Agcom: ricavi dei media in calo, pesa l’editoria. Resiste la pay tv

di Raffaella Natale |

Dalla Relazione Agcom 2013, presentata stamani alla Camera, emerge il drastico calo del comparto media che perde il 6,9%. Resiste la pay tv. Sky è la prima tv in Italia in termini di ricavi.

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Tv futuro

Ancora un anno nero per il settore delle comunicazioni. Male il 2013 per via della caduta dei prezzi e del drastico calo della pubblicità. E’ quanto emerge dalla Relazione 2013 dell’Agcom, presentata stamani alla Camera dal presidente Angelo Cardani (Presentazione). Nel settore televisivo Sky Italia mantiene il primato dei ricavi, seguono Rai e Mediaset.

 

Anno nero per le comunicazioni

Lo scorso anno, fa sapere l’Authority, il settore (tlc, radio e tv, editoria e internet, servizi postali) ha registrato un fatturato pari a 56,1 miliardi di euro, in calo di 5,4 miliardi (-9%) rispetto ai 61,4 mld del 2012 (quando si era registrato un calo sul 2011 del 6,7%). Una dinamica imputabile secondo l’Agcom, oltre che alla crisi in generale, al calo dei prezzi dei servizi.

Come nello scorso anno, riferisce Cardani, gli operatori delle comunicazioni hanno dovuto fronteggiare la congiuntura economica negativa che caratterizza ormai l’economia italiana nell’ultimo quinquennio e, nel difficile contesto macroeconomico, hanno registrato una progressiva contrazione della spesa di utenti e imprese con conseguente declino dei ricavi unitari. Si tratta di un fenomeno generalizzato che, tuttavia, colpisce alcuni settori delle comunicazioni in misura maggiore di altri.

Una flessione che non va valutata tuttavia in maniera omogenea anche se su tutto pesa un taglio generalizzato della spesa delle famiglie: nel solo settore delle tlc, ad esempio, dove il fatturato è stato pari a 34,5 mld (-10,7%), il calo è più dovuto a una diminuzione dei prezzi che a una contrazione dell’uso dei servizi, mentre nell’editoria pesano la flessione della pubblicità e il sempre minore ricorso all’editoria tradizionale mentre tiene internet.

Calano nel 2013 sia il fatturato della tv gratuita sia a pagamento: la prima flette del 5,97% a 4,695 mld, la seconda del 2,02% a 3,326 mld. La radio perde il 5% a 603 mld di ricavi. In calo anche i ricavi di quotidiani (-7,02% a 2,331 mld) e periodici ( -17,28% a 2,351 mld) ma anche di Internet che con 1,466 mld vede diminuire il proprio fatturato del 2,46%. Nei servizi postali la flessione dei ricavi, pari a 7 mld, è stata del 2,08%.

 

Comparto media

Negli ultimi anni, indica l’Autorità, si è sviluppato un ampio dibattito, a livello nazionale e internazionale, sullo stato dei media e sulle relative forme di finanziamento, incentrato in particolare sul processo di digitalizzazione e sull’impatto che questa trasformazione sta comportando sul sistema dell’informazione nel suo complesso, nonché sulla parallela evoluzione delle risorse pubblicitarie. Si sta assistendo, da un lato, a una frammentazione delle audience fra i diversi mezzi di comunicazione favorita anche dallo sviluppo tecnologico che, nel determinare l’affermarsi di nuovi strumenti per la comunicazione, accompagna, e allo stesso tempo, impone modifiche strutturali nell’offerta dei servizi e prodotti media più tradizionali.

Il valore del comparto media (radio, tv, internet, quotidiani e periodici) si è attestato invece a 14,7 miliardi (-6,9%), spinto al ribasso soprattutto dai periodici (-17,2%) e dai quotidiani (-7%). Resistono invece tv a pagamento (-2%) e internet (-2,4%) mentre frena decisamente la tv gratuita (-5,9%). Per quanto riguarda i servizi postali invece, l’Agcom rileva un calo piú contenuto a 6,9 miliardi (-2%) sul 2012.

Guardando ai ricavi dei singoli gruppi televisivi, Sky Italia è la prima tv in Italia in termini di ricavi a 2,6 miliardi di euro nel 2013 nonostante un calo del 3,5% sull’anno prima.

Il grosso dei ricavi – spiega l’Agcom – è arrivato dalla pay tv (2,3 miliardi), che sempre nel 2013 ha totalizzato in Italia una quota di mercato del 77,8%, contro il 79,1% del 2012.

Secondo l’Autorità, 21st Century Fox-Sky Italia si conferma il primo operatore, segue la Rai con 2,3 miliardi (in calo dell’1,6%) che supera Mediaset che con 2,2 miliardi registra un calo dell’8% rispetto al 2012.

La quota di mercato della pay tv del Biscione, Premium, si è invece attestata al 19,1%, in crescita sul 2012 (17,6%). Una vera e propria impennata ha infine interessato Cairo Communication che nel 2013 ha visto i propri ricavi aumentare del 268,9% a 136 milioni di euro.

