eSECURITY: minacce online, 7 italiani su 10 cambiano raramente la password

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VINTI

Tutti, o quasi, hanno ormai ben in mente cosa significhi navigare in rete senza adeguata protezione, ma in pochi si adoperano per elevare al massimo il grado di difesa dei propri device e dei dati personali. È quanto emerge anche dallo studio elaborato dall’Osservatorio sul patrimonio informativo personale, creato dal Cermes Bocconi e da Affinion International, e presentato oggi alla Bocconi.

 

Dal documento si vede che il 69% si protegge mentre digita i pin, il 67% tiene i pin separati dalle carte, il 59% non comunica le proprie password. Però, solo il 33% le cambia frequentemente, il 37% ne costruisce di complesse e il 38% paga online solo con carte prepagate. Inoltre, il 77% degli italiani non possiede un database protetto dei propri dati personali (quali un file criptato o un’agenda da avere sempre con sé).

 

Gli italiani hanno una percezione ancora molto tradizionale e limitata del concetto di patrimonio informativo personale“, ha spiegato Armando Cirrincione, ricercatore del Cermes che ha curato lo studio. “Evidenziano una grande fiducia negli operatori, ma sopravvalutano i rischi dell’online rispetto all’offline. Focalizzano l’attenzione sulla Rete quando pensano al furto d’identità, ma si tutelano con comportamenti contraddittori, concentrati sull’offline e poco adatti all’online (nonostante lo considerino più rischioso). In definitiva, avvertono un bisogno di maggiore protezione, si percepiscono poco preparati ma non sanno né come ottenerla né a chi chiedere informazioni al riguardo“.

 

Lo studio ha poi domandato agli italiani cosa intendano per dati personali e quali siano la rilevanza e il rischio del loro furto. L’uso fraudolento dei dati è ritenuto generalmente pericoloso e sono soprattutto le donne ad avvertire con maggiore intensità la rilevanza del fenomeno. Riguardo le fonti di rischio, ossia le occasioni in cui è percepito maggiore il pericolo di sottrazione dei dati, spicca il furto del supporto (ad esempio smartphone, carta di credito, carta d’identità, tessera sanitaria) che totalizza 5,19% (su una scala a sette punti). A tal proposito i giovani avvertono molto alto il rischio di furto della sim card del cellulare.

 

Anche la navigazione online è considerata a livello elevato di pericolosità (5,01%), mentre si pensano un po’ meno pericolosi l’uso delle informazioni in ambiente mobile (4,73%; es. l’inserimento di dati via telefono) e l’uso in ambiente reale, come il dare la carta di credito al cameriere (4,72%).

 

Altro elemento importante è la fiducia che gli intervistati ripongono in diversi operatori, sempre riguardo all’uso che fanno dei loro dati: la più alta è negli alberghi e ristoranti (4,4 su 7), seguita dalla GDO (4,3) e dalle palestre (4,2). Più bassa la fiducia in operatori finanziari (3,2) e operatori online (3).

 

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