L’obiettivo di Amazon è automatizzare il 75% delle operazioni
Amazon potrebbe traghettarci tutti alle porte di una nuova era industriale, guidata non da uomini ma da robot. Secondo quanto riportato dal New York Times, il colosso dell’e-commerce starebbe valutando un piano di automazione che, entro il 2033, potrebbe rendere superflui oltre 600.000 posti di lavoro “umani” negli Stati Uniti.
Le informazioni trapelate descrivono un progetto ambizioso: automatizzare tre quarti delle operazioni logistiche di Amazon. Il piano, discusso nel 2024 tra i vertici aziendali e il consiglio di amministrazione, prevede di mantenere stabile la forza lavoro pur raddoppiando le vendite nei prossimi dieci anni. In pratica, la crescita verrà sostenuta dai robot, non dagli esseri umani.
Tuttavia, i documenti interni consiglierebbero di evitare termini come “automazione” o “intelligenza artificiale”, preferendo definizioni più rassicuranti come “tecnologia avanzata” o “cobot” — robot collaborativi progettati per affiancare, e non sostituire, le persone.
Amazon minimizza: “I documenti non riflettono la nostra strategia”
L’azienda ha risposto alle accuse precisando che i file diffusi “sono incompleti” e non rappresentano la strategia globale di assunzioni. La portavoce Kelly Nantel ha sottolineato che Amazon prevede di assumere 250.000 persone per la stagione natalizia, senza però chiarire quante di queste posizioni diventeranno permanenti.
Nonostante le rassicurazioni, economisti come Daron Acemoglu, docente al MIT e vincitore del Premio Nobel per l’Economia 2024, avvertono che l’automazione spinta di Amazon potrebbe trasformare l’azienda da motore di occupazione a “distruttrice netta di posti di lavoro”.
Solo pochi giorni fa, secondo fonti interne all’azienda, si stimava un primo taglio del 15% del personale all’interno della sua divisione Risorse Umane, denominata internamente PXT (People eXperience and Technology), che conta oltre 10.000 dipendenti a livello globale, per l’impiego crescente di soluzioni di intelligenza artificiale.
Dalla Kiva ai magazzini automatizzati: la storia dei robot Amazon
Il rapporto di Amazon con i robot inizia nel 2012, con l’acquisizione del produttore di robotica Kiva Systems per 775 milioni di dollari. Da allora, i piccoli dischi arancioni che trasportano scaffali hanno rivoluzionato la logistica interna: non sono più i lavoratori a spostarsi, ma gli oggetti che viaggiano verso di loro.
Nel 2023, Amazon ha aperto a Shreveport, in Louisiana, il suo centro logistico più avanzato. Qui 1.000 robot gestiscono gran parte delle operazioni, riducendo del 25% il personale necessario rispetto a un impianto tradizionale. Con ulteriori implementazioni previste, la riduzione del personale potrebbe presto raggiungere il 50%.
Il modello Shreveport si espande: 40 centri automatizzati entro il 2027
Il “modello Shreveport” verrà replicato in almeno 40 magazzini entro il 2027, a partire da quello di Virginia Beach e da strutture modernizzate come quella di Stone Mountain, vicino ad Atlanta. Qui, secondo i documenti interni, la produttività crescerà del 10% mentre il fabbisogno di manodopera diminuirà di oltre 1.200 lavoratori.
Nonostante ciò, Amazon sostiene che in alcune sedi l’automazione potrebbe addirittura portare a nuove assunzioni di personale tecnico, specializzato nella manutenzione e nella gestione dei sistemi robotici.
L’altra faccia della medaglia: comunicazione e consenso
Dietro le quinte, i manager di Amazon avrebbero pianificato una strategia di comunicazione per “gestire il messaggio” nei territori coinvolti. L’obiettivo? Sottolineare i vantaggi tecnologici e la creazione di nuovi posti di lavoro qualificati, così da ottenere il sostegno delle autorità locali e dell’opinione pubblica.
Che Amazon lo ammetta o meno, l’automazione sta ridisegnando il panorama del lavoro. I robot sono già protagonisti invisibili di milioni di spedizioni quotidiane e la loro presenza nei magazzini crescerà ancora. Per alcuni è una minaccia, per altri un progresso inevitabile. Ma una cosa è certa: il modo in cui Amazon gestirà questa transizione traccerà il futuro dell’industria globale.