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Canoni frequenze, ecco il decreto ‘tampone’ del MiSE

Frequenze

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Ministero dello Sviluppo economico, firmato dal Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, che fissa le regole ‘temporanee’ per il pagamento dei canoni riguardanti l’uso delle frequenze televisive del digitale terrestre.

Come anticipato da Key4biz, in base alle nuove norme gli operatori di rete dovranno pagare entro il prossimo 31 gennaio il 40% di quanto versato nel 2013, a titolo di acconto del contributo dovuto per il 2014 per l’utilizzo delle frequenze.

Successivamente lo stesso ministero determinerà definitivamente i contributi da versare per il 2014, sciogliendo così il nodo cruciale che riguarda il sistema di calcolo fissato dalla Delibera Agcom dello scorso settembre.

Contenuti del decreto

Più precisamente l’articolo 1 comma 1 del Decreto del 29 dicembre 2014 stabilisce che “In via transitoria, nelle more della determinazione da parte del Ministero dello sviluppo economico, con successivo decreto, dei contributi per l’utilizzo delle frequenze nelle bande televisive terrestri, gli operatori di rete sono tenuti a versare entro il 31 gennaio 2015, a titolo di acconto del contributo dovuto per l’esercizio finanziario 2014, una somma pari al 40 per cento di quanto versato nell’anno 2013”.

Gli operatori di rete avranno poi dieci giorni di tempo per comunicare al MiSE l’avvenuto pagamento trasmettendo copia del versamento effettuato.

Il comma 2 prevede infatti che “A dimostrazione dell’avvenuto pagamento le società sono tenute a trasmettere entro i dieci giorni successivi al Ministero copia dell’attestazione di versamento”.

Al comma 3 si precisa che “In caso di ritardato pagamento le somme sono aumentate degli interessi calcolati al tasso legale vigente e decorrenti dalla data di scadenza indicata al comma 1”.

Si aggiunge al comma 4 che “In caso di mancato pagamento del contributo e degli interessi, ove dovuti, si provvede al loro recupero a norma delle vigenti disposizioni in materia”.

L’articolo 2 comma 1 fissa che “A seguito del decreto di determinazione   definitiva   dei contributi di cui all’articolo 1, comma 1, gli operatori di rete sono tenuti al pagamento del saldo del contributo di competenza  dell’anno 2014 entro il termine fissato dal medesimo decreto”.

Al comma 2 si osserva che “Eventuali somme corrisposte indebitamente a titolo di acconto

Sono recuperate dagli operatori di rete detraendole dall’importo dovuto per l’anno 2015”.

Secondo l’articolo 3 comma 1 “Gli operatori di rete operanti su frequenze televisive terrestri in tecnica digitale, che non erano titolari di concessione e autorizzazioni per l’esercizio  dell’attività radiotelevisiva  in tecnica analogica, sono tenuti a pagare il contributo  di  competenza dell’anno 2014 in un’unica soluzione  alla  data  del  saldo  di  cui all’articolo 2, comma 1”.

 

Il Decreto ha avuto il via libera dalla Corte dei Conti lo scorso 14 gennaio.

Prossime tappe

Il prossimo step del Governo sarà quello di predisporre una norma primaria per modificare la Legge Passera-Monti dell’aprile 2012, alla quale si è allineata la Delibera Agcom nello stabilire il nuovo schema di calcolo per i canoni annuali.

Una delibera controversa quella dell’Autorità che ha sollevato un intenso dibattito specie dopo la decisione della Commissione Bilancio del Senato, il mese scorso, di respingere l’emendamento del Governo che di fatto chiedeva il congelamento del vecchio sistema in modo da predisporre una nuova legge.

Effettivamente non si può disapplicare una Delibera che è allineata a quanto prevede la Legge del 2012.

Per poterlo fare bisogna, infatti, intervenire a monte e cambiare la legge e superare così la contraddizione di quelle norme perché è impensabile garantire lo stesso gettito, quindi la neutralità finanziaria, intervenendo solo su una porzione del settore tv cioè quello degli operatori di rete che hanno giro d’affari che vale un decimo rispetto a quello editoriale.

Il Governo vuole sciogliere questo nodo ma siccome i tempi sono molto stretti, ha pensato di intervenire con questo Decreto ministeriale che prevede il versamento di un acconto entro il 31 gennaio.

Successivamente, ma ancora non si conosce la tempistica, si interverrà con una norma primaria per modificare l’assetto introdotto dalla Legge del 2012, modificando i criteri di applicazione e facendo così cadere i presupposti sui quali si basa al momento la Delibera dell’Agcom.

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