Frequenze tv

Causeries. Interferenze tv, no a pretese eccessive

di Stefano Mannoni |

La questione delle frequenze interferenti è tornata alla ribalta. Sull’ennesima richiesta di compensazione finanziaria serve un atteggiamento fermo rispetto a pretese eccessive.

#Causeries è una rubrica settimanale sulle criticità dei mercati della convergenza e il loro rapporto con le grandi tematiche della regolazione, curata da Stefano Mannoni, professore di Diritto delle Comunicazioni presso l’Università di Firenze.
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La questione delle frequenze interferenti con i paesi esteri è tornata alla ribalta con straordinaria virulenza.

C’era da aspettarselo in quanto è stata lasciata incancrenire per troppo tempo.

Quando fu varato il piano di assegnazione delle frequenze nel 2010 l’Agcom affrontò pressioni di ogni sorta e da ogni parte volte a impedire che si procedesse a una razionalizzazione dello spettro, che si voleva lasciato alla “negoziazione” tra emittenti e parte politica.

Nondimeno l’Agcom tenne testa alle pressioni, insistendo proprio sulla necessità che le frequenze assegnate fossero suscettibili di coordinamento internazionale (il Prof. Antonio Sassano assistette l’Autorità in questa missione).

Ora dopo quattro anni da quella svolta le istituzioni si trovano di fronte alla ennesima richiesta di compensazione finanziaria, al cospetto della quale mi sembrano piuttosto arrendevoli.

Sappiamo tutti che il compito di fare ordine nello spettro in Italia è politicamente ingrato e non reca consensi.

Ma questo non dispensa dall’assumere un atteggiamento fermo rispetto a pretese eccessive, da qualunque parte esse provengano.

Se fermezza non vi è stata finora, vi è sempre tempo per riscattarsi.