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Anagrafe unica: prove di ripartenza dopo mesi di stallo. Cannarsa (Sogei): ‘Ora dipende dai comuni’

L’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr), uno dei capisaldi del Piano Crescita Digitale, è ferma al palo da mesi per le resistenze degli 8mila comuni e delle software house locali, che offrono i servizi anagrafici ai comuni (rappresentate da Assosoftware), a conformarsi al sistema realizzato per conto del Ministero dell’Interno da Sogei, l’in-house tecnologica del MEF.

Sperimentazione fallita

Dopo mesi per non dire anni di stallo, l’unico comune italiano che ha realizzato il subentro dell’anagrafe unica è Bagnacavallo, 17mila abitanti in provincia di Ravenna, mentre la sperimentazione che coinvolgeva altri 26 comuni pilota non è mai decollata. Secondo i piani, entro fine 2016 tutti i comuni italiani dovevano essere subentrati nell’Anagrafe Unica, ma siamo ancora fermi e nessuno sa quando si concluderà la migrazione perché nessuno può prevedere se e soprattutto quando gli 8mila comuni italiani decideranno di aderire al progetto, riversando la loro anagrafe comunale nel database unico voluto dal Ministero dell’Interno.

Perché?

Per capire le ragioni dell’impasse di un progetto che ha preso le mosse nel 2012 (Legge 279 del 18 ottobre) e che da allora ha visto la stipula di otto contratti fra Ministero dell’Interno e Sogei per la realizzazione del sistema (per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro anche se non si conosce il dettaglio) oggi la Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle PA presieduta dall’onorevole Paolo Coppola (Pd) ha sentito in audizione Cristiano Cannarsa, il Presidente e Amministratore delegato di Sogei, l’in-house tecnologica del Mef responsabile di realizzare il sistema per conto del Ministero dell’Interno.

Sogei e Assosoftware ripartono inisieme

“Stamattina c’è un elemento positivo con un articolo di stampa che lascia ben sperare – ha detto Cannarsa – Anagrafe nazionale della popolazione residente: Sogei e Assosoftware ripartono insieme. Ieri c’è stata una riunione a Milano con Assosoftware e il Team Digitale di Piacentini e questo è un elemento importante di rasserenamento delle criticità. Ritengo molto positivo il riavvio della sinergia con Assosoftware, necessaria per operare in 8mila comuni”.

 

Progetto pronto all’uso (dal punto di vista informatico)

 

“Dal punto di vista informatico di Sogei – continua Cannarsa – il progetto è completato e da novembre 2015 è operativo nel Comune di Bagnacavallo. Il collaudo del progetto c’è stato nel 2016, il progetto per noi è operativo”. L’obiettivo finale è creare un database unico che garantisca la certezza del dato anagrafico per stato civile, servizi di leva, nascite, decessi, cambi di residenza, servizio elettorale ecc.

Sogei ha implementato il sistema di sicurezza sulle postazioni di lavoro degli addetti ai servizi dell’Anagrafe usando sistemi di sicurezza (Identity access management) forti.

Per Diego Piacentini, Commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale, il progetto sarà completo quando tutti i comuni italiani saranno migrati nel sistema. A rallentare il cammino dell’Anagrafe Unica doversi fattori: in primo luogo, come detto, i contrasti fra Sogei e Assosoftware, pronta a bloccare il progetto per timore di perdere fette di business nella fornitura dei gestionali e delle soluzioni (web service e web application) dei servizi anagrafici dei singoli comuni. I sistemi anagrafici sono diversi da comune a comune e i costi di subentro sono a carico dei comuni che notoriamente hanno le casse vuote.

Ritardi amministrativi

E poi, la necessità di attendere ben due Dpcm per rendere operativo il progetto, e nel frattempo il cambio al vertice di Agid (Ragosa, Poggiani e infine Samaritani) che ha rallentato tutto, anche se le specifiche tecniche erano pronte già nel 2014.

“Posso capire che per i comuni e per le software house locali la rinuncia all’anagrafe sia un fatto difficile, anche se i Comuni possono dotarsi di una copia in loco – ha detto Cannarsa – che si è notato già in fase di sperimentazione dalla freddezza dei 27 comuni coinvolti. Sogei ha sempre offerto collaborazione anche di fronte a queste resistenze, inviando persone in loco”.

Per Cannarsa, il problema “non è informatico – ha detto – per progetti strategici come questo serve un sistema legislativo più snello e i Comuni devono rinunciare alle singole anagrafi” in nome di un’anagrafe unica che garantisca la certezza dell’identità digitale conditio sine qua non per lo sviluppo di tutti i servizi online della PA (fra cui ad esempio il domicilio digitale).

 

Ma qual è il problema dal punto di vista dei Comuni?

