eSECURITY: Roma è la quinta città al mondo per ‘PC zombie’

di Flavio Fabbri |

VINTI

Fa una strana impressione vedere l’Italia eccellere nel cyber crime e trovare il nostro paese al secondo posto in Europa e Mediterraneo per numero di PC infetti e al terzo posto per criminalità informatica. Secondo quanto riportato nel XVI Internet Security Threat Report di Symantec, documento annuale sulle minacce e gli attacchi informatici, l’Italia ospita il 15% delle botnet EMEA, in aumento rispetto al 12% del 2009.

Secondo il manuale, una botnet altro non è che una rete di computer collegati ad Internet e controllati da un’unica entità, il ‘botmaster‘. Da esse si originano i cosiddetti Pc zombie, hardware manovrati in rete come fossero appunto ‘zombie digitali‘ al servizio di qualcuno. I criminali informatici e i crackers riescono in questo tramite falle nella sicurezza o mancanza di attenzione da parte dell’utente e dell’amministratore di sistema, per cui i computer vengono attaccati da codice infetto, Virus informatici e Trojan, tramite i quali è possibile controllare il sistema da remoto. I cyber criminali possono inoltre sfruttare i sistemi compromessi per scagliare attacchi distribuiti denial-of-service (DDoS) contro qualsiasi altro sistema in rete, compiere frodi finanziarie e offrire un servizio illecito perfino ad altre organizzazioni criminali.

Nello specifico, Roma è risultata essere la città italiana col più alto numero di PC zombie, il 65% del totale, seguita da Milano (21%), Cagliari (6%) e le altre città con circa l’1%. Il dato che più colpisce, però, è che Roma è salita addirittura al quinto posto del ranking mondiale, col 2% delle botnet globali. Tra i tipi di attacchi informatici più diffusi nel nostro paese, inoltre, troviamo i Trojan nel 57% dei casi, i Worms per il 31%, i tradizionali Virus col 6% e i Backdoor per il 6%, queste ultime definite come curiose porte sul retro che consentono di superare le procedure di sicurezza attivate in un sistema informatico. Il 30% circa dei codici malevoli intercettati sul nostro territorio Internet proviene dall’Italia stessa, mentre il 3% dello spam mondiale e il 5% di quello che gira nella regione Europea e mediterranea è sempre made in Italy.