Consolidamento tlc: il nuovo corso della Ue riapre la strada alla fusione 3-Wind

di Alessandra Talarico |

Secondo l’analisi di Business Monitor International, anche in Italia ci si sta preparando ad approfittare del cambio di rotta della Ue, reso ancora più plausibile dalla designazione di Jean-Claude Juncker alla poltrona di presidente della Commissione.

Italia


Consolidamento

L’approvazione da parte della Commissione europea della fusione tra 3 e O2 in Irlanda ha riacceso le speranze delle telco europee di un possibile allentamento dei vincoli comunitari nei confronti del consolidamento del settore.

Il conglomerato asiatico Hutchison Whampoa, che è riuscito anche ad aggiudicarsi la divisione austriaca della francese Orange, è in prima linea in questa nuova ondata di acquisizioni e si starebbe muovendo anche in Italia per acquisire la rivale Wind.

L’operazione, più volte smentita, avrebbe ripreso quota nelle ultime settimane e, secondo gli analisti di Business Monitor International, se andasse a buon fine potrebbe migliorare le previsioni per gli investimenti nelle infrastrutture di nuova generazione in un mercato ormai maturo (l’accesso a Internet dal telefonino è ormai un’abitudine per il 62% degli italiani).

Le due società non hanno ancora confermato di aver ripreso le trattative ma, spiegano gli analisti BMI, gli sforzi portati avanti da Wind negli ultimi sei mesi per ristrutturare l’ingente debito (pari a 9,5 miliardi di euro) e cedere le attività ad alta intensità di capitale come le torri, suggeriscono che anche in Italia ci si sta preparando ad approfittare dell’ammorbidimento della Ue, reso ancora più plausibile dalla designazione di Jean-Claude Juncker alla poltrona di presidente della Commissione.

 

La situazione del mercato italiano delle comunicazioni mobili non è molto dissimile da quella degli altri paesi europei: intensa concorrenza, volume dei servizi voce in caduta libera, tariffe di terminazione e roaming pesantemente ridotte per via dell’intervento europeo hanno portato a una sostanziale riduzione dei margini del settore negli ultimi tre anni.

Non a caso, il piano di rifinanziamento del debito presentato da Wind alla fine di marzo, con un’iniezione di liquidità da 500 milioni di euro da parte di Vimpelcom,  includeva di disposizioni per il cambio di proprietà e la cessione di attività come le torri (valutate circa 500 milioni di euro) e la rete fissa di Infostrada, da cui si attende un incasso tra 1-1,5 miliardi di euro e che potrebbero interessare Vodafone, che ha avviato una strategia incentrata sulla convergenza dei servizi mobili e di rete fissa, con diverse acquisizioni di società via cavo in Europa.

Un altro possibile candidato per le attività di rete fissa di Wind potrebbe essere Fastweb, ma secondo BMI, la casa madre Swisscom non ha le risorse e la volontà di realizzare a pieno il potenziale di Infostrada.

 

Secondo il Mobile Operator Database di BMI, le sottoscrizioni ai servizi mobili hanno raggiunto quota 90,5 milioni, con Telecom Italia che rappresenta il 34,2% del mercato; Vodafone il 30,7%; Wind il 24,3% e 3 Italia il 10,8%.

Sulla base di questi dati, quindi, l’unione tra 3 e Wind creerebbe il maggiore operatore sul mercato ma, conclude BMI, “crediamo che sia 3 che Wind abbiano un ampio numero di utenti inattivi per via della loro eccessiva attenzione al mercato delle sim prepagate e di un uso intensivo delle promozioni per attrarre nuovi clienti”.