 

I gestionali utilizzati nei diversi comuni italiani sono per lo più disegnati per svolgere una serie complessa di servizi (non soltanto quelli demografici) che ruotano intorno ai dati anagrafici: servizio tributi, contabilità e a cascata una serie di servizi connessi fra cui servizio mensa, trasporti, servizi cimiteriali. Dati che a loro volta confluiscono nei database delle forze dell’ordine.

Prevedere l’utilizzo di un gestionale ad hoc per l’anagrafe implicherebbe un cambio di mansioni, processi e di mentalità profondo per i dipendenti comunali, abituati da sempre a usare il gestionale del comune.

Il problema di fondo, quindi, è trovare un sistema efficiente che secondo i comuni è quello di collegare i gestionali esistenti, tramite web services, all’anagrafe unica senza l’obbligo di adottare l’applicativo Sogei, che potrebbe rivelarsi un’ottima soluzione alternativa invece nei comuni che espressamente chiedessero di adottarlo. Ma senza imposizioni.

Da questo punto di vista, oggi Cannarsa ha detto che in prevalenza i comuni lavorano con i web services mentre altri prediligono le web application.

Perché niente gara? Quali sono i tempi?

A certificare la bontà della scelta di affidare a Sogei in qualità di in-house trasversale della PA la realizzazione del sistema, secondo Cannarsa che risponde così ad una domanda del presidente della Commissione Paolo Coppola, il parere dell’Avvocatura dello Stato. D’altra parte, Sogei ha realizzato il sistema per la fatturazione elettronica, utilizzata da un milione di imprese, non si vede perché 8mila comuni dovrebbe essere un problema nel caso dell’Anagrafe Unica.

Perché la scelta di sviluppare internamente il software dell’anagrafe nazionale e non fare una gara?

“Gestire in sicurezza un sistema così complesso è difficile, non esistono sistemi locali per gestire l’Anagrafe nazionale con i requisiti richiesti dal Ministero dell’Interno”, dice il presidente e Ad di Sogei, che peraltro ha realizzato e gestisce l’anagrafe tributaria e nel tempo ha realizzato il sistema della fatturazione elettronica, della ricetta elettronica e da ultimo 18app, la piattaforma per il bonus cultura ai maggiorenni, replicata con quella per il bonus docenti.

Altre domande sono state poste dall’onorevole Enza Bruno Bossio (Pd): Quali sono tempi per l’Anagrafe Unica in tutti gli 8mila comuni italiani? Il budget messo a disposizione dal Ministero è sufficiente?

Cannarsa ha ricordato come il commissario Piacentini abbia detto in precedenza che il progetto ripartirà da 7 comuni (Torino, Milano, Venezia, Firenze, Roma, Bari, Palermo). “Un blocco importante di città metropolitane – ha detto Cannarsa – i tempi possono essere molto rapidi, ma si parla comunque di mesi per la complessità del progetto. Dipenderà dai comuni”. Per la copertura del budget non si sa ancora se sarà necessario aggiungere dei fondi, dal 2013 per l’Anpr sono stati firmati 8 contratti fra Sogei e Ministero dell’Interno, che stanno definendo il nono.

Certo, fissare una dead line per la migrazione potrebbe aiutare, anche perché senza Anagrafe Unica tutto il disegno del Digital first rischia di restare sulla carta per non parlare di Italia Login, la casa digitale degli italiani.

Paolo Coppola: ‘Motivi del ritardo ancora da chiarire’

 In serata la nota del presidente della commissione Paolo Coppola“Purtroppo l’audizione di oggi di Sogei non ha dissipato tutti i dubbi sul progetto ANPR – si legge nella nota – da una parte a causa del fatto che, nonostante la commissione avesse chiesto informazioni sui costi del progetto già giovedì scorso, oggi l’ing. Cannarsa non è stato in grado di fornirceli. Dall’altra le spiegazioni relative al mancato coinvolgimento dei produttori di software, come pure la scelta di sviluppare ex novo il software invece di estenderne uno esistente o, ancora, il motivo per cui dei 27 comuni sperimentatori, solo uno abbia raggiunto la fine della sperimentazione con successo, sono ancora insoddisfacenti. Sicuramente la Commissione approfondirà il tema con successive audizioni dei vari soggetti coinvolti per comprendere le eventuali criticità, in modo da valutare l’opportunità di interventi normativi che permettano di velocizzare il completamento di un progetto fondamentale per l’efficienza della PA e che non può in nessun modo considerarsi concluso fino a quando tutte le anagrafi locali saranno migrate nell’unica anagrafe nazionale. Sarà anche molto importante valutare le eventuali criticità del modello ‘in house orizzontale’, assicurando qualità nei processi di raccolta dei requisiti da parte dei portatori d’interesse, nei processi di sviluppo e nei processi di rilevazione della soddisfazione dell’utenza”.

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