Diritti tv

Copyright. Condannato provider USA: trasmetteva illegalmente Mediaset

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Soddisfazione di Mediaset: ‘Per la prima volta in Italia un tribunale condanna al risarcimento dei danni il provider che pubblica contenuti caricati dagli utenti’.

Nuovo e duro attacco alla pirateria in Italia. Questa volta sotto la lente della giustizia è finita la piattaforma online USA Break.com che trasmetteva illegalmente programmi televisivi di Mediaset.

Con una nota l’azienda televisiva informa che il Tribunale di Roma con sentenza del 27 aprile ha condannato Break.com per uso illecito dei contenuti tv del Biscione.

Ai responsabili della piattaforma digitale è stato intimato di provvedere a un risarcimento di 115 mila euro (pari a circa 1.300 euro per ogni minuto illecitamente pubblicato), al pagamento delle spese processuali e di una penale di 1.000 euro per ogni eventuale futura violazione.

Lo scorso novembre è stato un altro cosa a fare giurisprudenza: l’oscuramento di Rojadirecta, piattaforma che trasmetteva illegalmente le partite della Serie A e della Champion League, i cui diritti tv sono di Sky e Mediaset. In quella circostanza il Tribunale di Milano ha obbligato, per la prima volta in Italia, un Isp (Fastweb) a inibire l’accesso al sito pirata, coinvolgendo successivamente anche Telecom Italia che non si era adeguata al provvedimento.

“La nuova sentenza – sottolinea oggi Mediaset – rappresenta un ulteriore passo avanti nella giurisprudenza relativa alla tutela del diritto d’autore degli editori italiani in ambito digitale. Il Tribunale, accogliendo i più recenti precedenti comunitari, ha stabilito la responsabilità civile di chi pubblica contenuti caricati dagli utenti”.

 

Per l’azienda è “rilevante il nuovo ruolo attribuito agli aggregatori: non più intermediari tecnici e passivi ma “impresa globale” che utilizza i contenuti messi a disposizione del pubblico per alimentare il proprio business pubblicitario”.

“”L’intervento diretto nei contenuti”, continuano i giudici di Roma, è dimostrato anche attraverso i “video correlati” e la presenza di un “editorial team”, elementi che dimostrano la posizione del provider come “hosting attivo””.

In altre parole, spiega Mediaset, vi è “conoscenza effettiva” degli illeciti. E il titolare dei diritti non ha nessun obbligo preventivo di fornire agli aggregatori gli specifici URL “vietati”, in quanto si tratterebbe di un onere irragionevolmente gravoso e privo di qualsiasi fondamento normativo.

“La nuova sentenza – conclude Mediaset – aggiunge un importante contributo alla cultura giuridica dei “principi fondamentali” a tutela di chi investe realmente nella produzione di contenuti italiani originali”.