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Bitcoin. Da Bankitalia al Nobel Stiglitz, tutti i dubbi sulla criptovaluta

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Dopo il nuovo record oltre quota 11mila dollari, il Bitcoin preoccupa la finanza mondiale. Per Bankitalia si tratta di ‘attività vulnerabili a crisi di sfiducia’, secondo il premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz ‘va vietato’ e per Francesco Boccia (PD) ‘la politica non può più girare la testa dall’altra parte. Serve una regolazione chiara e trasparente’.

È nato come moneta digitale ora è diventato l’oro digitale. Il Bitcoin, dopo il nuovo picco record oltre quota 11mila dollari registrato ieri (poi il tracollo a 9.500), fa paura alla finanza mondiale. “Si tratta di un’attività speculativa non stabile”, ha dichiarato William Dudley, presidente della Federal Reserve di New York, secondo il quale per arginare la volatilità della criptovaluta “la Banca centrale Usa sta pensando a una propria valuta digitale”. La Banca centrale dell’Uruguay la sta già sperimentando, primo caso al mondo, creando la piattaforma elettronica della valuta del Paese, col progetto pilota di moneta digitale attraverso l’applicazione ‘e-Peso’ per smartphone. Le banconote sono uguali a quelle cartacee, con numero di serie e firma.

Sul Bitcoin ha espresso dei timori anche la Banca d’Italia. “Come tutte le criptovalute sono attività vulnerabili a crisi di sfiducia che possono essere repentine”, ha dichiarato Fabio Panetta, vicedirettore generale di Bankitalia: “Servono misure normative in questo settore, ma vanno adottate con gradualità e proporzionalità, sulla base di uno stretto dialogo tra gli operatori e con un approccio europeo”, ha concluso Panetta nel corso dell’audizione su Fintech presso la Commissione Finanze della Camera.

E sempre da Montecitorio viene lanciato il campanello d’allarme sulle criptomonete. A farlo è Francesco Boccia (PD): Sulle cripto-valute la politica non può più girare la testa dall’altra parte. Serve una regolazione chiara e trasparente, basta con l’anonimato in Europa. Non si può far finta di niente e lasciare libere di scorrazzare Bitcoin, nata in USA, ed Ethereum, ideata da un russo e più volte destinataria dei complimenti dei vertici istituzionali russi, e chissà quante altre ne verranno fuori nei prossimi mesi”. Il presidente della commissione Bilancio della Camera ha poi così concluso: “Paesi, a partire proprio da Russia e USA, hanno il dovere di intervenire e dire fino in fondo tutto, altrimenti rischiamo di essere sopraffatti dagli effetti che la blockchain, senza regolazione, sta avendo su società, economia e finanza senza poter governare il fenomeno”.

Fuori dal coro la posizione della Banca centrale europea (BCE): “Non ha davvero un impatto né sulla politica monetaria né sulla stabilità finanziaria”, ha detto il vicepresidente Vitor Constancio.

L’economista premio Nobel Joseph Stiglitz: ‘Il Bitcoin va vietato’

Nel giorno in cui il Bitcoin ha mostrato tutto il suo appeal, aumentando di 12 volte il suo valore quest’anno con il balzo a 11mila dollari,  ha ricevuto lo schiaffo dall’economista premio Nobel, nel 2001,  Joseph Stiglitz, che in questa videointervista a Bloomberg ha affermato “il Bitcoin ha successo solo a causa del suo potenziale di aggirare le regole e per l’assenza di supervisione: dovrebbe essere vietato”.

Stiglitz è anche giunto a questa drastica conclusione perché “non ha alcuna funzione utile nella società”. “È una bolla”, ha sentenziato il premio Nobel per l’economia.

E anche molti altri esperti del settore non la considerano più una valuta, ma uno strumento speculativo. Intanto fa gola al Nasdaq che darà la possibilità di investire in Bitcoin a Wall Street, il termine previsto è entro la prima metà del 2018.