ‘Chip act‘ europeo. L’obiettivo è di creare insieme un ecosistema per chip all’avanguardia, anche in merito alla produzione. Ciò garantisce la nostra sicurezza in termini di fornitura e svilupperà nuovi mercati per l’innovativo (settore) tech europeo“, ha annunciato lo scorso settembre la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

Thierry Breton, Commissario Europeo per i mercati interni, ha spiegato che il piano europeo prevede la costruzione di impianti di fabbricazione dei chip in territori Ue con l’istituzione di un fondo comunitario per la realizzazione dei semiconduttori. Al momento oggi sia l’industria di elettronica di consumo sia quella militare sono dipendenti dai grandi colossi asiatici come Samsung e in modo particolare con la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), il più grande produttori di semiconduttori al mondo. Proprio TSMC ha registrato un fatturato consolidato di 414,67 miliardi di NT$ (circa 12,7 miliardi di euro), un utile netto di 156,26 miliardi di NT$ (circa 4,8 miliardi di euro) e un utile diluito per azione di 6,03 NT$ (1,08 dollari per ADR) per il terzo trimestre conclusosi il 30 settembre 2021 . Anno su anno, il fatturato del terzo trimestre è aumentato del 16,3%, mentre l’utile netto e l’utile per azione diluito sono aumentati del 13,8%. Rispetto al secondo trimestre 2021, i risultati del terzo trimestre hanno rappresentato un aumento dell’11,4% dei ricavi e un aumento del 16,3% dell’utile netto.

Cnh chiude i propri impianti per carenza di semiconduttori

Anche CNH Industrial non si salva dalla crisi di semiconduttori che sta attanagliando l’economia globale, un giorno dopo l’annuncio di Apple di un taglio alla produzione di 10 milioni di nuovi iPhone per problemi sulle forniture di chip.

Il gruppo, che produce veicoli industriali, ha comunicato ieri in una nota che chiuderà “temporaneamente diversi dei propri siti produttivi di macchine agricole, veicoli commerciali e sistemi di propulsione in Europa”, come diretta conseguenza “delle interruzioni alla catena di fornitura e alla carenza di componenti chiave, in particolar modo semiconduttori”.

La società, spiega la nota, rivede “costantemente i propri piani di produzione per rispondere a questo contesto altamente volatile” e programma di chiudere gli impianti interessati “per non più di otto giorni lavorativi nel mese di ottobre”, con l’Azienda che “rimane costantemente impegnata a ottimizzare le operazioni produttive al fine di rispondere alla continua forte domanda”.

Hyundai produrrà i chip

La multinazionale coreana dell’automotive Hyundai produrrà in prima persona i chip necessari alla produzione dei propri veicoli , in modo da essere meno dipendente da produttori di semiconduttori. Jose Munoz, chief operating officer della società, ha annunciato: “Vogliamo essere in grado di sviluppare i nostri chip all’interno del gruppo , quindi essere un po’ meno dipendenti in una potenziale situazione come questa. Questo richiede molto tempo e investimenti, ma è qualcosa su cui stiamo lavorando”.

Nell’arco dell’ultimo anno, diversi produttori di auto, tra cui la stessa Hyundai, hanno infatti dovuto sospendere la produzione per carenza di componenti chiave.