Il Piano

Biden sfida la Cina sulle auto elettriche: proposti investimenti per 174 miliardi di dollari

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Gli Stati Uniti cercano di recuperare il terreno perduto nei confronti del gigante asiatico. Tra gli obiettivi strategici c’è la mobilità elettrica. Per prima cosa, però, bisogna creare nuovi posti di lavoro ed uscire dalla crisi sanitaria, economica e sociale dettata dal Covid-19. Ma non sarà facile, i repubblicani remano contro.

Il mercato americano delle auto elettriche vale un terzo di quello cinese. Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, non cerca scusanti: “Siamo indietro e dobbiamo correre per recuperare il terreno perduto nell’elettrificazione della mobilità, per questo è necessario investire 174 miliardi di dollari nel settore della mobilità elettrica per cambiare le cose”.

È quanto affermato dal capo della Casa Bianca durante il lancio del grande piano nazionale per il lavoro e le infrastrutture, tra cui c’è la mobilità elettrica.

Auto elettriche e rilancio dell’economia e dell’occupazione americana

Obiettivo di questa nuova imponente promozione del mercato americano dei veicoli elettrici è duplice: da una parte mettere le case automobilistiche nella condizione di creare una catena di approvvigionamento interna (Biden ha previsto investimenti per 100 miliardi di dollari nella supply chain) che consenta di sviluppare una crescente autonomia tecnologica, in termini di fornitura di componenti ad esempio; dall’altra, creare nuova occupazione.

In questo modo, secondo Biden, si offre lavoro agli americani, si stimola la domanda interna di auto elettriche “made in USA”, si crea un’industria più autonoma rispetto alle tradizionali fonti di approvvigionamento internazionali e si aumenta il livello di competitività delle aziende americane sui mercati globali.

Fondamentale, per favorire questo piano, è una nuova politica di incentivi all’acquisto di auto elettriche “prodotte in patria (e solo per l’acquisto di queste, non di auto importate, ha voluto sottolineare il Presidente Usa) da parte delle famiglie americane, a prezzi contenuti.

Nel programma di interventi a favore della mobilità elettrica anche una rete nazionale di oltre 500 mila punti di ricarica per garantire una maggiore autonomia di spostamento.

Non solo, grazie all’Agenzia governativa per la protezione ambientale e il Dipartimento dell’Energia (DoE), sarà elettrificato almeno il 20% delle flotte di scuolabus locali, attraverso il programma “Clean buses for kids”, mentre transiteranno all’elettrico più di 50 mila veicoli a diesel di grandi dimensioni.

Elettriche, infine, dovranno essere tutte le auto a disposizione dei Dipartimenti governativi e dell’amministrazione federale.

Un piano nazionale contro la povertà e le disuguaglianze

Biden ha proposto al Congresso american un piano di grandi dimensioni, che complessivamente dovrebbe far leva su oltre 2.000 miliardi di dollari di investimenti, che non ha trovato i repubblicani favorevoli per il momento.

Si guarda con sospetto ad un piano nazionale giudicato troppo spostato su tematiche care alla sinistra, che costerebbero troppo care alle casse pubbliche, senza contare che non attrarrebbe i grandi investitori. Ma è certo che negli Stati Uniti la situazione delle fasce della popolazione più povere sta peggiorando mese dopo mese.

Disoccupazione, emergenza sanitaria, un numero di morti per il Covid-19 esageratamente alto (548 mila decessi negli USA), famiglie senza una casa e senza un lavoro, crescente abbandono scolastico, tutti aspetta di una stessa crisi sistemica che vede coinvolti soprattutto i più poveri e i la fascia bassa dei ceti medi.

Senza contare che durante la pandemia i più ricchi hanno incrementato il proprio patrimonio del +45%, cioè di 1.300 miliardi di dollari in più rispetto all’anno passato. Un Paese dove la disuguaglianza si avvia drammaticamente a diventare strutturale.

Nuovi posti di lavoro anche grazie alla decarbonizzazione

Per questo Biden sta cercando di far approvare un’iniziativa che è certamente tesa a a creare nuovi posti di lavoro, a far girare di nuovo l’economia, come dicono da quelle parti, a partire dalla costruzione di infrastrutture di nuova concezione (tra cui quelle necessarie per la banda larga, a cui andrebbero 100 miliardi di dollari) e di più tradizionali, come le strade, i ponti e le ferrovie, ma anche a partire dal contrasto ai cambiamenti climatici e dalla decarbonizzazione dell’economia e dell’industria.

Uno sforzo diretto dell’amministrazione che è stato interpretato come un atto di sfida a Pechino. La Cina è considerata da tutti come potenza economica e finanziaria crescente, in grado di scalzare il gigante americano dal podio globale entro pochi anni e questo Washington non lo accetta.

I mega investimenti sarebbero da spalmare in 8-10 anni e potrebbero essere ripagati in una quindicina di anni, senza aumentare il debito pubblico, ha rassicurato la Casa Bianca.