EDITORIA: 50 milioni in meno di contributi. Malinconico(Fieg), ‘Se confermati i tagli si rischia di affossare il settore’

di Flavio Fabbri |

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Ancora polemiche attorno al ddl Milleproroghe, stavolta per la notizia di un corposo dimezzamento dei contributi a sostegno dell’editoria, da 100 a 50 milioni, e un azzeramento dei 45 milioni di euro previsti a sostegno dell’emittenza televisiva e radiofonica locale. A far sentire la sua voce anche Carlo Malinconico, presidente della Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG), che commentando una notizia Ansa di ieri pomeriggio ha affermato: “Resto attonito e non posso non sottolineare – se la notizia non sarà smentita – che un tale modo di procedere evidenzia l’arbitrarietà di scelte politiche non coerenti e il totale disinteresse per chi amministra aziende in gravi situazioni finanziarie, che vede, nel giro di pochi giorni, mutato il quadro di riferimento finanziario e la stessa bancabilità dei propri bilanci“.

La Federazione degli editori di giornali non si è mai arroccata su posizioni d’indiscriminata difesa dei contributi – ha ribadito Malinconico – ma lamenta che con 50 milioni, anche a volerli sottrarre alla contribuzione diretta, ben si sarebbe potuto avviare un processo riformatore dell’editoria a vantaggio di tutte le aziende, in un’ottica d’incentivazione della produzione e di ripresa dell’occupazione nell’intera filiera. La verità è – e questo intervento ne sarebbe l’ennesima riprova – che non si vogliono affrontare i problemi del settore in un quadro di ripresa industriale dello stesso e di predisposizione di servizi pubblici efficienti alle imprese: in altri termini, è il vuoto politico, aggravato da repentini ripensamenti“.

Una preoccupazione più che lecita, visto il momento di crisi di sistema in cui versa il mercato dell’editoria nazionale, che il presidente della FIEG rimpalla al Governo invocando che: “Almeno adotti responsabilmente criteri più stringenti e selettivi per l’ammissione ai contributi diretti, se ha scelto la strada di ridurli drasticamente, in modo che i contributi vadano solo ad aziende vere e che non valgano ad incentivare forme scorrette di concorrenza a chi i contributi non riceve affatto“.

Sulla vicenda ha espresso il suo rammarico anche Francesco Soro, presidente del Coordinamento Nazionale dei Corecom, gli organi regionali di garanzia e controllo sulle telecomunicazioni, che ha commentato: “Se confermato, l’azzeramento dei contributi sarebbe un grave errore, perché l’industria radiotelevisiva locale è la spina dorsale dell’intero comparto dell’audiovisivo e sarebbero migliaia i posti di lavoro che andrebbero persi, senza considerare l’impatto negativo sul processo di digitalizzazione del Paese“.