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Agcom: ‘Procedimento per accertare posizioni dominanti nella pubblicità online’ (Cosa rischiano Google e Facebook)

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L’Autorità punta “all’accertamento della sussistenza di posizioni dominanti o comunque lesive del pluralismo nel settore della pubblicità on line, nonché all’eventuale adozione dei conseguenti provvedimenti”. Cosa rischiano Google e Facebook che sono al primo e al secondo posto nel ranking per risorse nazionali da vendita di pubblicità online.

Google rischia un provvedimento dall’AgCom per posizione dominante nella pubblicità online anche in Italia, e non solo negli Usa dove è finita per lo stesso motivo nel mirino di 50 procuratori generali di 48 Stati. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha deciso di avviare un procedimento “finalizzato  all’individuazione  e  all’analisi  del  mercato  rilevante, all’accertamento di posizioni dominanti o comunque lesive del pluralismo nel settore della pubblicità online”, in cui Big G sovrasta tutti, anche nel nostro Paese.

Google raccoglie 1,4 miliardi su un totale di 2,7 miliardi in Italia, secondo i dati contenuti nella Relazione annuale che l’Authority ha presentato al Parlamento l’11 luglio scorso e 7 giorni dopo il consiglio dell’AgCom ha deciso di avviare il procedimento, comunicato oggi sul sito web dell’Autorità, per accertare posizioni dominante nella pubblicità online.

Ma nel mirino dell’Authority può finire anche Facebook, che insieme a Google raggiungono circa i 2/3 del valore complessivo stimato del mercato della pubblicità sul web. La società di Mark Zuckerberg realizza ricavi per 46 miliardi di euro (corrispondenti al 19,5% del totale) e registra un incremento su base annua sia della quota (+ 2,2 p.p.) sia in volume (+30,3%). In sostanza Google e Facebook si collocano rispettivamente al primo e al secondo posto nel ranking per risorse nazionali da vendita di pubblicità online.

Qualora dovessero emergere posizioni dominanti nella raccolta pubblicitaria sul web, scatteranno delle misure da parte di Agcom (previste dall’articolo 43, comma 5, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177) per porre fine all’illecito dominio.  

Il termine di conclusione del procedimento è di 180 giorni dalla data di pubblicazione del provvedimento, prorogabile con atto motivato di ulteriori 90 giorni.