Danimarca digitale: Telecom Italia incontra il comitato Aarhus Smart city

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Fattore abilitante del progetto danese è la condivisione aperta di dati e informazioni che riguardano la città con la popolazione, i centri di ricerca e le imprese

Danimarca


Smart City

Un aumento del 10% dell’indice di digitalizzazione di un paese porta a una crescita dello 0,75% del PIL procapite e a una diminuzione della disoccupazione dell’1,02%. Le cifre sono state fornite dal Global Information Technology Report, presentato qualche giorno fa dal World Economic Forum, in cui si aggiungeva che il prodotto interno lordo mondiale è aumentato di 193 miliardi di dollari,negli ultimi due anni, creando 6 milioni di posti di lavoro anche grazie al massiccio utilizzo di tecnologie informatiche e della comunicazione. Sono queste, infatti, a garantire crescita economica durante un periodo di crisi come quello che mezzo mondo sta attraversando. Secondo lo studio, i primi dieci Paesi al mondo che più investono in ICT applicata all’economia, sono: Finlandia, Singapore, Svezia, Olanda, Norvegia, Svizzera, Gran Bretagna, Danimarca, Usa e Taiwan. L’Italia in questa graduatoria si posiziona cinquantesima.

 

E proprio la Danimarca dimostra ancora una volta una spiccata propensione alla digitalizzazione dell’economia e dei servizi, presentando le ultime iniziative di Aarhus Smart City al gruppo europeo FP7 UrbanIxD, di cui fa parte anche Telecom Italia. Si tratta della città più grande della penisola dello Jutland, la seconda in tutta la Danimarca, con una popolazione pari a 320 mila abitanti circa, di cui 40 mila studenti universitari. Il centro urbano, infatti, vanta diversi hub di ricerca e innovazione, tra i più avanzati in Europa, e uno tra i più attivi porti della Scandinavia.

L’amministrazione pubblica ha lanciato il suo progetto di città intelligente puntando sulla crescita sostenibile dell’economia (qui il settore petrolchimico è molto sviluppato), sull’alfabetizzazione digitale della popolazione, sull’aumento di un’occupazione qualificata e su un programma di urbanizzazione che, entro 5 anni, sia in grado di realizzare edifici nuovi o riconvertiti e infrastrutture avanzate su circa un terzo del territorio urbano.

 

Durante l’incontro con il gruppo europeo, riporta una nota dei Telecom Italia, avvenuto presso il Comune della Città, il centro di ricerca CAVI per l’interazione e la visualizzazione avanzate dell’Università di Aarhus, e il centro polifunzionale Godsbanen della città, è stato mostrato il nuovo identificatore digitale unico a livello nazionale NemID, voluto dal governo nel 2010. Attraverso NemID i cittadini danesi possono accedere a tutti i servizi digitali di egovernment, ehealth, epayment, eschool e molto altro. Entro il 2013, il governo intende inoltre completare la migrazione verso un sistema nazionale di transazioni economiche e finanziarie full-digital.

 

Il piano strategico per Aarhus Smart City è stato costruito grazie ad una iniziativa partecipativa, denominata Think Tank ed istruita nel 2010-2012, che ha prodotto alcune linee guida per la realizzazione del progetto Smart Aarhus in un arco temporale di 10-20 anni e con “zero” budget, grazie alle partnership pubblico-private. Attualmente, tra i sistemi Smart già operativi in Aarhus ci sono: il portale Open Data della città, il City Dashboard (una serie di widgets per l’accesso agli open data) e altri sistemi che riguardano i trasporti pubblici e privati, la gestione dell’energia, dell’acqua e dei rifiuti urbani.

 

Aarhus gode della presenza di un distretto industriale e di ricerca molto avanzato, chiamato Katrinebjerg, in cui sono presenti numerosi laboratori di ricerca nazionali (GTS) e aziende dell’IT, quali Google e IBM, che si pone come il luogo naturale per la sperimentazione di nuovi servizi digitali. Gli istituti di ricerca presenti indirizzano attività che sono centrali allo sviluppo delle Smart Cities, quali l’edilizia innovativa, l’energia, l’ambiente e i trasporti. Un particolare settore di ricerca riguarda la visualizzazione di “big data” per la popolazione. La condivisione aperta di dati e informazioni che riguardano la città è infatti uno dei fattori abilitanti chiave di tutto il processo innovativo. La ricerca sulle Smart Cities è anche effettuata attraverso il coinvolgimento in progetti privati o sostenuti dalla comunità Europea, come CityMart, OUTSmart e lo stesso UrbanIxD.

(f.f.)