GOOGLE GLASS: linguaggio dei segni, sperimentazione per non udenti al Museo Egizio di Torino

di Flavio Fabbri |

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Si torna a parlare dei fantomatici Google Glass, gli occhiali ideati e sviluppati a Mountain View che permettono di guardare il mondo in augmented reality, stavolta per un motivo più che valido. Presso il Museo Egizio di Torino, per la prima volta al mondo, sarà avviata la sperimentazione dei linguaggi dei segni (LIS) per non udenti.

 

Grazie ad un’applicazione sviluppata dal Politecnico e l’Università di Torino, che consente di ‘vedere’ un avatar che comunica e traduce i contenuti in LIS, anche i non udenti potranno visitare il museo di Torino e qualsiasi altro impianto museale ed espositivo seguendo le indicazioni preziose di una guida.

 

L’avatar sarà proiettato sulla superficie interna degli occhiali e vi si potrà far ricorso ogni volta che se ne ha bisogno sfiorando in modalità touch l’asta dei Google Glass. L’app in questione è stata sviluppata in Italia con la collaborazione dell’Institut Jean-Nicod di Parigi.

 

La sperimentazione, unica nel suo genere, è partita dalla statua di Ramesse II, monumento simbolo della cultura egizia, ma presto sarà adattata ad un itinerario più corposo a partire dal 2015, data in cui il museo di Torino aprirà nuovi padiglioni e proporrà un nuovo allestimento.