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Amazon e il bonus cultura: per Boccia (Pd) allarme conflitto d’interessi

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Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio alla Camera, torna a denunciare il conflitto d’interessi del manager di Amazon Diego Piacentini, Commissario di Governo al Digitale.

Diego Piacentini, Commissario di governo per il digitale ma anche Senior Vice Presidente di Amazon in aspettativa, sbatte sul conflitto di interessi?

La pensa così Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati del Pd, che già a settembre aveva incalzato Piacentini per denunciare l’”imbarazzante” conflitto d’interessi tra il manager in prestito da Amazon e ora al servizio del governo per due anni (Vai all’articolo di Francesco Boccia pubblicato il 6 novembre sull’Huffington Post “Bonus ai diciottenni e Business per Amazon”).

Il pomo della discordia, in questo caso, riguarda il Bonus Cultura per i 18enni appena varato dal Governo, che consente ai 18enni muniti di Spid (Sistema pubblico di identità digitale) di fruire di un bonus di 500 euro. Una possibilità colta al balzo anche da Amazon, che ha realizzato il sito dedicato https://amazon.bonus18.it/#/, con il quale convertire il bonus, devoluto ai diciottenni per la formazione e la cultura dal governo Renzi, in buoni sconto per fare shopping ‘educativo’ su Amazon.

La domanda che pone Boccia nell’articolo dell’Huffington Post è chiara: ‘Ma vi pare normale che Amazon, azienda leader mondiale nel commercio elettronico, fornisca la vendita di beni e servizi connessi al bonus cultura di 500 euro erogati dallo Stato per i diciottenni? Lo farà gratis? Penso proprio di no. Ovviamente continuando sui servizi che eroga a non pagare le imposte dovute in Italia. E con uno dei principali azionisti privati (Diego Piacentini) che lavora per il governo. Almeno si risparmi l’offesa all’intelligenza media degli italiani nel ribadire che lavora gratis. Qui il problema non è cosa fa Piacentini, ma se ci sembra normale che i dati dai nostri ragazzi debbano essere anche nelle mani di privati (Spid, sistema pubblico di identità digitale è già un fallimento per costi e tempi, ma il tema delicato per me è connesso a chi possiede e utilizza le informazioni: i gestori privati di identità Spid)”.

amazon bonus cultura

Ma per ora la risposta è rimasta inevasa. “Diego Piacentini contribuirà a rivoluzionare la pubblica amministrazione” e “ci aiuterà ad attuare questo percorso in due anni senza compenso, gratuitamente”, ha detto il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, ieri alla Leopolda.
Ma a rimarcare il rischio di un potenziale conflitto di interessi per Piacentini sono stati anche, tra gli altri, Il Giornale il Tg5stelle.it, aggiungendo carne al fuoco alle dichiarazioni del Presidente della Commissione Bilancio alla Camera: “…E chi è che ha creato 18app.it, l’applicazione per accedere al bonus? Piacentini. Chi ha messo a punto (dopo una partenza sofferta) l’infrastruttura per l’identità digitale Spid sulla quale i giovani devono registrarsi per accedere a 18app? Sempre Piacentini. Chi è stato tra i primi a dotarsi di un’infrastruttura digitale per usare il bonus? Amazon…”.

Detto questo, ben venga il bonus cultura soprattutto se contribuirà alla diffusione di Spid, il Sistema pubblico di identità digitale che stenta a decollare, con 141mila sottoscrizioni da marzo, secondo i dati diffusi dall’Agid.