eSECURITY: torna la ‘truffa alla nigeriana’, stavolta con la guerra in Siria

di Flavio Fabbri |

VINTI

Difficile stabilire se la famigerata ‘truffa alla nigeriana’ continui a registrare ottimi risultati più per l’audacia dei criminali online o più per l’ingenuità degli internauti. Di fatto, ogni tanto, viene fuori che qualcuno ha abboccato e che una bella somma di denaro è sparita nel nulla.

 

Di questi giorni è la notizia, trapelata dai laboratori Kaspersky, di una nuova ondata di mail contenenti lettere sul modello ‘nigeriano’, che invitano gli utenti del web a donare soldi per aiutare il popolo siriano.

 

Il testo del messaggio, più o meno, è il seguente: ‘Sto fuggendo dalla Siria, ma ho bisogno del tuo aiuto per trasferire denaro in una banca al di fuori del mio Paese. Ho necessità di una piccola somma per aprirmi un conto…‘.

 

Appena il malcapitato utente accetta di dare un mano all’immaginario amico siriano, ovviamente perseguitato dal regime di Damasco, subito i criminali prelevano i soldi versati sul conto corrente aperto e scappano, sparendo nel nulla.

 

Piccole cifre, generalmente, che, messe assieme e moltiplicate per migliaia di utenti frodati, rappresentano ad ogni ondata di spam somme più che discrete per i criminali.

 

Questo tipo di frode online nasce da email ‘infette’ provenienti da Asia (per il 59%), Nord America (20%), Europa dell’Est (12%), Europa occidentale (4%) e America Latina (2%).