Pragmatismo francese

Banda ultralarga in Francia. Macron accelera i tempi ma frena sulla fibra ‘Impossibile portarla ovunque’

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Il presidente Macron anticipa i tempi del piano nazionale per la copertura in banda larga e ultralarga del paese ma chiede agli operatori di affidarsi anche a tecnologie alternative alla fibra per coprire il 43% della popolazione che vive in zone periferiche.

Anticipare di due anni al 2020 la copertura a banda larga e ultralarga di tutto il territorio francese, ma senza l’obbligo di farlo necessariamente con la fibra ottica. Questo l’impegno preso lunedì scorso da Emmanuel Macron all’assemblea dei territori in Senato, dove il neo presidente de la République ha rilanciato davanti agli operatori l’impegno del suo governo per abbattere il digital divide del paese e anticipare così di due anni l’obiettivo del 2022 del vecchio piano nazionale. Come? Promettendo nuove concessioni agli operatori, misure di sgravio fiscale e finanziamenti ad hoc da fissare entro l’anno (da prelevare dai 50 miliardi del piano di rilancio economico annunciato da Macron), per spingere gli investimenti privati in assenza di una domanda particolarmente forte da parte dei francesi.

Gli ultimi dati presentati da Arcep sulla diffusione in Francia delle connessioni ottiche in servizio parlano chiaro: crescono lentamente e il bilancio tra cessazioni di impianti ADSL e le richieste di connessioni FttH/O è negativo: la richiesta del Gbit/s sembra non interessare i francesi (come in molte altre realtà territoriali europee).

Il pragmatismo di Macron

C’è del pragmatismo nel discorso di Macron quando, senza mezzi termini dice che sarà impossibile mantenere la promessa “di portare la fibra in tutte le case della Repubblica”. Una promessa insostenibile “dal punto di vista tecnologico e finanziario” ha aggiunto Macron, che chiede agli operatori di sfruttare invece le tecnologie complementari alla fibra – 4G e satellite per mantenere comunque la promessa di portare “la banda larga (“haut débit” e non “très haut débit”) in tutto il paese”, anche nelle zone considerate meno interessanti per il mercato.

Macron conosce bene il problema e più in generale le TLC avendo fatto parte del Governo Hollande in qualità di ministro dell’Economia. E questa decisione è in accordo con quanto osservato in febbraio dalla CdP francese che aveva rilevato in un documento lo spreco di risorse e che aveva chiesto a Arcep e al Governo di non escludere l’impiego di connessioni diverse da quelle ottiche.

Gli obiettivi rivisti del piano Hollande

Una promessa fatta nel 2012 dall’allora ministra al Digitale Fleur Pellerin e messa nero su bianco l’anno successivo con il “Plan France Très haut Débit”, che promise la banda ultralarga (“très haut débit”, quindi la fibra) in tutto il paese al 2022. Una nuova rete nazionale in fibra (Ftth, Fiber to the home) a casa “di tutti gli abbonati”, questo il piano del Governo Hollande, oggi ridimensionato da Macron almeno per quanto riguarda le tecnologie da usare.

Il costo stimato per il piano è di circa 20 miliardi di euro, di cui 6-7 miliardi per le aree più densamente popolate e mediamente popolate, e 13-14 miliardi per le aree a fallimento di mercato.

Tecnologie alternative

Insomma, Macron fa della copertura a banda larga del paese una delle priorità del suo mandato, ma con sano realismo apre all’utilizzo di tecnologie alternative alla fibra, in particolare il TD-Lte fisso e il Vdsl (vale a dire il rame potenziato) e il satellite per raggiungere gli angoli più remoti e meno attraenti dell’Esagono.

Francia indietro, il 43% della popolazione in aree bianche

E pazienza se non tutte le tecnologie alternative evocate da Macron raggiungono i 30 Mbps, soglia minima fissata dall’Arcep perché possano definirsi “banda ultralarga” (“très haut débit”), ma l’obiettivo di Macron è coprire tutto il paese: oltre alle grandi città (Parigi, Marsiglia ecc.) anche quelle di medie dimensioni (11 milioni di abitazioni) e le zone periferiche (17 milioni di abitazioni, pari al 43% della popolazione) che non attirano le mire d’investimento degli operatori.

Sia chiaro, non si tratta di una rinuncia, di un rilancio al ribasso da parte del Governo, ma della presa di coscienza che per coprire tutti è necessario un compromesso, riservando la fibra (più costosa) alle grandi città e alle aree più densamente abitate, dove il ritorno sull’investimento è certo. Tanto più che secondo stime di Akamai la velocità media delle connessioni in Francia si ferma a 8,9 Mbps.

La Francia è in ritardo, si trova al 44esimo posto nella classifica internazionale per velocità di banda e l’Adsl fa ancora la parte del leone.

Operatori

Orange ha speso miliardi finora per finanziare la sua rete in Ftth (Fiber to the home) ed è il market leader, con un milione di clienti Ftth. Orange ha investito più di 500 milioni nel 2015, stessa cifra prevista anno su anno fino al 2020. I concorrenti Sfr, Bouygues e Iliad non sono stati da meno, investendo a loro volta nelle loro reti soprattutto per l’Adsl nelle aree più popolose del paese.