L'analisi

Coronavirus: titoli tecnologici ancora nel panico. Software e internet in controtendenza

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L’annuncio della pandemia ha avuto i suoi effetti negativi sulle nostre vite e anche sulle borse di tutto il mondo. I titoli tech hanno accusato malamente il colpo, ma non tutti: forse ci sono delle opportunità per il settore “virtual”, tra cui le tecnologie software, internet, i media e i social chiaramente.

L’annuncio dell’Organizzazione mondiale della sanità del passaggio del covid-19 da epidemia a pandemia ha avuto l’effetto che tutti si aspettavano: di nuovo borse a picco e un ulteriore irrigidimento delle misure di contenimento del virus in tutti i Paesi del mondo, soprattutto in Italia e in altre nazioni, che al momento registrano i picchi maggiori di contagi e decessi.

Il crollo delle quotazioni del petrolio, poi, non ha fatto altro che peggiorare la situazione sui mercati finanziari e in borsa, continuando sul sentiero tracciato dal lunedì nero: “Il coronavirus è il catalizzatore di un possibile rallentamento della crescita economica”, ha commentato Mark Hawtin, Investment Director, Technology Equities di GAM, su financialounge.com.

La situazione tra Opec e Russia rischia di peggiorare le cose e crea un ostacolo per le banche centrali e i governi che cercano di trovare strumenti di stimolo. Il nostro scenario di base prevede ora una fase di bassa crescita o di recessione globale”, ha dichiarato il Direttore investimenti della società globale di gestione patrimoniale.

Titoli tech

I titoli tecnologici stanno subendo l’impatto peggiore di questa crisi al momento, con forti ribassi sui mercati azionari di tutto il mondo. Dagli Stati Uniti arrivano notizie poco confortanti, in tal senso: “Giornata difficile quella vissuta il 12 marzo per il derivato sui titoli Tech americani, che termina in ribasso a 7.992”, si legge nell’analisi del Future E-mini Nasdaq 100 di Teleborsa.

Nuove evidenze tecniche classificano un peggioramento della situazione per il future sull’E-mini Nasdaq 100, con potenziali discese fino all’area di supporto più immediata vista a quota 7.788,75”, è precisato nell’articolo, che termina con un giudizio pessimista: “Le attese per la sessione successiva sono per una continuazione del ribasso”.
Un giudizio negativo ribadito da giorni.

Chi si salva?

Negativo non per tutti lo scenario, però, perché nel settore titoli tecnologici bisogna distinguere tra le catene di fornitura globale, quindi gli smartphone, i semiconduttori e le automobili, che soffrono del blocco/rallentamento delle supply chain globali, e il settore “virtual”, come il vasto universo software, internet e i media, tra cui i social chiaramente.

Basti pensare alla corsa alle piattaforme online per la telemedicina e il teleconsulto medico, per smart working e didattica digitale, ma anche del più classico classico ecommerce, che proprio qui da noi è partita all’indomani dell’esplosione di epidemia di coronavirus. Le chat, i servizi online, i software bot, gli assistenti virtuali, le teleconferenze, le piattaforme per la video collaborazione, le aziende impegnate in questo tipo di soluzioni tecnologiche potrebbero andare incontro ad un periodo di crescita, non di crisi dei consumi e della domanda.

Solo per fare alcuni esempi, come evidenziato dalla Cnbc, c’è la società Zoom, che vende software per video conference e che è cresciuta del 67% da inizio anno, ma anche la chat Slack, che ha visto una crescita dell’11%, la piattaforma cloud di video servizi e messaggistica istantanea RingCentral del 24%, il desktop virtuale di Citrix del 6%.