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Assoidroelettrica ‘Senza Idroelettrico, al ribasso gli obiettivi delle rinnovabili in Italia’

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Continua la discussione sulla piattaforma, lanciata da Key4biz insieme a CimsCom, sul settore idroelettrico raccogliendo i commenti e le reazioni degli stakeholder al Question time del ministro Di Maio in Senato. Oggi pubblichiamo l'intervento di Assoidroelttrica a firma sia del presidente, Paolo Pinamonti, sia del DG, Paolo Taglioli. 

Continua la discussione sulla piattaforma, lanciata da Key4biz insieme a CimsCom, sul settore idroelettrico raccogliendo i commenti e le reazioni degli stakeholder al Question time del ministro Di Maio in Senato. Oggi pubblichiamo l’intervento di Assoidroelttrica a firma sia del presidente, Paolo Pinamonti, sia del DG, Paolo Taglioli.

I numeri che caratterizzano Assoidroelettrica: oltre 330 imprese; 4,3 miliardi di chilowattora annui di energia pulita prodotta; 1,4 miliardi kg di anidride carbonica risparmiati all’atmosfera.

L’intervento di Paolo Pinamonti e Paolo Taglioli:

La voce dei territori: Senza Idroelettrico, al ribasso gli obiettivi delle rinnovabili in Italia

90.000 morti in Italia per l’inquinamento atmosferico, in particolare nella pianura padana e attorno a Milano, Napoli, Taranto, Venezia e altre grandi città. l’Italia si conferma il paese europeo con l’aria più sporca: questo è il dato di fatto da cui partire se si vuole apprezzare a pieno l’importanza delle energie rinnovabili.

Dispiace quindi la posizione del Ministero dello Sviluppo Economico di rigido ostracismo alla principale fonte energetica rinnovabile, che porta poi inevitabilmente a rivedere al ribasso gli obiettivi italiani in termini di penetrazione delle Fonti energetiche rinnovabili: è di pochi giorni fa l’affermazione del sottosegretario Crippa secondo cui il target del 32% è troppo ambizioso e si intende puntare – al ribasso – al 30%. Il nostro auspicio è che questo non diventi il governo del cambiamento climatico, in peggio.

Sulla necessità di “ascoltare il territorio”, abbiamo riscontrato con attenzione le dichiarazioni del Ministro Di Maio  e naturalmente siamo perfettamente d’accordo sul principio, bisogna però fare chiarezza su chi può parlare a nome del territorio perché – come in ogni campo – ci sono voci autorevoli e no, ci sono argomentazioni fondate e altre velleitarie, ci sono news e fake news. Nello specifico, ci sono organizzazioni ambientaliste che da decenni operano sul territorio e sono capaci di produrre ricerche, analisi e studi di ottima qualità e ci sono i comitati nimby che si oppongono a tutto e poi (a casa propria) si lamentano del costo dell’energia.

Proprio per creare una sede di dibattito approfondito, corretto e rispettoso delle diverse posizioni, Assoidroelettrica ha promosso il “Tavolo dell’Idroelettrico” che si è riunito a Roma per la prima volta il 16 ottobre scorso. Penso ci sia dato atto che Legambiente, FederBim, ANBI, UNCEM, FINCO, non sono certo istituzioni propense a favorire la speculazione, il liberalismo selvaggio e i “predatori di risorse” e possono legittimamente rivendicare di essere vere voci dei territori che rappresentano.

A questo tavolo sono state espresse, come era logico, posizioni diverse, ma tutte con grande pragmatismo, criticando – quando necessario – ma non demonizzando, e soprattutto con la convinzione comune che un punto d’incontro si possa certamente trovare, nell’interesse comune e del nostro Paese. A Roma è mancato l’attore più importante: il nostro Governo e non possiamo che sperare che questa decisione venga rivista.

Da parte nostra abbiamo comunque la precisa volontà di rendere il tavolo uno strumento di confronto permanente capace di elaborare idee e proposte che delineino lo sviluppo futuro dell’idroelettrico in un quadro più generale di corretta gestione del ciclo dell’acqua.

Abbiamo detto in ogni sede e continuiamo a pensare che sarebbe stato meglio rinviare l’emissione del decreto o perlomeno – per quanto di nostro interesse – stralciare la posizione dell’idroelettrico per prendersi il tempo di elaborare, insieme, un provvedimento migliore.

Purtroppo, e ci chiediamo perché o per chi, ha prevalso l’urgenza.

Ma quello che è uscito è un decreto che scontenta quasi tutti e che incentiva quasi nessuno.

Temiamo che, se questa è la strada, anche il 30% di FER sia un obiettivo che l’Italia non potrà raggiungere”.

Per approfondire:

Per leggere gli altri interventi pubblicati sulla piattaforma di discussione sul settore idroelettrico: