Emilia Romagna

Banda ultralarga sull’Appennino bolognese, Lepida connette Gaggio Montano

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Gianluca Mazzini (Lepida): “Abbiamo portato la fibra ottica a Gaggio Montano, immediatamente utilizzabile per le aziende ed a breve per tutti i cittadini, in un percorso dove la montagna deve avere infrastrutture migliori o uguali a quelle della pianura, per un territorio a zero differenze”.

Da oggi il Comune di Gaggio Montano, sull’Appennino bolognese, è servito dalla banda ultralarga (Bul). Inaugurata nell’are industriale della cittadina, la rete ultraveloce voluta dalla Regione Emilia Romagna e realizzata da Lepida strappa un altro pezzettino di territorio al digital divide, restituendolo connesso a cittadini, amministrazione locale e soprattutto imprese.

La vivacità economica di questo territorio – ha commentato la sindaca di Gaggio Montano, Elisabetta Tanariè dimostrata da competenze ed eccellenze diverse: sono molto soddisfatta di questa partnership tra pubblico e privato che consentirà loro di essere ancora più competitive sul mercato”.
Abbiamo realizzato una infrastruttura importante per portare la fibra ottica a Gaggio Montano, immediatamente utilizzabile per le aziende ed a breve per tutti i cittadini, in un percorso dove la montagna deve avere infrastrutture migliori o uguali a quelle della pianura, per un territorio a zero differenze”, ha invece dichiarato il Direttore Generale di Lepida, Gianluca Mazzini.

L’utilizzo di risorse provenienti dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (o Fears), pari a circa 460.000 euro, ha reso possibile realizzare l’infrastruttura in fibra ottica dalla rete Lepida fino al municipio, portando quindi connettività a banda ultralarga alla Pubblica Amministrazione (PA), e da lì all’area industriale.
Il modello, basato su una partnership pubblico-privato, prevede, secondo quanto riportato dall’Ufficio stampa dell’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese, “che il Comune metta a disposizione tubazioni di proprietà pubblica che permettano la posa di fibre ottiche; Lepida e il Comune provvedono quindi alla fornitura di eventuali infrastrutture e fibre ottiche di loro proprietà o in loro disponibilità ai fini di facilitare la realizzazione dell’infrastruttura”.
In tale contesto, la Regione Emilia-Romagna rimane proprietaria della rete di dorsale, finanziata con fondi pubblici.

L’operazione ha visto coinvolte come partner diverse aziende operanti nel settore metalmeccanico e metallurgico, tra cui: Palmieri Spa, Silmac Srl, Far Srl, Fratelli Cinotti, Nuova Tamburini e Tre T Srl, Caffitaly System Spa e i giganti di Philips Espresso, nel settore dei macchinari e delle componentistica per caffè.
C’è spazio anche per il terziario, con l’allaccio dell’agenzia immobiliare A.zeta e dello studio Augusta Bernardi, oltre alla manifattura della pregiata Filatura Papi Fabio Spa.

Un risultato di massima rilevanza per l’agenda digitale regionale e per il territorio coinvolto dall’infrastruttura. Il programma Europa 2020 propone agli Stati membri di rendere disponibile al 100% della popolazione una connessione ad almeno 30Mbps, entro il 2020.
In Regione Emilia Romagna, l’infrastrutturazione delle aree extraurbane “a connettività carente” prende le mosse dalla legge 14/2014, “che permette alle aziende operanti su zone scarsamente servite di partecipare, con un investimento una-tantum, ai costi di scavo e di cablaggio delle dorsali”.
Le aziende interessate al piano Bul possono contattare il proprio Comune che, assieme a Lepida, procede alla verifica dei requisiti e della fattibilità delle nuove pose.