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La crisi di chip pesa anche su Apple, la produzione dell’iPhone 13 verrà ridimensionata

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La casa di Cupertino taglierà di 10 milioni di unità la produzione del nuovo iPhone 13. Per la prima volta anche Apple dovrà fare i conti con la crisi dei semiconduttori.

La crisi delle forniture di chip in tutto il mondo colpisce anche Apple. L’azienda di Cupertino, nonostante il suo grande potere contrattuale che sembrava in grado di renderla immune alle conseguenze negative di un problema che interessa aziende hi-tech (e automotive) di grandi e piccole dimensioni, non raggiungerà i suoi obiettivi di produzione per il nuovo iPhone 13.

Secondo quanto riporta Bloomberg, dei 90 milioni di iPhone previsti entro la fine dell’anno, Apple dovrà ‘accontentarsi’ di 80 milioni perché i suoi fornitori Broadcom e Texas Instruments non possono tenere il passo con la domanda, hanno detto le fonti dell’agenzia di stampa.

Texas Instruments fornisce ad Apple chip per la gestione dell’alimentazione degli schermi OLED, mentre Broadcom si occupa della componentistica per la connettività wireless. La fonte aggiunge che Apple sta riscontrando difficoltà di approvvigionamento anche di componenti da altri fornitori, senza specificare però quali.

La crisi sta colpendo in particolar modo i modelli Pro come dimostrano i tempi di consegna tramite lo store ufficiale di Apple che al momento riportano la data del 12-19 novembre effettuando l’ordine oggi (dati tratti dal sito italiano), e le scorte ormai terminate presso numerosi Apple Store.

L’automotive in forte crisi: annullato il Salone di Ginevra

Il settore delle telecomunicazioni è altrettanto vulnerabile alla carenza di semiconduttori e altri componenti quanto l’industria automobilistica che secondo stime di AlixPartners rilanciate a maggio da Bloomberg, ha perso 110 miliardi di dollari e mancata produzione di 3,9 milioni di veicoli nel 2021 a causa della carenza di chip.  

Una crisi, quella dell’Automotive, che ha portato all’annullamento del Salone dell’auto di Ginevra del 2022. “Molti espositori hanno indicato che le incertezze causate dalla pandemia di Covid-19 rendono impossibile per loro assumere un impegno fermo per Gims 2022. A ciò si aggiunge il negativo impatto che l’attuale carenza di semiconduttori ha sulle case automobilistiche”, ha dichiarato l’amministratore delegato del Salone Internazionale dell’Automobile di Ginevra, Sandro Mesquita. “ È probabile che la crisi dei chip si trascini anche nel prossimo anno, con implicazioni finanziarie negative per i costruttori. “In questi tempi incerti – prosegue Mesquita -, molti marchi non sono quindi in grado di impegnarsi a partecipare a una fiera che si sarebbe svolta in poco più di quattro mesi. Considerando tutti i fattori, è apparso chiaro che era necessario posticipare la manifestazione, e annunciare la notizia il prima possibile per evitare l’annullamento a breve termine”.

La crisi dei chip terminerà nel 2023

Oltre agli smartphone e alle auto, anche altri segmenti del settore Tlc come l’IoT e il Cloud sono stati colpiti dalla mancanza di chip. E questo quadro potrebbe durare molto a lungo, fino al 2023 inoltrato, intaccando la produzione di smartphone, router, dispositivi IoT con conseguenze evidenti sul processo di digitalizzazione globale e risvolti negativi anche sui ricavi di operatori di rete e fornitori di tecnologia.

Intanto, il tempo che passa fra l’ordine e la consegna di circuiti integrati nel settore Tlc secondo stime di Susquehanna Financiall Group è passato da 17 settimane che ci volevano in aprile a più di 20 settimane a luglio.

Il tempo di attesa per i chip necessari alla realizzazione di router da parte degli Isp ha superato l’anno, è pari a 14 mesi e non è comunque inferiore alle 60 settimane. Il trend è in aumento.