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Bitcoin, debutto alla borsa di Chicago. Ma il vero affare è la Blockchain

È bitcoin mania. La criptovaluta è sotto i riflettori di mezzo mondo e alle 6 del pomeriggio di New York (mezzanotte italiana) è sbarcata alla Borsa di Chicago. Lo scambio di future è cominciato bene al Chicago Board Options Exchange (Cboe). La moneta digitale, dopo il lancio, è arrivata a superare il valore di 18.000 dollari. In altre parole, gli investitori possono scommettere sull’andamento della moneta virtuale acquistandola oggi, a un prezzo certo, per entrarne in possesso ad una data prestabilita.
L’ascesa del valore del bitcoin è da guinness dei primati. Negli ultimi due anni il prezzo è aumentato di circa trenta volte. Attualmente è la sesta valuta al mondo, con un valore di Bitcoin in circolazione superiore a 170 miliardi di dollari USA, maggiore alla capitalizzazione di mercato di McDonald’s, che ha negozi in quasi ogni angolo del mondo, mentre il bitcoin è una valuta virtuale.

Il vero affare è la blockchain

Nonostante il suo successo molti considerano la criptovaluta una ‘bolla’. Di sicuro fa un affare chi si ‘butta’ sulla tecnologia che è a monte del bitcoin, ossia la blockchain, la catena dei blocchi che autogoverna la moneta… eliminando i costi di intermediazione. Blockchain, in sostanza, è un libro mastro. Ma è basato su un algoritmo, accessibile e leggibile per intero da qualunque computer in tutto il mondo. Nessuno lo può manipolare da solo, nessuno lo può attaccare se non ha dalla sua la metà più uno di tutti gli utilizzatori del mondo. Ogni titolo di proprietà e ogni transazione fra due parti finisce condensata in un codice nel suo sistema condiviso. Da allora non è più modificabile. Di ogni piccolo valore diventa possibile per tutti ricostruire la storia, passaggio dopo passaggio. Tutto è tracciabile e grazie agli strumenti crittografici per ogni transazione è garantita la massima sicurezza.

Tutte le transazioni in bitcoin vengono registrate in un file, nominato blockchain. Se le persone che effettuano la transazione restano anonime, le transazioni sono tutte pubbliche. La blockchain è la collezione di tutte le transazioni avvenute dal 2009 a oggi. Col sommarsi delle transazioni la blockchain diventa molto lunga e sempre più difficile da manomettere o falsificare.

Dunque occorrerebbe puntare di più i riflettori dei media e l’attenzione dell’opinione pubblica sulla blockchain. Attualmente la blockchain è utilizzata principalmente per le transazioni in bitcoin, ma sono molteplici gli utilizzi, in diversi settori, almeno 9, dai contratti di proprietà alle assicurazioni alle banche, dalla sanità all’mPayment fino alle smart cities. Oltre alle transazioni finanziarie, la tecnologia può essere utilizzata per verificare la regolarità di una molteplicità di documenti: legali, notarili, sanitari e titoli privati.

Non a caso le principali banche del mondo sono al lavoro per definire uno standard comune per il suo utilizzo: gli istituti bancari possono utilizzare la blockchain per effettuare transazioni sicure, più veloci e a basso costo perché riduce i costi d’intermediazione per il trasferimento del denaro. La sperimentano anche le principali Borse internazionali come nuovo elemento software di base per il sistema degli scambi azionari.

Jp Morgan, la più grande banca d’affari al mondo (e, particolare non secondario, banca del Tesoro Usa), ha avviato un progetto basato su blockchain, la piattaforma tecnologica delle transazioni della criptomoneta.

Siamo di fronte a un cambiamento strutturale nel settore monetario e finanziario. Oggi non sappiamo quale sarà la moneta del futuro, se il bitcoin o un’altra criptomoneta. Quello che è più certo che il libro mastro in cui annotare le transazioni o se vogliamo dirlo in un altro modo ‘l’Internet delle transazioni’ sarà la blockchain.

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