eSECURITY: danni alle aziende americane per cyber attacchi, investitori all’oscuro

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VINTI

Sul numero ed il nome c’è ancora molto riserbo da parte dell’americana Securities and Exchange Commission (SEC), ma è certo che un gran numero di aziende di rilevanza nazionale hanno taciuto ai propri azionisti il volume e la gravità di alcuni attacchi informatici avvenuti nel 2011.

 

Tra queste c’è sicuramente la Lockheed Martin, azienda attiva nei settori dell’ingegneria aerospaziale e della difesa, l’internet company VeriSign e VeriFone Systems attiva nel settore dei sistemi di pagamento per carte di credito. Importanti società, che in molti casi forniscono alla nazione servizi strategici, scoperte a nascondere informazioni delicate di cui i propri azionisti dovevano essere informati.

 

Molte di esse, infatti, non hanno segnalato alla SEC, nei loro documenti mensili, di aver subito non solo degli attacchi informatici, che nel 2011 hanno segnato un aumento esponenziale negli Stati Uniti, ma dei veri e propri danni economici, calcolabili in milioni di dollari. Una guida pubblicata ad ottobre dall’autorità metteva in guardia le imprese su cosa si poteva omettere e cosa assolutamente no. Spesso, oltre al conto dei soldi persi, si devono aggiungere anche sottrazioni di informazioni sensibili e di primaria importanza da un punto di vista strategico, che poi sono le notizie che più devono interessare investitori e funzionari pubblici addetti alla sicurezza.

 

Perché non c’è stata comunicazione di questi elementi alla SEC?  – si è chiesta Melissa Hathaway addetta all’ufficio per la cyber sicurezza del Presidente Barack Obama – c’è bisogno di maggiore trasparenza e chiarezza di rapporti tra le aziende e gli investitori, altrimenti si rischia grosso e in tempi di crisi l’ebusiness è una risorsa troppo importante per il Paese”.

 

In molti hanno chiesto una legge a riguardo, più rigida rispetto alle disposizioni attuali, ma per questo i rappresentanti della SEC hanno detto che ci vorrebbe comunque troppo tempo e diversi passaggi prima in commissione commercio al Senato e poi in Parlamento.

 

La guerra informatica che da un anno sta emergendo sempre più con chiarezza a livello globale vede gli Stati Uniti in prima fila, sia come vittima, sia come protagonista. Una guerra combattuta su più livelli e che ha spinto Obama ad intensificare gli sforzi per aumentare le difese e cercare nuovi strumenti da usare sul campo per controbattere alle azioni di spionaggio industriale, agli attacchi alle infrastrutture critiche e ai tanti interessi del Paese sempre più minacciati da terroristi e criminali informatici.