Etichette indipendenti contro YouTube: ‘Contratti vessatori per il servizio Music Pass’

di Alessandra Talarico |

YouTube nella bufera: le etichette indipendenti denunciano che la società sta proponendo condizioni economiche inaccettabili e starebbe anche minacciando di ritirare dal sito i loro cataloghi in caso di rifiuto di tali condizioni.

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I produttori musicali indipendenti sul piede di guerra contro YouTube, che entro l’estate dovrebbe lanciare un servizio a pagamento per la musica in streaming, senza downloading, che concorrerà direttamente con altre offerte simili come quella di Spotify (che ha appena annunciato di aver raggiunto quota 10 milioni di abbonati).

Secondo i produttori indipendenti, YouTube non solo starebbe proponendo loro condizioni inaccettabili in termini di remunerazione, ma starebbe anche minacciando di ritirare dal sito i loro cataloghi – che rappresentano il 30% del repertorio musicale mondiale – in caso di rifiuto di tali condizioni.

La denuncia arriva dall’UPFI, associazione che raggruppa le etichette indipendenti francesi, ma sarebbe scaturita dalle informazioni raccolte da altre associazioni europee e americane.

 

Diverse fonti indicano quindi che le condizioni economiche proposte da YouTube per la sua nuova offerta via streaming, non negoziabili, sarebbero inferiori di un terzo rispetto a quelle proposte da Deezer o Spotify. Mentre infatti queste ultime propongono una remunerazione pari al 65-70% del prezzo al dettaglio (al lordo delle tasse e dei diritti d’autore), Google propone il 45%, denuncia un produttore.

 

Music Pass – così dovrebbe chiamarsi il nuovo servizio (anche se Google non l’ha mai confermato ufficialmente, anzi ha anche smentito di averlo in cantiere) – dovrebbe costare 5 dollari al mese nella versione con pubblicità e 10 dollari senza pubblicità.

Google intende così sfruttare il grande successo della musica in streaming che, secondo l’ultimo rapporto IFPI nel 2013 ha generato ricavi per 1,1 miliardi di dollari a livello globale (in aumento del 51,3%) e un numero di abbonati quasi quadruplicato, a quota 28 milioni.

 

Oltre all’UPFI, anche diverse altre associazioni di produttori indipendenti hanno denunciato questa situazione: la WIN (Worldwide Independant Network) – che riunisce le etichette indipendenti a livello mondiale – ha definito ‘indifendibile’ la minaccia di YouTube di bloccare o ritirare i loro video dal sito gratuito se non fosse stato possibile concludere l’accordo per il servizio a pagamento e ha reso noto che la società non ha risposto alle sollecitazioni volte ad annullare quella che a tutti gli effetti sembra un ricatto.

Le lettere di disdetta dei contratti, con un preavviso di due mesi, sarebbero già state inviate alle etichette: se Google non facesse marcia indietro, gli artisti indipendenti potrebbero sparire da YouTube già nelle prossime settimane.

La direttrice di WIN, Alison Wenham, ha paragonato questa situazione a una condanna a morte, visto il peso di YouTube sul mercato della musica in streaming.

“I membri della nostra associazione sono piccole imprese che si basano su diverse fonti di reddito per poter investire”, ha detto la Wenham, spiegando che le condizioni che YouTube starebbe cercando di imporre a queste imprese sono fuori da ogni logica di mercato, oltre che inutili e controproducenti.