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AI, il NYT firma un accordo con Amazon per l’uso dei suoi contenuti. Ma non era contrario?

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Una decisione sorprendente, soprattutto considerando che il quotidiano statunitense è attualmente protagonista di una causa legale contro OpenAI, accusata di violazione del copyright per l’uso non autorizzato dei suoi articoli nell’addestramento di ChatGPT.

Il New York Times ha annunciato una partnership con Amazon per consentire al colosso tech di utilizzare i propri contenuti nell’addestramento di modelli di intelligenza artificiale generativa. Una decisione sorprendente, soprattutto considerando che il quotidiano statunitense è attualmente protagonista di una causa legale contro OpenAI, accusata di violazione del copyright per l’uso non autorizzato dei suoi articoli nell’addestramento di ChatGPT.

Amazon si, OpenAI no

Secondo quanto comunicato dalla CEO del Times, Meredith Kopit Levien, l’accordo sarebbe perfettamente in linea con la strategia editoriale del giornale: “vale la pena pagare per un giornalismo di alta qualità”. I contenuti della storica testata saranno così integrati nei prodotti di Amazon, in particolare nell’assistente vocale Alexa, che potrà fornire risposte basate anche sugli articoli del Times e addestrare i propri modelli di intelligenza artificiale.

La reazione dei mercati

L’annuncio ha avuto effetti immediati sul titolo del New York Times, che ha guadagnato il +1,85% alla Borsa di New York, avvicinandosi al massimo storico toccato nel dicembre scorso. Un segnale chiaro: gli investitori apprezzano le strategie che trasformano la crisi dell’editoria digitale in opportunità economiche, in un’epoca in cui i contenuti giornalistici rappresentano una risorsa fondamentale per lo sviluppo dell’AI generativa.

Una corsa globale agli accordi

L’intesa tra Amazon e il Times si inserisce in un contesto dinamico dove editori e aziende tecnologiche stanno ridefinendo le loro relazioni:

  • News Corp, Le Monde, Axel Springer e il Washington Post hanno già siglato accordi con OpenAI
  • Google collabora con Associated Press
  • AFP ha stretto una partnership con la startup francese Mistral

Proprio quest’ultima è al centro di un caso che sta attirando grande attenzione: come riportato ieri qui, Meta ha perso gran parte del team originario di LLaMA, il proprio modello open source di AI, a favore proprio di Mistral. Una vera e propria emorragia di talenti, che mette in discussione la capacità delle Big Tech di trattenere competenze strategiche in un mercato dell’intelligenza artificiale sempre più competitivo e fluido.

Al di là delle singole intese commerciali, resta centrale il tema del valore e della tutela del contenuto giornalistico. Le testate stanno cercando di ridefinire il proprio ruolo nell’ecosistema AI, puntando da un lato a evitare lo sfruttamento non autorizzato del proprio lavoro, dall’altro a capitalizzare in modo sostenibile sulle nuove tecnologie, anche facendo causa.

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