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Canone in bolletta, quale Rai avremo nelle nostre case?

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Quale Rai avremo nelle nostre case a fronte del canone in bolletta?

Mentre dopo la fiducia del Senato al maxiemendamento, la manovra finanziaria per il 2016 che regolamenta anche il canone è approdata alla Camera, in Commissione Lavori Pubblici di Palazzo Madama si discute il decreto sulla riforma della governance della tv pubblica.

E di Rai si parlerà questa sera al Teatro Verde a Roma, ore 21.00, alla kermesse organizzata dall’Appello Donne e Media dal titolo “NON E’ MAI-RAI TROPPO TARDI“!.

La riforma Rai risponde alle aspettative che attendiamo da anni per un Servizio Televisivo che rimetta al centro tutti noi, il “Pubblico”?

Sono 129 gli emendamenti al ddl sulla governance presentanti in Commissione al Senato. Ieri si è chiusa la discussione generale sul provvedimento, che torna oggi all’attenzione dell’organismo parlamentare. La riforma sarà all’esame dell’Aula dal 15 al 17 dicembre, per il via libera probabilmente definitivo.

Quello che si sa con certezza è che il canone sarò collegato alla bolletta elettrica e il pagamento sarà diluito in dieci rate, a partire dal prossimo luglio.

Per quanto riguarda la riforma della governance, è in corso una dura battaglia capeggiata da M5S, Lega Nord e Sel. Ma non sono mancate le proteste dei sindacati, specie da Usigrai del parere che le nuove norme non assicureranno alla Rai quella tanto decantata indipendenza dal potere politico.

La maggioranza sostiene con fermezza il nuovo assetto della governance: dall’introduzione della figura dell’amministratore delegato al Cda più snello, composto da sette membri e non nove, senza tralasciare la nuova figura del presidente di garanzia.

Il nuovo Cda, per non lasciare i vertici scoperti in attesa del varo delle nuove norme, è stato nominato a luglio con la vecchia Legge Gasparri.

La nuova figura dell’amministratore delegato, nominato dal Cda su proposta del Tesoro, ha scatenato le proteste dell’opposizione alla Camera.

Il dg Antonio Campo Dall’Orto, grazie alle disposizioni transitorie, acquisirà i poteri previsti per l’amministratore delegato nella riforma e una maggiore autonomia nella gestione aziendale.

Sotto la lente anche il nuovo Contratto di Servizio. Intanto con le nuove norme passano da tre a cinque gli anni di durata dei contratti nazionali per lo svolgimento del servizio pubblico. Acquista un potere maggiore il governo, che prima di ogni rinnovo dei contratti deve indicare gli indirizzi.

Su questo fronte l’Appello Donne e Media si continua a battere.

 

Che Rai avremo nelle nostre case? E’ con questo spirito che Gabriella Cims, Promotrice Appello Donne e Media e Blogger dell’Huffington Post, invita tutti alla kermesse di questa sera “NON E’ MAI-RAI TROPPO TARDI“!.

Tra spettacolo e dibattito, testimonianze e racconti di molti protagonisti della Rai, interventi musicali di cantautori, la partecipazione della redazione di BLOB e di David Riondino che chiuderà la serata (Ingresso libero).

“Naturalmente il contributo di Appello Donne e Media – spiega Gabriella Cims – sarà focalizzato sul superamento degli stereotipi di genere, proprio a partire dalla Tv pubblica che, prima Tv nazionale, ha siglato la nostra proposta di policy di genere in vigore dal 2011, per una rappresentazione plurale delle donne e dei molteplici ruoli che svolgono nella società. Tema oggi ancora più cruciale e urgente per sviluppare il confronto con culture diverse dalla nostra”.

L’Appello Donne e Media ha elaborato e promosso la prima riforma di genere nella Tv pubblica, in vigore dal 2011. L’ampio consenso adunatosi attorno alle riforme proposte, con migliaia di adesioni ricevute, in primis quella dell’ex Presidente della Repubblica, raccolte in rete grazie alla campagna web lanciata dal quotidiano key4biz, ha sensibilizzato le istituzioni e reso possibile l’inserimento di 13 nuovi impegni nel Contratto di Servizio tra lo Stato e la Rai.

Tutto questo ha impegnato la tv pubblica a programmare “trasmissioni idonee a comunicare al pubblico una più completa e realistica rappresentazione dei diversi ruoli che le donne svolgono nella vita sociale, culturale ed economica del Paese, nelle istituzioni e nella famiglia”.

Adesioni all’Appello

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