Le reazioni

Copyright, la riforma Ue lascia dubbi sul geoblocking e riapre il caso Google News

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Poco chiare le misure sulla portabilità dei contenuti mentre si riaccendono i riflettori sugli aggregatori di notizie online e sul ruolo degli editori.

Le proposte presentate ieri dalla Commissione Ue, una sulla portabilità dei contenuti e l’altra sul commercio elettronico transfrontaliero, hanno acceso il dibattito in vista della riforma del diritto d’autore che sarà presentata la prossima primavera.

I due provvedimenti erano molto attesi e la Commissione temeva una levata di scudi, specie per quanto riguarda le nuove misure che avviano dal 2017 la portabilità dei contenuti ovvero la possibilità di accedere ai servizi pay da qualunque Paese Ue.

Insomma i contenuti online non avranno più frontiere e anche in viaggio si potrà accedere a Sky o a Netflix mentre prima l’abbonamento dava accesso al servizio solo nel Paese di residenza.

Una grossa e importante novità che scioglierà, forse, il nodo del geoblocking. Ma le nuove misure accendono nuovamente i riflettori anche sugli aggregatori di notizie e qualcuno già parla di riapertura del caso Google News che sembrava sopito.

Queste proposte di regolamento devono ancora essere discusse dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione che riunisce i 28 Paesi membri.

A differenza delle direttiva, i regolamenti sono obbligatori dal momento della loro entrata in vigore e non è necessaria alcuna misura nazionale per renderli operativi all’interno di ogni Paese Ue.

 

Ministro Franceschini: ‘Insieme siamo il mercato più forte del mondo’

Ha parlato di diritto d’autore online oggi il Ministro alla Cultura, Dario Franceschini, in occasione della cerimonia per i 70 anni dell’Agis, per dire che “è fondamentale anche perché riguarda la sensibilità dei giovani che non capiscono perché devono pagare per scaricare qualcosa che hanno sempre avuto gratuitamente. Ma se manca il copyright, se ne va anche la libertà degli autori”.

Il Ministro ha poi informato d’aver scritto ai colleghi di Francia e Germania, “sul confronto con i grandi operatori della rete, che hanno grande capacità di esercitare selezione e controllo”.

“Penso a YouTube come a Google – ha indicato Franceschini – che hanno grandi possibilità di forzare le regole e di fare regole diverse tra chi è forte e chi è debole. In questo settore l’Europa sta combattendo una battaglia troppo sulla difensiva. Siamo preoccupati di come difenderci dal mercato anglosassone e spaventati da Netflix e YouTube. Ma noi messi tutti insieme siamo un mercato fortissimo. Se riusciamo ad uscire dal livello nazionale della competizione diventiamo il mercato più forte del mondo dal punto di vista dei contenuti. Possiamo non solo reggere questa sfida, ma sederci forti a quel tavolo, dettando o comunque discutendo le regole sulle quali devono muoversi i governi ma anche le associazioni”.

Mediaset: ‘Chiarimenti sulle responsabilità degli intermediari’

A caldo Mediaset ha detto di non avere niente in contrario in merito alla portabilità dei contenuti ma ha lamentato che non siano state affrontate le urgenze come per esempio l’enforcement a tutela dei contenuti.

“Servono norme europee contro la pirateria e a protezione dei contenuti audiovisivi. Chiarimenti sul regime di responsabilità degli intermediari. E’ questa la deriva che rischia di mettere in crisi il modello mondiale di business che ha permesso all’industria culturale di crescere, il resto rischia di essere solo demagogia”, ha detto Mediaset.

Netflix: ‘Già pronti’

La piattaforma americana di video streaming, Netflix, molto presente in Europa e anche in Italia dal 22 ottobre, ha espresso apprezzamento, sottolineando che il gruppo è già impegnato in prima linea nell’assicurare a tutti i propri abbonati “una grande programmazione ovunque si trovino”. A Netflix i vertici stanno già studiando la proposta Ue.

I timori

Le nuove misure inquietano i produttori di opere audiovisive e i broadcaster di eventi sportivi secondo i quali rappresenterebbero una breccia nel principio di territorialità.

La Commissione ha ricevuto forti sollecitazioni dai player maggiormente coinvolti.

Il Commissario Ue alla Digital Economy Günther Öttinger è stato chiaro, facendo capire che senza gli attuali meccanismi di finanziamento del cinema “non si avrebbe in Europa che blockbuster di Hollywood”.

Restano però dubbi sulle modalità concrete di applicazione di questo testo.

La Commissione Ue ha indicato che, riguardo alla portabilità dei contenuti, le misure si applicheranno agli abbonati ‘presenti temporaneamente’ in un altro Stato membro diverso da quello di residenza.

Quando ci si trova, per esempio, fuori per un viaggio d’affari o per le vacanze, ma non ha precisato la durata di questa permanenza.

Sarà, ha indicato la Ue, responsabilità dei fornitori di contenuti definire le condizioni dell’offerta e di portabilità.

 

Si riapre il caso Google News

Altre disposizioni riguardano la pirateria. Il sistema sarà quello del follow the money per colpire anche gli inserzionisti che fanno pubblicità sulle piattaforme illegali.

Ma a catturare l’attenzione è anche la parte che riguarda gli aggregatori di notizie.

L’approccio adottato, spiega la Ue, sarà proporzionato: “Non c’è alcuna intenzione di “tassare” i collegamenti ipertestuali; in altre parole, agli utenti non verrà chiesto di pagare per condividere un collegamento ipertestuale a contenuti protetti dal diritto d’autore”.

Sarà tuttavia trovata una soluzione a livello Ue per garantire trasparenza, certezza giuridica e la giusta remunerazione delle parti coinvolte.

Secondo alcuni osservatori questo riaprirebbe il caso Google News che ha determinato duri scontri in Europa, specie in Germania, dove sono stati adottati provvedimenti ad hoc anche se poi gli editori per non perdere traffico internet sono rimasti sulla piattaforma, e in Spagna dove la web company ha poi deciso di oscurare il servizio.

In altri Paesi Ue si sono trovate soluzioni diverse e molti governi hanno accettato di buon grado l’impegno di Google che ha istituito un fondo per sostenere l’editoria digitale.

Si riaprirà un nuovo fronte di discussione?