Aree bianche

Banda ultralarga: la prima gara Infratel a Open Fiber, la seconda aggiudicata entro marzo

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Aggiudicati i primi cinque lotti delle aree bianche in sei regioni in attesa dell’aggiudicazione della seconda gara Infratel prevista entro marzo.

Prevista prima dell’estate, entro luglio se tutto va bene, l’apertura dei primi cantieri per la posa della fibra di Open Fiber nei cluster C e D della prima gara Infratel, aggiudicata nei cinque lotti delle aree bianche in sei regioni, per le quali il Governo ha stanziato 1,4 miliardi di euro. Il cda di Infratel ha approvato la proposta di aggiudicazione dopo che la Commissione di gara ha comunicato di aver completato le verifiche di legge che hanno rallentato l’iter.

In un primo momento, l’aggiudicazione era stata messa in stand by per verificare la congruità dell’offerta di Open Fiber giudicata “anomala” dall’algoritmo della piattaforma Infratel. Dopo l’apertura delle buste lo scorso 25 gennaio le offerte erano state definite “anomale” secondo quanto prescrive il Codice degli appalti, superando di gran lunga i parametri tecnici ed economici indicati dalla gara. Il divario rispetto ai concorrenti, calcolato da un algoritmo che assegna i punteggi secondo parametri tecnici per il 70% ed economici per il 30%, era molto ampio e la commissione Infratel ha voluto vederci chiaro prima di assegnare le commesse.

I cinque lotti coinvolgono sei regioni per un importo complessivo, prima dei ribassi di gara, di circa 1,4 miliardi di euro, e sono così suddivisi: 123 milioni per Abruzzo e Molise, 232 milioni per l’Emilia Romagna, 439 milioni per la Lombardia, 222 milioni per la Toscana e 388 milioni per il Veneto. Gli interventi che Open Fiber, in qualità di operatore wholesale, sarà chiamata a realizzare consentiranno di portare la banda ultra larga in 3.000 comuni, coinvolgendo circa 6,5 milioni di cittadini, 3,5 milioni di unità immobiliari e oltre 500.000 sedi di imprese e PA. La rete sarà data in concessione per 20 anni e rimarrà di proprietà pubblica.

Per aprire i cantieri, è necessario che la stazione appaltante, vale a dire Infratel, stipuli i contratti con le Regioni consentendo così a Open Fiber di partire. La società della fibra, controllata da Enel e Cdp, conta di cablare il territorio con fibra fino a un gigabit/s, la stessa soluzione prevista per i cluster A e B. Il piano complessivo per la banda ultra larga della società guidata da Tommaso Pompei prevede lo sviluppo della rete in 270 città italiane e l’attivazione del servizio da parte degli operatori per circa 9 milioni e mezzo di unità immobiliari e per le relative aree industriali nelle aree a “successo di mercato” (cluster A e B).

”È un riconoscimento importante per la nostra azienda e per la qualità della nostra offerta -, ha commentato il presidente di Open Fiber Franco Bassanini In Open Fiber ci sono le competenze, le tecnologie e le capacità per offrire soluzioni di avanguardia per la progettazione delle reti del futuro e per proporre servizi avanzati e competitivi per famiglie, imprese e Pubbliche Amministrazioni”. “Vogliamo contribuire in modo decisivo a colmare il ritardo che l’Italia ha accumulato nello sviluppo delle tecnologie digitali di rete – ha concluso – in coerenza con gli obiettivi del Piano Banda Ultralarga del Governo e dell’Agenda Digitale Europea”.

Prevista invece entro fine marzo l’aggiudicazione della seconda gara Infratel per i Cluster C e D del valore di 1,2 miliardi di euro che riguarda Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Sicilia e la provincia autonoma di Trento, per un totale di 3.710 comuni.

TIM e Fastweb non parteciperanno.