eCOMMERCE: contraffazione, Antitrust oscura 112 siti web

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VINTI

Intervento dell’Antitrust e della Guardia di Finanza per porre fine alla vendita illegale online di orologi contraffatti di celebri brand. Su disposizione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), sono stati oscurati 112 siti web di ecommerce.

 

In totale, fino ad oggi, sono 166 i siti resi inaccessibili dall’Agcm grazie all’intervento dei militari del Gruppo Antitrust del Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza. Tutti i nomi a dominio e relativi website contraffattivi risultavano gestiti su cinque server situati in Malesia e registrati da due soggetti stranieri.

 

La pratica commerciale scorretta è stata segnalata sia dall’associazione dei consumatori Adoc, sia dall’Indicam e dalla Confcommercio. I marchi interessati sono 47 e vanno dal prodotto più semplice a quello di extralusso. Tutti i siti oscurati erano strutturati come outlet che proponevano,  in diverse lingue, orologi di numerose marche e consentivano di effettuare acquisti con  diverse valute, avvalorando nei consumatori l’idea che il venditore fosse un importante operatore internazionale. 

 

Secondo l’Antitrust, attraverso i siti, ora resi non accessibili, sarebbero state fornite ai consumatori informazioni non vere sulla natura e sulle caratteristiche dei prodotti. Mancavano inoltre informazioni rilevanti sull’identità e l’indirizzo geografico dei venditori e sui diritti previsti a tutela dell’acquirente nella fase post vendita. Trattandosi inoltre di prodotti contraffatti veniva negato, di fatto, il diritto di usufruire della garanzia legale di conformità.

 

Come sottolinea Confcommercio, la vendita di prodotti contraffatti venduti  per originali a prezzi particolarmente convenienti danneggia peraltro  anche gli esercizi commerciali appartenenti alla rete ufficiale di distribuzione dei vari marchi, con conseguenze dirette non solo sulla sopravvivenza stessa delle microimprese di settore ma anche sul mantenimento dei livelli occupazionali.

 

A fronte delle lamentele di molti consumatori che avevano acquistato i prodotti sul web, Assorologi ha effettuato una verifica puntuale su tutti i siti e inoltrato, attraverso l’Indicam, la denuncia all’Antitrust. Secondo Assorologi  l’articolata rete contraffattiva era costituita da 46 Nad (Nomi a Dominio) e 112 domini internet (intesi come unità di secondo livello) articolati secondo i diversi Paesi di accesso, nonché da centinaia di pagine web, caratterizzate ognuna dalla marca di orologi proposti.