Relazione annuale

Antitrust, Rustichelli ‘Bene il Digital Markets Act, ma rischi da competenza esclusiva Commissione’

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Il presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Roberto Rustichelli mette in guardia dal rischio di una applicazione troppo centralistica della nuova regolazione relativa ai big del web.

Mercato digitale al centro della relazione annuale di Roberto Rustichelli, Presidente dell’Antitrust che punta il dito contro il rischio di un’eccessiva centralizzazione di potere nelle mani della Commissione Ue per contrastare lo strapotere dei grandi player della rete. E’ quanto emerge dall’intervento del Presidente dell’Agcm in occasione della relazione annuale.

DMA, numerose criticità

E’ “apprezzabile” l’iniziativa assunta dalla Commissione Europea con le proposte del Digital Markets Act e del Digital Services Act perché “di fronte a monopoli dai tratti così inediti e non sempre agevolmente contrastabili con i tradizionali strumenti antitrust, è positivo che si apra lo spazio della regolazione” comune nei mercati digitali; tuttavia, l’attuale testo del Dma presenta “numerose criticità”.

Rustichelli indica anche come “grave errore” il fatto che la nuova disciplina privilegi un modello di enforcement centralistico, imperniato sulla competenza esclusiva della Commissione.

“Non vi è ragione perché la felice esperienza” dell’European Competition Network “non continui ad essere utilizzata appieno in questa materia: tanto più alla luce del rilevante contributo che proprio le Autorità nazionali di concorrenza hanno fin qui dimostrato di saper dare ed effettivamente hanno dato con riferimento ai mercati digitali”, dice Rustichelli illustrando la Relazione annuale dell’Agcm.

Bisogna inoltre “evitare che l’oggettiva carenza delle risorse che la Commissione potrà dedicare all’assolvimento dei nuovi compiti possa determinare pericolose lacune di tutela, con conseguente vulnus per i diritti fondamentali degli operatori economici e per l’assetto concorrenziale dei mercati” conclude.

L’auspicio è che si possa approdare ad una soluzione in grado di rafforzare realmente la competizione e l’equità nei mercati digitali, al contempo valorizzando l’esperienza accumulata dalle Autorità nazionali di concorrenza che, diversamente da quanto avvenuto oltreoceano, hanno per prime intuito e contrastato i comportamenti sleali delle piattaforme, cogliendone la pericolosità per il buon funzionamento del mercato e per i diritti dei consumatori.

I provvedimenti dell’Autorità nei mercati digitali

Nel corso dell’anno si è poi confermata l’attenzione per i mercati digitali, resi ancora più centrali alla luce dei nuovi modelli di consumo e di produzione imposti dalla pandemia. Sono attualmente in corso tre istruttorie, rispettivamente:

• nei confronti di Amazon, per un presunto abuso di posizione dominante nell’ambito della fornitura ai venditori terzi dei servizi di intermediazione per la compravendita di beni e servizi sulla piattaforma Amazon.it, nonché dei servizi di logistica;

• nei confronti di Google, per un presunto abuso di posizione dominante consistente nell’uso discriminatorio della mole di dati raccolti attraverso le proprie applicazioni, che impedirebbe ai concorrenti di competere in modo efficace nel mercato della pubblicità online;

• nei confronti di Apple e Amazon per una presunta intesa restrittiva della concorrenza, volta ad escludere dal marketplace di Amazon i rivenditori di elettronica che commercializzano legittimamente i marchi Apple e Beats.

Velocizzare investimenti in nuove reti FTTH

Per l’Antitrust è prioritario l’obiettivo di contribuire con ogni strumento possibile a velocizzare gli investimenti nelle infrastrutture per la transizione digitale. In particolare, l’Autorità ha accertato, nei confronti di un primario operatore di telefonia (Tim ndr), una condotta abusiva volta ad ostacolare lo sviluppo in senso concorrenziale degli investimenti in infrastrutture di rete a banda ultra-larga, irrogando una sanzione pari a oltre 116 milioni di euro. La condotta in questione è risultata idonea a ritardare lo sviluppo della fibra nella sua forma più innovativa, ovvero l’FTTH, proprio nelle aree dove, in assenza di sussidi, il mercato non realizzerebbe l’infrastrutturazione innovativa, con grave pregiudizio al processo di digitalizzazione del Paese.

Nel dicembre 2020, inoltre, l’Autorità ha avviato un’istruttoria in relazione ad un progetto di co-investimento tra i principali operatori di telefonia, al fine di verificare gli effetti sul processo di infrastrutturazione del Paese. L’Autorità ha anche segnalato le criticità legate allo sviluppo della banda larga, suggerendo di eliminare le restrizioni non necessarie all’installazione degli impianti di telefonia mobile, di individuare i criteri di assegnazione delle frequenze in maniera trasparente, chiaramente definita e non discriminatoria, in modo da agevolare la programmazione degli investimenti da parte degli operatori, nonché di stimolare anche il lato della domanda.

La presentazione del Presidente dell’AGCM Roberto Rustichelli (scarica il PDF)

Vedi anche: 5G, Arena (Antitrust) ‘Norme frammentate. Comuni frenano le nuove reti’