Pa digitale

Anagrafe unica al via, si parte dai piccoli Comuni

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Pronta la roadmap per la realizzazione dell’Anagrafe unica. Entro ottobre tutti i dati confluiranno in una sola banca dati.

Colpo d’accelerata dell’Italia nella realizzazione della Pubblica amministrazione digitale.

Dopo anni di ritardi accumulati sembra che stavolta ci siamo e che qualcosa cominci a muoversi.

E’ vero, i problemi da risolvere sono tanti e complessi, dalle carenza di infrastrutture al digital divide che purtroppo resta ancora una realtà, ma all’orizzonte qualche cambiamento comincia a intravedersi.

Era ora.

Del resto come poter pensare di entrare appieno nell’era del Big data senza digitalizzare la PA?

Riprende quindi il cammino dell‘eGovernment che riapre anche il progetto del domicilio digitale.

Senza tralasciare che su tutto questo continua a pesare la pesante incognita della sicurezza informatica.

Saremo in grado di gestire tutto questo?

Roadmap

Il Regolamento pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’8 gennaio scorso fissa una roadmap di 32 settimane che seguirà una fase preliminare per il completamento delle operazioni che permetteranno di stabilire un’Anagrafe nazionale della popolazione residente.

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 194/2014 in materia entrerà in vigore dal 23 gennaio.

Ci sarà quindi un’unica banca dati che sostituirà le attuali 8 mila esistenti.

Si parte con i Comuni più piccoli (sotto ai 100 mila abitanti) per poi chiudere con le grosse città.

  • Prime 20 settimane (entro metà giugno): Comuni fino a 100 mila abitanti, individuati per ogni settimana in base a distribuzione geografica e popolazione;
  • Settimane da 20 a 24 (tendenzialmente, da metà giugno a metà luglio): Comuni fra i 100 mila e i 200 mila abitanti;
  • Settimane da 25 a 32 (entro ottobre): città metropolitane.

Domicilio digitale

Si torna quindi a parlare di Anagrafe nazionale dopo che il progetto, lanciato, circa tre anni fa, si era arenato.

Nell’Anagrafe nazionale sarà inserito anche il “domicilio digitale“, ovvero l’indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) che il cittadino può anche scegliere come canale esclusivo di comunicazione con la Pa.

Questo solleva già qualche dubbio: quanti cittadini sceglieranno di usare la PEC, specie quelli poco pratici col digitale?

L’Anagrafe unica

L’Anagrafe unica digitale contiene i dati di tutti i cittadini, trattati secondo precise regole sulla sicurezza, accessibili anche al cittadino (in modalità diretta e sicura). L’Allegato B del decreto stabilisce esattamente quali sono i dati contenuti nell’ANPR.

Fra gli altri: nome e cognome, codice fiscale, indirizzo, paternità, maternità, luogo, data e atto di nascita e di morte, sesso, stato civile, nome e cognome del coniuge, data, luogo e atto matrimonio, data, luogo e atto di morte del coniuge, sentenza divorzio, cittadinanza, permesso di soggiorno, numero documenti, lista elettorale, titolo di leva, titolo di studio, professione.

Ci sono poi le schede di famiglia e di convivenza di tutti i residenti in Italia, le schede degli italiani residenti all’estero.

Nel decreto si legge che i dati anagrafici inviati dai Comuni ai fini del subentro sono sottoposti ai seguenti controlli formali da parte del Ministero dell’Interno:

a) validazione del codice fiscale previo confronto con l’anagrafe tributaria, di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 605;
b) verifica di congruità con i dati contenuti nell’ANPR al momento del subentro.

Il Ministero dell’Interno e l’Istituto nazionale di statistica, sentito il Garante per la protezione dei dati personali, definiscono standard e indicatori finalizzati a monitorare la qualità dei dati registrati nell’ANPR nella fase di subentro.

Marianna Madia: ‘L’Anagrafe unica ridurrà tempi e costi per utenti e Pa’

L’obiettivo del Ministro della Pa, Marianna Madia, è realizzare il processo di semplificazione del quale colonne portanti sono appunto l’Anagrafe nazionale e il Pin unico.

L’Anagrafe unica, si legge nell’Agenda dei lavori, “consente di eliminare gli adempimenti a carico dei cittadini in caso di variazione dei dati anagrafici e di stato civile, con riduzione dei tempi e dei costi per gli utenti e risparmi di risorse per le amministrazioni“. Infatti, si spiega, “le operazioni di aggiornamento degli archivi comunali avverranno automaticamente e saranno rese disponibili a tutte le amministrazioni”.

La nuova Anagrafe (Anpr) è quindi il trampolino di lancio per la realizzazione della ‘cittadinanza digitale’ che ha ripreso il suo iter in Commissione Affari Costituzionali al Senato.

Rischio sicurezza

Tra gli enti coinvolti nell’operazione c’è anche l’Agenzia per l’Italia Digitale, che evidenzia come l’Anagrafe unica sarà capace di dialogare con le altre banche dati di rilevanza nazionale e regionale “in modo che le informazioni di anagrafe, una volta rese dai cittadini, si intendano acquisite dalle pubbliche amministrazioni“, evitando duplicazioni.

Dall’anagrafe alla salute, passando per la scuola, il processo procede ma, inutile negarlo, il rischio del furto d’identità preoccupa.

L’Allegato C del Decreto descrive le caratteristiche della piattaforma e le misure adottate  per  garantire l’integrità e la riservatezza dei dati scambiati e conservati, la sicurezza dell’accesso ai servizi, il tracciamento delle operazioni effettuate.

Per queste finalità, l’ANPR è dotata di:

  • Un sistema di Identity & Access Management per l’identificazione dell’utente e della postazione, la gestione dei profili autorizzativi, la verifica dei diritti di accesso, il tracciamento delle operazioni;
  • Un sistema di tracciamento e di conservazione dei dati di accesso alle componenti applicative e di sistema;
  • Sistemi di sicurezza per la protezione delle informazioni e dei servizi erogati dalla base dati;
  • Un sistema di log analysis per l’analisi periodica dei file di log, in grado di individuare, sulla base di regole predefinite e formalizzate eventi potenzialmente anomali e di segnalarli al Ministero dell’Interno tramite funzionalità di alert;
  • Una Certification Authority;
  • Sistemi e servizi di backup per il salvataggio dei dati e delle applicazioni;
  • Sistemi e servizi di Disaster Recovery.

Ma tutti sappiamo che i criminali informatici sono sempre in agguato e il nostro Paese non sembra così preparato a gestire eventuali minacce che potrebbero essere la vera spina nel fianco per la realizzazione dell’Italia digitale.

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