Web e fisco, Apple dribbla le tasse in Italia. Solo 8 milioni nel 2013

di Paolo Anastasio |

Nel 2013 i ricavi di Apple in Italia, solo negli Store, sono aumentati del 20% a 300 milioni di euro ma l’utile dei negozi si è fermato a 2,5 milioni. Interrogazione di Sergio Boccadutri (Sel) al Governo: 'Cosa intende fare su questa elusione di fatto?'.

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La miseria di 8 milioni di euro. E’ questa la cifra complessiva versata all’Agenzia delle Entrate  dalle due controllate di Apple operative in Italia. Un’inezia rispetto ai ricavi per 38 miliardi realizzati soltanto in Europa dal produttore di iPhone e iPad, che nel nostro paese è attiva con Apple Italia e Apple Retail Italia. I dati sono stati diffusi dall’Ansa, che ha potuto visionare i bilanci delle due aziende.

 

Elusione fiscale nel mirino

Un’attività di elusione fiscale del tutto legittima, praticata da diverse web company americane fra cui Google,  Amazon e eBay, finita nel mirino della critica in Europa da parte ad esempio di Fedele Confalonieri, che recentemente ha parlato del rischio di “neocolonialismo” da parte dei competitor Usa.

 

Un attacco, quello di Confalonieri, condiviso dall’editore tedesco di Axel Springer e da quello dell’Espresso Carlo De Benedetti che hanno rilanciato il tema della Web Tax in vista del semestre italiano di presidenza Ue.     

 

La performance di Apple in Italia 

In particolare, Apple Italia presta servizi alle consorelle irlandesi che commercializzano i prodotti in Europa e che realizzano profitti miliardari sottoposti ad aliquote fiscali irrisorie grazie a complesse alchimie societarie e sponde offshore.

 

Apple Retail possiede i 14 Apple Store italiani, i negozi monomarca aperti in 13 Paesi nel mondo. Le due società hanno pagato al Fisco nel 2013 rispettivamente 4,8 e 3,1 milioni di euro di tasse. Qualcosa in più del 2012 (quando Apple Retail era riuscita nell’impresa di chiudere in rosso e maturare un credito fiscale) ma pur sempre un’inezia per una società che, solo con le vendite di una dozzina di Apple Store, nel 2013 ha fatturato nel nostro Paese quasi 300 milioni di euro, il 20% in più dei 249 milioni del 2012.

 

Nonostante l’impennata dei ricavi l’utile dei negozi si è fermato a poco meno di 2,5 milioni di euro, principalmente per i 220,7 milioni di costi pagati in Irlanda ad Apple Distribution International, fornitore dei prodotti Apple che finiscono in vendita negli scaffali degli store.

 

Grazie ai diversi regimi fiscali in vigore in Europa, Apple concentra a Dublino i suoi profitti, dove ha strappato un’aliquota inferiore al 2%, sottraendo il grosso dei fatturati dal sistema fiscale dei paesi europei dove vengono generati.

 

Sergio Boccadutri (Sel): ‘Interrogazione al Governo, cosa intende fare sull’elusione?’

“In questi giorni apprendiamo che nel 2013 l’azienda Apple Italia avrebbe versato all’erario solo 8 milioni di euro, briciole in confronto ai ricavi che – secondo le notizie di stampa – verrebbero legalmente distratte con un gioco di costi da corrispondere in Irlanda ad Apple Distribution International”. Lo dice Sergio Boccadutri, deputato di Sel, che prosegue: “Si tratta di una ‘elusione di fatto’, che in questo come in altri casi costa al nostro erario uno sproposito, in termini di mancati introiti e concorrenza sleale che le aziende italiane subiscono ogni giorno. Ho appena presentato un’interrogazione per sapere cosa intenda fare il Governo: il gioco dello struzzo e continuare a subire la furbizia legalizzata di Apple, ch, vale la pena ricordarlo, è in buona compagnia con Google, Amazon etc., o prendere il toro per le corna e affrontare la questione una volta per tutte? Segnalo sommessamente che quando presentammo l’emendamento cosiddetto ‘webtax’ eravamo mossi da motivazioni molto simili”.

 

L’indagine della Procura di Milano

Dallo scorso anno su Apple Italia indaga anche la Procura di Milano, che ha iscritto due manager della società nel registro degli indagati per dichiarazione fraudolenta dei redditi. Il sospetto è che tra il 2010 e il 2011 la società non abbia dichiarato oltre un miliardo di imponibile. “La società ribadisce la piena fiducia nell’operato dei suoi dipendenti e amministratori e nella liceità della condotta” si legge in un bilancio che non mostra segnali di ripensamento: nel 2013 i ricavi di Apple Italia per il supporto alle società irlandesi sono rimasti un’inezia (28,3 milioni) rispetto al giro d’affari del gruppo Usa nel nostro Paese.