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Blockchain adottata dal Miur per il riconoscimento dei titoli dei rifugiati

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Il Vice Ministro Lorenzo Fioramonti (Miur) ha presentato l’utilizzo della blockchain per ricostruire il percorso di formazione dei rifugiati e vedere riconosciute le loro competenze in Italia e in tutti i paesi che la usano.

“Con l’utilizzo della tecnologia blockchain l’amministrazione, in particolare il Miur, entra ufficialmente nel 21esimo secolo, rendendo la vita dei cittadini, in questo caso dei rifugiati e degli studenti, molto più semplice”. Così il Vice Ministro Lorenzo Fioramonti ha annunciato, in una conferenza stampa ieri al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il progetto per il riconoscimento dei titoli dei rifugiati attraverso l’utilizzo della tecnologia blockchain. Alla conferenza hanno partecipato anche il direttore del Cimea (Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche), Luca Lantero, e l’esperto di trasformazione strategica digitale dell’AgID, Pietro Marchionni. Inoltre un cittadino proveniente dal Mali, Bakary Culibaly, ha portato la propria testimonianza di rifugiato che ha usufruito e beneficiato del riconoscimento dei propri titoli per riprendere il suo percorso di studi.

 

“L’Italia – ha sottolineato il Vice Ministro – è uno dei Paesi leader nella sperimentazione dello European Qualifications Passport for Refugees e con l’avvio dell’utilizzo della tecnologia blockchain fa un ulteriore passo avanti in tema di valutazione e riconoscimento delle qualifiche in possesso dei rifugiati.
Blockchain offre la possibilità ai cittadini rifugiati di ricostruire il proprio percorso di formazione e di vedere riconosciute le proprie competenze non solo in Italia ma in tutti i Paesi che la utilizzano. È una possibilità importante per chi viene in Italia da rifugiato, considerato che spesso queste persone hanno competenze significative”.

Il Vice Ministro ha ricordato come, grazie alla blockchain e alla collaborazione con il Cimea, sia possibile “ricostruire e certificare il percorso formativo dei rifugiati e inserirlo in una rete permettendo così a queste persone di far valere la loro formazione e le loro competenze e non scontrarsi con problemi burocratici e di riconoscimento dei titoli e delle competenze. Era necessario che l’Italia si allineasse con questa metodologia – ha concluso Fioramonti – se è vero che lo sviluppo futuro sarà legato soprattutto alle competenze delle persone che vivranno nel nostro Paese; da ovunque esse provengano. Da un’economia basata sul valore delle merci passeremo, finalmente, ad un’economia basata sul valore delle persone”.

L’incontro è stato anche occasione per riflettere sull’importanza dello sviluppo e dell’implementazione della tecnologia blockchain per il riconoscimento dei titoli di tutti gli studenti, per il quale il CIMEA ha elaborato l’applicazione “diplome” e lanciato l’hashtag #blockchain4people.

Luca Lantero, direttore del CIMEA, è stato fra i relatori del recente seminario organizzato dalla FUB (Fondazione Ugo Bordoni) sulla blockchain che si è tenuto a Roma il 25 settembre (l’intervento integrale di Luca Lantero).