L'audizione

5G, Arena (Antitrust) ‘Norme frammentate. Comuni frenano le nuove reti’

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Audizione di Filippo Arena, segretario generale dell'AGCM, in Commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera nell'ambito dell'indagine conoscitiva su 5G e Big Data.

La transizione verso il 5G resta sotto la lente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni (IX) alla Camera presieduta da Alessandro Morelli (Lega), che prosegue la serie di audizioni con operatori e soggetti pubblici nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle nuove tecnologie, che riguarda, oltre al 5G, anche i Big Data.

5G e Big Data temi sensibili

Costi di realizzazione delle nuove reti e limiti di utilizzo dei Big Data sono argomenti sensibili. Il 5G è un tema delicato all’ordine del giorno nell’agenda di Governo, alla luce in primis del decreto cybersicurezza in arrivo, che attribuirà più poteri al presidente Conti in materia di difesa cibernetica con un articolo ad hoc sulle reti 5G, per normare in modo chiaro l’esercizio del golden power sulle forniture di apparati da parte di aziende extra europee. Gli abusi nell’utilizzo dei Big Data sono, d’altro canto, un argomento sempre più sensibile.

5G, ostacoli e ritardi dai comuni

Oggi in Commissione è stata la volta dell’Agcm (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato), con l’audizione del segretario generale Filippo Arena, che sul 5G ha lanciato un monito. Il nostro paese rischia di perdere il vantaggio competitivo accumulato con l’asta anticipata dello scorso anno a causa della “frammentazione normativa” e degli ostacoli alla posa dei nuovi impianti da parte di diversi comuni. Un allarme già lanciato dall’Autorità presieduta da Roberto Rustichelli e ribadito oggi in audizione (scarica qui il testo integrale dell’audizione in PDF).

5G, nuovi accordi possibili

Sul fronte della concorrenza, visti gli investimenti pesanti previsti per la realizzazione delle reti, per abbattere i costi sono ipotizzabili nuovi accordi fra player diversi (come quello di network sharing fra Tim e Vodafone, che potrebbe allargarsi anche al 4G). “L’Antitrust adotterà un approccio laico in questo senso”, ha detto Arena, richiamando come esempio la chiusura con impegni del caso FlashFiber, la joint venture fra Tim e Fastweb per la banda larga. Fastweb che peraltro ha siglato un accordo con Wind Tre per la realizzazione congiunta del 5G. In altre parole, l’Autorità non è prevenuta a priori rispetto a nuove collaborazioni da parte dei player di mercato per abbattere i costi ed accelerare la diffusione del 5G.

Investimenti 5G, servono norme chiare

Dal punto di vista delle norme, l’aspetto principale secondo Arena è la creazione di un quadro normativo chiaro, stabile e condiviso per dare certezze agli operatori sugli investimenti importanti cui sono chiamati. Il DL sul golden power non convertito a luglio, ad esempio, va ripreso per avere una norma chiara in materia di accordi con aziende extra Ue.

Net neutrality

Nell’ambito del 5G c’è anche il tema della ‘net neutrality’, la neutralità della rete. “In Italia abbiamo un Regolamento del 2015, che detta in modo molto equilibrato le regole per la gestione della rete. Il punto è uno: non è possibile dare la preferenza alla trasmissione dei dati sulla rete sulla base di argomentazioni puramente economiche – dice Arena – Le distinzioni che possono essere fatte hanno a che vedere invece con oggettive diversità del servizio che deve essere reso, e quindi l’accesso all’uno o all’altro deve essere all’insegna della non discriminazione, della ragionevole diversità del servizio e della proporzionalità dei temi. Non subordinare la velocità e la possibilità di far passare i propri dati sulla rete 5G, basandola soltanto sulla maggior forza economica, comporta che anche tutte le startup innovative non si vedranno lese dalla circostanza che ci sono i ‘big’ che pagano di più”.

Il valore economico dei dati

L’Antitrust, che ha condotto con Agcom e Garante Privacy un’indagine conoscitiva sui Big Data, afferma il principio secondo cui i dati hanno un valore economico e commerciale insito in sé (in Rete nulla è gratis) e persegue l’uso commerciale che se ne fa, troppo spesso all’insaputa degli utenti. In questo senso, sanzioni antitrust sono già state emanate in Italia ai danni di Facebook e WhatsApp e di certo il nuovo corso della Commissione Ue va verso una stretta ulteriore nei confronti de grandi player della Rete. La priorità, secondo il segretario generale dell’Agcm, è mettere a conoscenza i consumatori che hanno dato il consenso informato sull’utilizzo commerciale dei loro dati e della loro destinazione. “La trasparenza è decisiva”, chiude.

(Scarica qui il testo integrale dell’audizione in PDF).