eBOOK: con l’eReader studiare è più semplice e meno costoso. Al via corso sperimentale all’Università di Padova

di Flavio Fabbri |

VINCITORI

Ci si prova all’Università di Padova, dove la collaborazione dell’Ateneo con Asus e Libreriauniversitaria.it ha dato il via all’utilizzo sperimentale di libri digitali al posto di quelli cartacei nel corso ‘Italian Entrepreneurship – Organizzazione e Governo delle Piccole e Medie Imprese‘ della Facoltà di Economia.

Un’iniziativa rivoluzionaria per la didattica accademica, che ha visto la disponibilità dei docenti Paolo Gubitta, Martina Gianecchini e Diego Campagnolo nel portare avanti il corso per 26 studenti, tenuto in lingua inglese, con l’ausilio di eBook e eReader che registrano la voce, scattano foto e girano video, come unici materiali didattici, eliminando quindi completamente l’uso della carta nelle lezioni.

Punto forte dell’iniziativa è la riduzione dei costi, la semplificazione delle lezioni e dello studio, il minor ingombro di materiale per gli studenti e i professori e il minore impatto ambientale dell’attività didattica. “Riteniamo che questa sperimentazione rappresenti un caso di eccellenza in Italia. Per questo motivo, intendiamo dar seguito a questo progetto e svilupparlo ulteriormente per esportarlo anche presso altre università“, ha affermato Livia Senic Matuglia, responsabile Relazioni Esterne di libreriauniversitaria.it.

Questo progetto ci consentirà di studiare l’impatto della tecnologia e-book su metodi didattici, modelli di apprendimento e modalità di interazione tra docente e studenti“, ha sottolineato il professor Paolo Gubitta, che aggiunge in una dichiarazione all’IGN: “Pensiamo per il futuro di rendere i libri interattivi con la possibilità di inserire note sul testo e, perché no, anche soluzioni ai problemi. Per ora è ancora un progetto sperimentale che finirà a giugno. Serve a capire come poter fruire al meglio gli e-Book“.

Un programma sicuramente valido e che potrebbe fare da apripista, almeno in Italia, ad una nuova stagione di studi in ambito universitario e scolastico, perché i tempi sembrano davvero maturi per un cambio di passo nell’utilizzo dell’innovazione tecnologia nei campi del sapere scientifico e più in generale della conoscenza. Ciò che manca, per trasformare la sperimentazione in un piano didattico concreto, è probabilmente un maggior impegno degli enti pubblici e dei privati nel raccogliere le risorse finanziarie necessarie. Le tecnologie ci sono già, gli studenti sanno come usarle, è il sistema a mancare