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Idroelettrico, SEV al Mise ‘Accesso diretto agli incentivi almeno per i piccoli impianti’

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Continua la discussione sulla piattaforma, lanciata da Key4biz insieme a CimsCom, sul settore idroelettrico raccogliendo i commenti e le reazioni degli stakeholder al Question time del ministro Di Maio in Senato.

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Oggi pubblichiamo l’intervento da parte di SEV, la Federazione Energia Alto Adige, rappresenta 192 aziende, 80 consorzi.

In relazione alla risposta del Ministro Di Maio all’interrogazione del Senatore Steger, con la quale veniva chiesto di riconsiderare i criteri del decreto di incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con specifico riferimento al settore idroelettrico, osserviamo quanto segue.

Nella sua risposta, il Ministro giustifica la scelta di non prevedere più l’accesso diretto agli incentivi perché tale meccanismo non permette di individuare gli impianti più meritevoli in caso di eccesso di domande. In realtà, va ricordato come l’accesso diretto sia un meccanismo che, semplificando l’iter amministrativo per accedere agli incentivi, permetta lo sviluppo di aziende di per sé già particolarmente meritevoli di tutela, come gli impianti realizzati dalla pubblica amministrazione e quelli di piccola taglia. Pertanto, date le caratteristiche a ridotto impatto ambientale e paesaggistico degli impianti a dimensioni ridotte, che peraltro servono soprattutto piccole comunità montane o extraurbane, auspichiamo la reintroduzione della possibilità dell’accesso diretto almeno per quanto riguarda gli impianti di piccola taglia.

In merito alla tecnologia idroelettrica, il Ministro Di Maio ha enunciato che solo impianti che non effettuano prelievi aggiuntivi dai corpi idrici oggetto di derivazione siano idonei a tutelare gli stessi e a consentirne uno sfruttamento sostenibile. Al riguardo, se è condivisibile che la tutela dell’ambiente sia da considerare un valore irrinunciabile, ci sorprende che non si reputino idonei a raggiungere gli obiettivi ambientali gli impianti idroelettrici realizzati nel rispetto delle più rigorose e recenti normative ambientali. Va infatti evidenziato che a livello nazionale attraverso i due decreti n. 29/STA del 13.02.2017 (Linee Guida per le valutazioni ambientali ex ante delle derivazioni idriche) e n. 30/STA del 13.02.2017 (Linee Guida per l’aggiornamento dei metodi di determinazione del deflusso minimo vitale), siano stati armonizzati i criteri di valutazione di ammissibilità per i prelievi, fornendo alle autorità concedenti indirizzi volti a garantire proprio il non deterioramento dello stato di qualità dei corpi idrici ed il raggiungimento degli obiettivi ambientali, in applicazione della Direttiva 2000/60/CE (Direttiva Quadro sulle Acque).

A titolo di esempio, in Provincia di Bolzano la disciplina del rilascio delle concessioni per piccole e medie derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico, contenuta nella Legge provinciale 26 gennaio 2015, n. 2, si presenta già di per sé particolarmente stringente. In aggiunta, in applicazione della Direttiva Quadro sulle Acque e quindi ai fini della tutela delle risorse idriche, con il Piano di Gestione delle Acque è stato introdotto un complesso quadro normativo volto ad individuare le zone a diversa sensibilità, escludendo a priori determinati corsi d’acqua dall’utilizzo idroelettrico. E tuttavia, molti impianti del territorio, che previo espletamento della procedura VIA hanno già concluso l’iter per ottenere la concessione e per i quali di conseguenza sia già stato accertato il rispetto dei requisiti previsti dalla stringente normativa provinciale, non vedranno la luce non avendo accesso agli incentivi proprio a causa dell’introduzione dei suddetti criteri discriminanti.

Inoltre, seguendo il ragionamento di tutela ambientale, per migliorare strutture idroelettriche ormai deteriorate e favorire un utilizzo del suolo ottimale, a maggior ragione andrebbero adeguatamente premiati i rifacimenti degli impianti esistenti. Non si comprende, come mai per questa categoria di interventi non siano previsti contingenti sufficienti e valori d’incentivo adeguati.

Infine, auspichiamo l’introduzione di forme di incentivazione per aziende iscritte in posizione non utile per esaurimento contingenti nelle procedure di asta e registro del precedente decreto del 23 giugno 2016, avendo tali impianti già documentato nel corso delle procedure di accesso previste dal medesimo decreto di essere meritevoli di incentivazione.

Per approfondire:

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