eSECURITY: no all’anonimato sul web. Gabriella Carlucci avanza la sua proposta

di Flavio Fabbri |

VINCITORI

È fatto divieto di effettuare o agevolare l’immissione nella rete di contenuti in qualsiasi forma (testuale, sonora, audiovisiva e informatica, ivi comprese le banche dati) in maniera anonima“, così recita l’art.2 del disegno di legge proposto dall’onorevole Gabriella Carlucci. Una proposta, come si evince da alcuni blog, tesa ad assicurare la tutela della legalità nella rete Internet e ad istituire in tal senso un apposito comitato presso l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Il ddl voluto dalla Carlucci, inoltre, estende i suoi effetti anche ai casi di diffamazione on-line, per i quali sono previste le stesse norme e sanzioni previste per la carta stampa. Mettendo poi a confronto la proposta di legge dell’ex-showgirl con quella dell’onorevole Gianpiero D’Alia, con cui si è emendato il Pacchetto sicurezza al Senato, scompare la responsabilità diretta degli ISP nel rapporto tra Stato e Cittadino, mentre si evidenziano nuove e non poco problematiche letture delle responsabilità degli utenti.

Pubblicare, postare, commentare, caricare, i tradizionali contenuti on-line, che sia un quotidiano o un blog, un sito o un social network a quanto pare non farà differenza per il legislatore, lasciando margine di manovra alla magistratura che, caso per caso, “Si vedrà competente nel valutare quali misure possano essere attuate per dare comunque attuazione a quanto previsto dalle norme vigenti“. Regolamentare per rendere più sicura la rete, andando a colpire l’equazione ‘illegalità uguale impunità‘. Ma anche regolamentare per controllare la rete, limitando in modo sensibile le libertà di opinione e di pensiero che da sempre, anche attraverso l’adozione di identità virtuali, hanno caratterizzato la crescita di Internet.

Al momento non sono disponibili ulteriori dettagli del testo in esame, per’altro non ancora pubblicato neanche sul sito della Carlucci, ma già sul web impazzano le critiche di chi la rete la vive, blogger in testa, come di chi, invece, sente l’assoluto bisogno di un controllo maggiore su Internet da parte delle Istituzioni. Attendiamo.