Google, il pay-per-click in calo del 9% nel primo trimestre

di Paolo Anastasio |

Google chiude il primo trimestre al 31 marzo con utili e ricavi in crescita, ma pesa la flessione del 9% del pay-per-click, una voce che delude il mercato.

Stati Uniti


Pay per click

Azioni Google in flessione fino al 5% dopo la trimestrale a causa della performance deludente dell’advertising online. Nonostante l’incremento del 3% degli utili a 3,45 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2014 e l’aumento del 22% dei ricavi a 12,17 miliardi, gli investitori sono preoccupati dal calo del 9% del costo del pay-per-click, il principale indicatore per valutare la performance dell’advertising online. Lo scrive il sito della Bbc, aggiungendo che un secondo punto debole nei conti di Google è la svendita di Motorola Mobility a Lenovo, un’operazione chiusa a gennaio per circa 3 miliardi di dollari, a fronte dei 12,5 miliardi di dollari sborsati due anni fa per l’acquisizione.

 

La pubblicità mobile via smartphone e tablet rende meno di quella via desktop e Google paga lo scotto dell’incremento del traffico web in mobilità. 

 

Nonostante la reazione negativa del mercato, il Ceo di Google Larry Page ha detto che “abbiamo chiuso un altro grande trimestre, abbiamo migliorato molto i nostri prodotti, specialmente nel mobile. Sono fiducioso ed entusiasta per i passi avanti che abbiamo fatto in nuove aree di business”.  

 

Ma al momento Google sembra avere problemi ad aumentare il prezzo della pubblicità, in particolare quella mobile, una branca di business sempre più importante visto il crescente accesso al browser di Google da parte dei consumatori via smartphone.

 

A quanto pare gli inserzionisti non sembrano disposti a spendere per la pubblicità mobile le stesse cifre sborsate per la tradizionale pubblicità online che viaggia su Goolge via desktop.

 

Secondo Kerry Rice, analista di Needham & Co, le cifre per la pubblicità mobile possono essere fino alla metà di quelle spese per la pubblicità via computer. Google prevede che i prezzi dell’advertising mobile si avvicineranno rapidamente a quelli della pubblicità via pc. Un processo che  secondo Nikesh Arora, chief business officer di Google, man mano che la possibilità di concludere acquisti via smartphone diventerà sempre più facile ad esempio con una maggior diffusione dell’mPayment.

 

Secondo alcuni analisti, il processo di diversificazione del portafoglio prodotti di Google – cellulari, droni, Google Glass, termostati allarmi antincendio – sembra un po’ curioso e rischia di offuscare il core business, che resta quello della pubblicità. Nel primo trimestre i costi operativi di Google sono cresciuti del 29%.