 

Pubblicità in calo del 10,9%

Per quanto riguarda la pubblicità, nel 2013 si è registrata una contrazione del 10,9% sul 2012, a 7,4 miliardi di euro. La raccolta è crollata nei periodici (-24,1%) e nei quotidiani (-13,2%), mentre sugli annuari si è addirittura registrato un calo del 30%. Sul fronte Tv lo scorso anno la raccolta è calata invece del 10% a 3,2 miliardi, mentre quella sulla radio ha fatto segnare una frenata del 6,4% a 461 milioni. In calo poi la pubblicità su internet (-2,5%).

Analizzando le risorse complessive del settore della pubblicità sui media classici e innovativi, pari nel 2013 a 7,4 miliardi di euro, l’Agcom indica una nuova rilevante contrazione (del 11%, rispetto al 2012). Tale andamento, oltre a confermare la dinamica ciclica tipica del comparto pubblicitario, caratterizzata da una fase di relativa crescita fino al 2008 e una successiva profonda contrazione (in corrispondenza della difficile congiuntura macroeconomica del Paese), sembra altresì riflettere l’effetto di una componente di natura strutturale della crisi, connessa alle difficoltà dei prodotti pubblicitari classici di trovare un proprio spazio competitivo in un contesto completamente trasformato dai processi di digitalizzazione in atto e dalla crescita di internet.

 

eAdvertising in calo del 2,5%

In Italia, il settore della pubblicità online ha registrato nel 2013 un’inversione della tendenza positiva che lo aveva caratterizzato negli anni precedenti segnando per la prima volta, nel periodo esaminato, una flessione pari al 2,5%. Fino al 2012, infatti, le risorse economiche del settore sono cresciute in modo costante, sebbene a tassi di crescita tendenti a diminuire nel tempo e su valori sensibilmente inferiori al passato (+44% nel 2010 e +7% nel 2012).
Guardando ai ricavi conseguiti dai singoli operatori, emerge sul mercato globale la posizione di leadership di Google, con una quota costante nel triennio osservato pari al 32%, corrispondente a 28,7 miliardi di euro nel 2013, denotando una struttura del settore piuttosto concentrata. Tutti gli altri operatori seguono con quote molto inferiori. In particolare, Facebook, il secondo operatore, realizza il 6% (oltre 5 miliardi di euro) dei ricavi complessivi. Seguono Yahoo! e Microsoft, entrambi con una incidenza sul totale prossima al 3% e IAC e AOL, con quote vicine all’1%. La restante parte delle risorse economiche riconducibili alla raccolta pubblicitaria online mondiale è suddivisa tra tantissimi operatori, con quote al di sotto dell’1%.

 

Editoria

Continua la crisi dell’editoria. Il fatturato dei quotidiani nel 2013 registra un calo del 7% rispetto al 2012. Vanno molto peggio i periodici che perdono il 17%. Anche la raccolta pubblicitaria cala in media del 10,9% con un minimo del 2% sul web e un massimo del 30% negli annuari. Nella Tv il calo è del 10,1%, nel cinema del 7%.

 

Diritto d’autore online, i primi risultati

A tre mesi dall’entrata in vigore del Regolamento sul diritto d’autore online, i primi risultati secondo l’Autorità dimostrano che si sta perseguendo l’obiettivo virtuoso che si era prefissata nell’affrontare il delicato tema della tutela del copyright sul web. Numerose procedure avviate, informa l’Agcom, si sono concluse con l’adeguamento spontaneo di

uploader, provider e gestori di siti internet alle richieste dell’Autorità, mostrando una risposta positiva della rete alle attività di contrasto alla pirateria, a riprova dell’efficacia del sistema introdotto.

L’intervento dell’Autorità, si legge nella relazione, si fonda sulla convinzione che la lotta alla pirateria non possa limitarsi solo all’opera di contrasto, ma debba essere accompagnata da una serie di azioni positive volte a creare una cultura della legalità nella fruizione dei contenuti. In questo senso il regolamento contempla l’istituzione di un apposito Comitato per lo sviluppo e la tutela dell’offerta legale di opere digitali, formato da rappresentanti di tutti gli stakeholder e delle istituzioni interessate. Il Comitato, che si è insediato nel mese di maggio, ha già approvato un piano di lavoro volto ad individuare forme di autoregolamentazione ed iniziative volte all’educazione degli utenti ed alla promozione dell’offerta legale.

 

“Siamo sicuramente soddisfatti di questa prima fase di attuazione del regolamento, che ha già prodotto risultati importanti ed è stata gestita con grande professionalità e trasparenza da Agcom“, ha dichiarato Enzo Mazza CEO di FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana).

 “Affiancando il regolamento amministrativo all’azione penale già molto efficace, della magistratura e della Guardia di Finanza”, per Mazza “è possibile ora colpire il fenomeno della pirateria sempre più efficacemente, garantendo il decollo del mercato digitale della musica che in Italia già costituisce il 32% del settore“.