il video

Cloud. “Il PSN non un obbligo per le Pa, ma un’opzione”. Un’infrastruttura senza alcuna certezza di domanda?

di |

L’affermazione di Paolo De Rosa, CTO Dipartimento per la Trasformazione Digitale (insieme al ministro Vittorio Colao ha scritto la strategia Cloud Italia), espressa nel webinar del GARR descrive uno scenario inedito, che sollecita non pochi quesiti.

“Il Cloud nazionale non è un ‘trattamento sanitario obbligatorio’ per nessuna Pa”, ha esordito così Paolo De Rosa, CTO Dipartimento per la Trasformazione Digitale, che insieme al ministro Vittorio Colao ha scritto la strategia Cloud Italia, al workshop online organizzato questa mattina da GARR.

Il CTO del dipartimento per la trasformazionale digitale: “Il PSN non obbligatorio per nessuna PA”

Alla nostra domanda, in qualità di moderatore del panel, “la migrazione al cloud nazionale e al Polo Strategico Nazionale sarà obbligatoria o sarà solo un’offerta per quelle Pa con data center fatiscenti?”.

De Rosa, in modo inequivocabile ha spiegato: “Il Polo Strategico Nazionale, dopo la classificazione dei dati e dei servizi, sarà ‘la casa sicura’ per le Pa che oggi non hanno un’infrastruttura sufficientemente sicura, come emerso dal censimento AgID, e quindi si rivolgerà, principalmente, alle pubbliche amministrazioni centrali”.

“Dunque”, ha aggiunto, “viene offerta una possibilità, perché la norma non obbliga nessuno a non andare verso il mercato. La norma prevede o la soluzione del mercato o il PSN. L’unico obbligo sarà il rispetto dei requisiti minimi di sicurezza, che l’Agenzia Cybersicurezza Nazionale sta definendo, per i fornitori delle soluzioni cloud destinate al PSN e alle pubbliche amministrazioni locali”. 

“Per queste ultime”, ha aggiunto De Rosa, “la norma dà la possibilità alle Pa locali di rivolgersi alle infrastrutture di qualità presenti già sul territorio italiano, come le in-house regionali, che saranno conforme ai requisiti minimi, su cui non ci saranno sconti. Le stesse Pa locali potranno alternativamente rivolgersi al mercato o al PSN, per quest’ultimo solo nel caso di trattamento di dati critici e strategici”. 

“Chi può camminare con i suoi piedi non ha nessun problema

Dunque, De Rosa, CTO Dipartimento per la Trasformazione Digitale, per la prima volta ha rivelato che la migrazione verso il PSN non sarà un obbligo per nessuna Pa centrale e locale. Sarà un’opzione in più alle soluzioni attuali. 

“Chi può camminare con i suoi piedi”, ha detto De Rosa, “non ha nessun problema, perché noi non mettiamo obblighi, se non offrire una soluzione a chi non ha le competenze interne per realizzare un’infrastruttura cloud all’avanguardia. Le 3 candidature per il PSN dimostrano”, ha concluso De Rosa, “che la strategia Cloud Italia sta funzionando”.

È un elemento di novità e di sorpresa sapere che la migrazione delle Pa non sarà obbligatoria verso il Polo Strategico Nazionale (PSN). Nel PNRR è previsto circa un miliardo per favorire la migrazione al cloud nazionale delle Pa interessate, ma senza avere la certezza di quante PA andranno a beneficiare del futuro Polo Strategico Nazionale. 

Uno scenario inedito, che sollecita non pochi quesiti

Allora, perché spendere circa 2 miliardi di soldi del PNRR per far realizzare all’aggregazione di società pubblico-private, che si aggiudicherà la gara, una ‘cassaforte’ che non andrebbe più a custodire tutti i dati e servizi delle PA classificati come strategici e critici per l’Italia, come era definito ed indicato sino ad oggi?

C’è il rischio che si spendano circa 2 miliardi di soldi pubblici europei per andare, realmente, a soddisfare una scarsa domanda di cloud affidabile e resiliente da parte delle PA? Perché, secondo il censimento di AgID, esistono già:

  • 35 data center candidabili all’utilizzo da parte del polo strategico nazionale;
  • E 27 sono stati classificati nel gruppo A, quindi per renderli idonei basterebbero investimenti pubblici.

“Chi può camminare con i suoi piedi” non farà nessun passo avanti per entrare nel PSN. 

Sarà anche una ‘casa sicura’, ma servirà veramente a tutti gli italiani e soprattutto a tutte le infrastrutture critiche della Pubblica amministrazione? 

O sarà solo una ‘casa di lusso’ di cui si potrà fare a meno, perché la valida alternativa è la federazione di società pubbliche e private italiane (anche europee), specializzate in cloud ed in grado di essere conformi ai requisiti minimi che l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale sta definendo?

Clicca qui o sul video per vedere il workshop online Cloud nazionale e sovranità digitale: quale strategia per il Paese? a cui hanno partecipato:

Paolo De Rosa, CTO Dipartimento per la Trasformazione Digitale.
Vincenzo Di Nicola, Responsabile per l’Innovazione Tecnologica e la Trasformazione Digitale INPS.
Antonio Baldassarra, Consigliere Consorzio Italia Cloud.
Gianluca Mazzini, Direttore Generale Lepida.
Federico Ruggieri, Direttore GARR