Concorrenza

Antitrust, a rischio il polo delle radio Mediaset

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L’Autorità avvia un’istruttoria: l’operazione Rti-Finelco metterebbe a rischio la concorrenza sul mercato pubblicitario radiofonico.

L’Antitrust punta i riflettori sull’operazione Rti (Mediaset) e Finelco. A rischio ci sarebbe la concorrenza sul mercato pubblicitario radiofonico. Come si legge nell’ultimo Bollettino dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, è stata aperta un’istruttoria sull’operazione al termine della quale Rti deterrà il controllo esclusivo di Finelco, gruppo attivo nel settore delle emittenti radiofoniche (Radio 105, RMC Radio Montecarlo e Virgin Radio), nella commercializzazione di spazi pubblicitari, dei contenuti su Internet e che dispone di due autorizzazioni per la trasmissione di altrettanti canali televisivi in tecnica digitale terrestre.

Nei giorni scorsi il vicepresidente e amministratore delegato di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, aveva sottolineato l’importanza di questa operazione: “Stiamo lavorando per creare nell’arco di mesi il vero polo radiofonico italiano”.

Mediaset ha già acquisto l’80% di Radio 101 da Mondadori per 36,8 milioni, per inserirsi successivamente nella cessione delle radio di Rcs, acquistando azioni con diritto di voto pari al 19% del capitale e il 50% di quelle senza diritto di voto da RB1 – che ha il 92,8% di Finelco – per una cifra che dovrebbe aggirarsi intorno ai 19 milioni.

Il progetto è di costruire un polo delle radio leader del mercato con una fetta di circa il 30%.

Un fronte, quello delle radio, dove è molto attiva anche Vivendi che ha recentemente comprato il 64% di Radionomy, piattaforma digitale con 57 mila radio creare potenti sinergie con Universal Music e Dailymotion.

L’Antitrust, però, vuole vederci chiaro visto che l’operazione Rti-Finelco interessa una pluralità di mercati: televisione gratuita e il connesso mercato della raccolta pubblicitaria; infrastrutture per la radiodiffusione sonora; trasmissione via etere del segnale radiofonico; raccolta pubblicitaria su mezzo radiofonico.

Ed è proprio quest’ultimo mercato a preoccupare l’Autorità presieduta da Giovanni Pitruzzella.

L’Antitrust spiega, infatti, che “nel mercato della raccolta pubblicitaria su mezzo radiofonico, le parti detengono una quota di mercato in valore congiunta del 35-40%. Il secondo operatore nel mercato, il gruppo L’Espresso, disporrà del 20-25%”.

Secondo i consolidati orientamenti in materia di valutazione delle operazioni di concentrazione – spiega l’Agcm – anche nel caso di quote di mercato congiunte inferiori al 50% o inferiori al 40% si può giungere alla creazione o al rafforzamento di una posizione dominante. Nel caso di specie, il gruppo Fininvest acquisirebbe ad esito della concentrazione una quota di mercato rilevante, di circa il doppio rispetto al secondo operatore del mercato”.

Oltre a ciò, nel valutare la posizione del gruppo Fininvest nel mercato, precisa l’Autorità, “è necessario rilevare che essa può offrire agli inserzionisti e ai centri media un ampio ventaglio di mezzi di comunicazione, potendo fare leva sulla primaria posizione detenuta sul mercato della raccolta pubblicitaria su mezzo televisivo”, superiore al 50%.

Per l’Antitrust, “Fininvest potrebbe condizionare le proprie vendite in modo da collegare la raccolta pubblicitaria televisiva al contiguo mercato della raccolta pubblicitaria nazionale” ed estendere anche “la propria posizione di predominanza sul contiguo mercato della raccolta pubblicitaria su mezzo radiofonico, a danno dei concorrenti e dei consumatori”.

Queste sono le ragioni per le quali, l’Autorità ritiene che “la concentrazione in esame potrebbe dare luogo alla creazione di una posizione dominante idonea a eliminare o ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza nel mercato della raccolta pubblicitaria su mezzo radiofonico”.

L’Antitrust ha pertanto deciso di avviare un’istruttoria nei confronti di Rti e Finelco che avranno dieci giorni di tempo per esporre le proprie ragioni. Il procedimento dovrebbe chiudersi per fine marzo.